Colombia la scelta? Che vuol dire, anzitutto, Bogotà!
3) Suggerimento. Mentre la mia filosofia del viaggio propende per “gite” e spedizioni tipo quella che lei sta organizzando (auto alle dipendenze, autista-guida, girare in libertà e in posti “strani” poco battuti dal turismo) nel caso della Colombia (e come detto di altri paesi dei “dintorni”, massime il vicino Venezuela) opterei per un viaggio un filino più “tranquillo” (odio questo aggettivo – che sa tanto di “turisti di massa” e non “viaggiatori” individuali, ma quando ce vò ce vò, eppoi andarsele a cercare…) che comunque ti fa ovviamente vedere il meglio e il dovuto della Colombia. Io quindi mi farei organizzare soggiorno e visite da un t.o. locale e scegliendo tra escursioni collettive, comuni, già organizzate (lo so, che menata, le guide che ti portano allo shopping con percentuale, ma a volte si preferisce evitare di litigare con l’autista guida pigro, che ci marcia, fa quel che vuole lui, eppoi quei pullman saliscendi per visite nelle grandi città, secondo me ti fanno vedere di più e in libertà….). Starei cinque o sei giorni a Bogotà (albergo nella Candelaria, magnifico “barrio colonial”) vedendo la città (pullman saliscendi o autista e guida, il museo del Oro è qualcosa di fantastico, ore a meravigliarsi) poi farei una excursion dell’intera giornata al Triangolo Caffè (autista-guida, oppure ci sono tour comuni) poi (mentre non è un gran che la cattedrale del sale) andrei a vedere il famoso El Dorado 40 chilometri ovest di Bogotà, cratere con acqua storia, dell’oro.
Tenga presente che…
1) Colombia (l’ho rivisitata un anno fa, veda otto scritti in mio sito, più uno su Cartagena di prossima uscita su una rivista). Sicurezza: meglio del Venezuela e per quanto riguarda le località più visitate, Bogotà (un tempo era insicura come Caracas) adesso almeno il magnifico “barrio” de la Candelaria è sicuro (anche se tentarono di scipparmi la macchina fotografica) e Cartagena (un tempo i narcos facevano saltare in aria interi alberghi) adesso si visita tranquilli. Quanto al resto del Paese (fuori dalle due città e dintorni) è si “a rischio”; Farc e malavita imperversano, così come non è sicura questa enorme area del nord del Sudamerica (proprio in questi giorni ho rinunciato all’idea di percorrere la Carretera Panamericana, Perù, Ecuador, Colombia Centramerica; motivo: l’impossibile “rent a car” e il rischio di ritrovarsi ripuliti, o peggio.
2) Il suo viaggio: onestamente mi sembra un po’ “strano”, nel senso che prescinde località (Calì e Medellìn) che (forse) non valgono i costi di un’organizzazione così complicata e costosa; vedi “autista-guida”, con relativi (alti o no) “rischi sicurezza” (torno a dire, c’è altro da vedere, almeno dal normale punto di vista del “viaggiatore per la prima volta in un posto”).
Cuntent?
Ohèi!! M’avesse (almeno) risposto “crepa”! E così finì il mio bel sogno di fare pure il Travel Consultant.
(03/02/2011)