Ci sono tanti modi per innamorarsi di Helsinki. Se volete rimanere legati al ricordo di questa città di acqua e di boschi, di neve e di parchi, provate ad arrivarci dal mare.
Dal fascinoso porto sul Baltico, con lo stridio dei gabbiani in sottofondo, si gode del miglior colpo d’occhio. Lo sguardo va sui grandi viali e gli eleganti palazzi Art Nouveau, sugli imponenti edifici neoclassici e i campanili con le cupole a cipolla dorata. Ed è da qui che inizia a svelarsi questa piccola capitale che nelle sembianze razionaliste, nasconde ancora l’anima della vecchia Russia.
Russi e svedesi i “promoters” di Helsinki
Allo Zar Alessandro si deve infatti se la “bianca figlia del Baltico” è diventata capitale all’inizio dell’Ottocento. Fu preferita a Turku perché più vicina a San Pietroburgo. E un altro Zar, Nicola I, dopo l’incendio del 1827, affidò la ricostruzione del centro a Carl Ludwig Engel, che realizzò così il sogno di ogni architetto: progettare una capitale a sua immagine. Nucleo di questa piccola città imperiale stile neoclassico è la Senaatintori (la piazza del Senato) attorno alla quale si concentrano gli altri edifici ottocenteschi.
Eppure a fondare Helsinki non fu uno Zar, ma la regina Cristina di Svezia che aveva scelto una penisola circondata da un vastissimo arcipelago. E insenature, baie, bracci di mare entrano ancora oggi fin nel cuore della città, allungandosi verso i suoi boulevard e le sue Esplanade, lambendo i parchi verdissimi che la ricoprono per un terzo. D’altra parte il Baltico rimane il vero protagonista della capitale della Finlandia, tanto che la suggestione di questa capitale, circondata da novantotto chilometri di costa e da trecentoquindici tra isole e isolette, viene proprio dall’armonia tra paesaggio urbano e natura.
Una capitale figlia dell’acqua e del verde
Persino i colori delle case si ispirano alle tonalità del cielo e del mare.
Sbarcando al Etelä Satama, il porto al quale approdano i giganteschi traghetti in arrivo da Stoccolma, si è già in centro. Proprio sul mare si affaccia il vecchio mercato con le sue coloratissime bancarelle di frutta, verdura, aringhe affumicate e piccole curiosità per i turisti.
Sull’isola di Katajanokka (era una penisola fino alla costruzione di un canale nel 1840) la mole imponente e le guglie della cattedrale ortodossa Uspenski si specchiano nell’acqua in un continuo gioco di ombre e riflessi che ne rendono più fiabeschi i contorni.
Appena sotto, di fronte agli edifici in mattoni dei vecchi magazzini, si snodano chilometri di pontili ai quali sono ancorate oltre undicimila piccole imbarcazioni. La dimensione non conta. I finlandesi non amano sfoggiare la loro ricchezza. Ad animarli è un’autentica passione per il mare che li porta a salpare ogni fine settimana per andare alla scoperta delle isole che circondano la baia.
Tecnologia al servizio dei cittadini
Città di mare, dunque, ma anche di design e tecnologia. Ad Helsinki la passione per l’estetica non si ferma alla teoria, ma impronta ogni scelta urbanistica. Il grande architetto razionalista Alvar Aalto, autore tra l’altro di edifici come la Casa della Cultura, il Politecnico, la Finlandia Talo, il Savoy e il complesso Enso Gutzeit, anche dopo la sua morte rimane uno dei numi tutelari della città. E la continua costruzione di nuovi edifici, in linea con i più avanzati dettami dell’architettura, è la migliore dimostrazione di come la bellezza di questa capitale non sia legata soltanto al passato.
In Finlandia è bella soprattutto la modernità. A testimoniarlo sono le aree della nuova Helsinki, a partire dalla verdissima baia di Töölö, dove sorge la bianca struttura vetrata del Teatro dell’Opera. Oppure l’alto palazzo di Sanoma, sede del più diffuso quotidiano nazionale, un gigantesco cubo in vetro e acciaio che si erge proprio accanto al Parlamento, senza timore per il contrasto tra l’antico e il contemporaneo.
Design: “malattia” nazionale
Qualche anno fa Kiasma, il museo d’arte contemporanea dalle curvilinee pareti in rame e cristallo, aveva suscitato vivaci polemiche nell’opinione pubblica, mentre ora è diventato l’elemento più caratterizzante dell’intera area attorno a Mannerheimintie. Ma ancora più dell’architettura, è soprattutto il design il simbolo della creatività nazionale. Basta camminare per la Esplanadi, due viali paralleli separati da un giardino, per avere splendidi esempi: da Merimekko, con i suoi oggetti e tessuti per la casa dai vivaci colori mediterranei, ai mobili diArtek, il fiore all’occhiello del design finlandese, fino ai modernissimi gioielli di Aarikka, in cui i metalli preziosi sono abbinati al vetro e al legno.
“Connecting people”. Il miracolo Nokia
E poi c’è Nokia, che è il vero fenomeno degli ultimi anni. Dal 1998 è la prima azienda al mondo per la telefonia cellulare ed è diventata una sorta di portabandiera nazionale (non a caso i finlandesi vantano il più alto numero di cellulari per numero di abitanti). Naturalmente è anche un’azienda in continuo rinnovamento: così la vecchia e massiccia fabbrica di cavi, la Kapelitehdas Nokia, è stata abbandonata per una nuova sede ma non è andata in pensione: è invece stata trasformata in uno spazio culturale alternativo.
D’altra parte, è stato proprio puntando sulla tecnologia e il rispetto ambientale che questo Paese ha vinto la sua battaglia. A Helsinki, il benessere e la civiltà si respirano a ogni passo. Gli autobus urbani sono fatti in modo da abbassarsi alle fermate. Negli stabili che ne sono ancora sprovvisti, l’ascensore viene installato a spese dello Stato. Tutto è al servizio del “vivere meglio” e i fondi comuni vengono utilizzati per potenziare nuove risorse e creatività.
Ente Nazionale Finlandese per il Turismo www.visitfinland.com/it
Ufficio Turistico Citta di Helsinki www.visithelsinki.fi