Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Brasile, non solo “futebol” e “samba”

“A saudade”, ovvero: “Mal di Brasile”. Nostalgia per chi ci è stato e spera di ritornarci e per chi ha avuto occasione di andarci e se l’è lasciata sfuggire. C’è la possibilità di rimediare, comunque. Nel 2014 con la famosa “Copa” (Campionati del Mondo di Calcio); nel 2016 con le Olimpiadi. Volendo, prima ancora!

Liane Galina, direttore di Embratur, l'ufficio del Turismo Brasiliano in Italia
Liane Galina, direttore di Embratur, l’ufficio del Turismo Brasiliano in Italia

Tra i “grandi” paesi (per estensione) della Terra, il Brasile occupa uno dei primi posti; è ad ogni modo il primo paese del Sud America per territorio e per numero di abitanti. Nell’immaginario della gente, di qualsiasi latitudine, Brasile vuol dire musica e danza, calcio e Pelè, carnevale e Sambodromo, splendide spiagge quali Copacabana e Ipanema e tanto altro ancora. Rio de Janeiro, la città più famosa, non è più capitale, ruolo che dal 21 aprile del 1960 compete a Brasilia, pianificata e costruita qualche anno prima sotto la spinta creativa del grande architetto Oscar Niemeyer. Tutti sanno comunque che il cuore economico e il “motore” dell’intera nazione è la città di San Paolo, immensa megalopoli nella quale vive la maggioranza dei brasiliani di origine italiana.

Naturale che sotto l’aspetto turistico un territorio così vasto abbia un’infinità di luoghi interessanti da visitare. E insieme ai luoghi, a detta di chi lo conosce bene, c’è l’avventura più entusiasmante: quella di un contatto ravvicinato con i brasiliani.

Un immenso crogiuolo di razze che rappresentano la vera forza propulsiva del paese, tale da favorirne la collocazione quasi definitiva nel consesso mondiale dei paesi maggiormente sviluppati. La consacrazione del nuovo ruolo assunto avverrà, con tutta probabilità, con la grande vetrina offerta dai due avvenimenti di portata mondiale: i Campionati del Mondo di Calcio (2014) e le Olimpiadi (2016).

Per sapere qualcosa di più sui “progetti” turistici brasiliani, in previsione della quasi certa “invasione” che si verificherà fra pochi anni, ne parliamo con Liane Galina, nativa di Rio e direttore di Embratur, l’ufficio del Turismo Brasiliano in Italia.

La veduta più celebre di Rio de Janeiro
La veduta più celebre di Rio de Janeiro

Signora Galina, come si sta “organizzando” il Brasile, per accogliere al meglio i numerosi turisti che già arrivano e che aumenteranno nei prossimi anni?

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L’Embratur (Empresa Brasileira de Turismo) è stata creata nel 2003 dal Presidente Lula, da poco sostituito dalla Signora Dilma Rousseff. In precedenza era di fatto un organismo multifunzionale; faceva un po’ di tutto. Con la riorganizzazione, negli anni 2003-2005, è stata affidata la consulenza marketing a un catalano, col compito di occuparsi del trade, delle destinazioni turistiche, delle strutture e della ricettività.

Dal 2005, l’Embratur ha sede nella capitale Brasilia; è di fatto una “nuova” società interamente dedicata allo sviluppo globale del prodotto “turismo”. Accanto a settori da sempre trainanti (mare, avventura, avvenimenti ecc.) si stanno esplorando e ci si organizza al meglio per renderle operative, nuove possibilità, quali l’ecoturismo, il turismo collegato allo sport, gli eventi, i congressi, il turismo religioso, quello rurale e via dicendo.

La Cattedrale di Brasilia firmata  dall'architetto Oscar Niemeyer
La Cattedrale di Brasilia firmata dall’architetto Oscar Niemeyer

Un Paese così grande, avrà anche grandi “numeri”, per quanto riguarda il movimento turistico. Ce ne vuole ricordare alcuni?

Nel 2008 sono giunti in Brasile 6 milioni e 543mila visitatori stranieri (dei quali 265mila dall’Italia), cifra leggermente calata nel “fatidico” 2009 (6 milioni e 484 mila, con 253 mila italiani). I dati non ancora definitivi per il 2010 sono orientati ad un ulteriore aumento, così come ci aspettiamo crescano – e di molto – negli anni a venire, soprattutto in considerazione dei due grandi avvenimenti mondiali che ci aspettano. Ci stiamo organizzando per fronteggiare nel migliore dei modi le sfide future. Come semplice previsione, pensiamo che per i Mondiali (2014) gli arrivi possano agevolmente superare i 7 milioni di persone.

 

È già stato varato un piano organizzativo “ufficiale”?

Si chiama “Piano Aquarela 2020” ed è proiettato appunto sino a quella data.

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Partito l’anno scorso con i primi interventi, mira ad abbracciare l’intera attività turistica del paese, focalizzando gli sforzi per far si che i due importanti avvenimenti sportivi e naturalmente l’intero movimento turistico, abbiano l’esito migliore possibile. Ogni stato brasiliano godrà di una certa autonomia, d’intesa con Embratur, per i progetti e le realizzazioni turistiche nel proprio territorio, mentre fuori dal circuito organizzativo, chiamiamolo così “regionale”, rimarranno settori quali l’eco-turismo, il bird-watching e quanto ad essi collegato.

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