Sobbalzi “naturali” a Spina
Ma veniamo al sodo. Caricata la merce sull’auto (che piacevole tintinnìo proviene dal baule) si prosegue per il Lido di Spina che per certo non sarà mondano come Cap Ferrat o Juan les Pins (al secolo Giovanni i Pini) ma quantomeno giova ai polmoni grazie a una eccellente pineta. Sotto questi ombrosi pini mediterranei capisci quanto sia tragico quel PM10 (alias le polveri sottili) che a Milano combattono solo a parole in attesa di Giove pluvio. E non solo respirando noti differenze tra Milano e Spina. Quanto a viabilità automobilistica, ad esempio, a Spina sobbalzi sul sedile complici le radici dei pini che ingobbiscono le strade; a Milano, invece, la terza cervicale si spappola zompando su lastroni sempre più sconnessi, in assenza di stradini livellatori (ma forse non ci sono soldi nemmeno per la sabbia livellatrice).
Dispute gastronomiche
Tanto ben di dio in bellavista mi fa pensare che in un solo bancone di gastronomia di un qualsiasi supermarket d’Italia o di Francia o di Spagna ammiri più squisitezze di quante ne trovi nel resto del pianeta (morale: al mondo esistono due razze, i latini e quelli che vorrebbero esserlo). Qualcuno non la pensa così? Si vede che non ha mai gustato una fetta di Culatello (o di Pata Negra) né succhiato una ciccia Canocchia (beninteso con cera e condita con olio extravergine e prezzemolo colto da non più di un’ora). La cena da Elio (Lasagne, Cacciagione, verdure alla griglia e Zuppa inglese) suscita qualche polemica (ma non sul RubyGate né sulle capacità ballerine di Fili, in Romagna sono tutti ‘riplobicàn’, e pure, vivaddio, mangiapreti). La disputa verte più prosaicamente sulle ‘bocce’ stappate dall’anfitrione: meglio il biondo Trebbiano o il corposo Sangiovese? Si torna a Spina. Poche ore di riposo in branda. Domani, vigilia dei 70 di Paolo, la Compagnia di Giro si sposta a Ravenna, laddove non c’è solo la tomba di Dante da vedere.
Maggiori info e chiarimenti alla prossima puntata…
(21/04/2011)