Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Porto: fascino “retrò”, cultura e tradizione

Una passeggiata breve e intensa, resa possibile dai “miracoli” del low-cost, nella seconda città del Portogallo. Il fascino austero contrasta con l’atmosfera solare della capitale, ma anche Porto è bella e godibile, a cavallo del Douro

“Azulejos” e pubblici lavatoi

Un tipico esempio di
Un tipico esempio di “azulejos”

La mattina seguente mi alzo di buonora e percorro tutto il centro storico. Magnifico, vagamente decadente, poco curato nell’aspetto e con un’aria decisamente vissuta. Porto è ricca di chiese e di edifici colorati, decorati all’esterno con mosaici o con le famose piastrelle di ceramica dette azulejos. Anche nelle zone residenziali le abitazioni, seppur più moderne nell’aspetto, mantengono questi stessi materiali e le pareti lucide brillano al sole che sottolinea i vivaci colori che le caratterizzano. Case arroccate su viuzze in pendenza fanno da cornice alla passeggiata, fatta di scale e di conseguenti su e giù; in molte zone, ogni abitazione mantiene all’esterno ancora il lavatoio che le donne usano quotidianamente, alimentando il rigagnolo di acqua e detersivo che scorre verso il fiume. Costeggiando il Douro mi avventuro verso l’oceano e passo per un villaggio di pescatori – poco distante dal centro storico – in cui esiste ancora un lavatoio pubblico, pieno di donne che chiacchierano lavando panni, che vengono poi stesi in un enorme piazzale che dà sul mare. Qualche chilometro più in là, le onde si infrangono contro gli scogli; da qui si gode un panorama bellissimo della città, favorito dal sole di una splendida giornata.

Gusti da ricordare: bacalhau, pasteis e un vino super

Il saporito
Il saporito “bacalhau”

Al ritorno, mi fermo in un ristorantino in cui provo il famoso bacalhau o bacalao, piatto simbolo della città: merluzzo fritto con patate; cibo semplice ma reso speciale dalla maestria culinaria dei proprietari e, naturalmente, da secoli di esperienza e tradizione. Il locale a conduzione familiare è coloratissimo, caldo, in tipico stile portoghese; le pareti sono decorate con fazzoletti di carta giallo acceso che riportano i commenti degli ospiti su cibo e servizio, in una varietà di lingue che è chiaro indizio dell’eterogeneità della clientela arrivata sin qui.

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Il pomeriggio non può passare senza la visita alle cantine che producono il famosissimo Porto, vino liquoroso esportato in tutto il mondo. Nonostante si tratti di un’attività rivolta principalmente ai turisti, che pagano un biglietto di ingresso il cui costo varia in genere dai 3,50 ai 4,50 euro, rimango affascinata dal tour, che mi conduce in sale buie e fredde nelle quali vengono conservate le enormi botti, mentre ci viene raccontata la storia di incendi e inondazioni che nei secoli hanno colpito vari magazzini, poi ricostruiti nello stesso luogo o spostati altrove. Spesso gli ambienti visitati sono invece rimasti invariati dal secolo scorso, come dimostrano vecchie fotografie in esposizione. La visita termina con la degustazione di due varietà di Porto, naturalmente non le più pregiate, ma buone abbastanza da farne apprezzare le qualità. Per rimanere in ambito gastronomico, immancabili anche le tartine di sfoglia e crema, o pastéis de nata, preparate secondo una tradizione antichissima e tanto famose da essere arrivate fino a Macao, colonia che ha mantenuto viva una delle più radicate tradizioni culinarie portoghesi. La giornata si perde veloce tra i vicoli e il mercatino sulla sponda del fiume e gli ultimi raggi di sole bagnano tutto di rosa, per poi cedere il passo alle luci della sera. Tutto brilla, anche i ponti che collegano i due cuori della città si accendono; così mi saluta Porto, romantica gemma dal carattere un po’ retrò.

(20/12/2011)

Tetti e gatti, binomio perfetto

Zona storica della città
Zona storica della città

A un tratto, è la Porto dei tetti: una città costruita su vari livelli, con case e casette arroccate su lievi pendii, il cui profilo è spezzato e modellato proprio dai tetti delle abitazioni sovrastanti; per qualche strana ragione, l’insieme di immagini, alla luce della luna piena e di numerosi gatti che vagano liberi, mi riporta all’infanzia e al ricordo degli Aristogatti e tutto assume un fascino vagamente parigino.

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Mi incammino nuovamente verso Avenida dos Aliados, che invece esplode di vita: è il ritrovo dei giovani durante il fine settimana, una via zeppa di locali, bar e ristoranti etnici, sapientemente nascosti dietro il velo di storia che aleggia sulla piazza. L’atmosfera, qui, è completamente diversa, e sono contenta di unirmi alla festa.

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