C’era una volta il figlio di un mugnaio olandese che si era incaponito nell’assurda idea di fare l’artista. Che è un po’ come prendere dei blocchi di ghiaccio dal Polo e pretendere di fare un igloo a Papeete. Ridicolo.
Pittore di se stesso
Costui venne al mondo nel 1606, poco più di quattro secoli fa, ed era un tipo decisamente stravagante. Si era messo in testa di fare il pittore e, pur non essendo egli una gran bellezza, aveva il vizio di ritrarre se stesso, forse per carenza di ispirazione o di modelli che posassero per una tariffa accettabile. Per esempio, c’è un autoritratto in cui il nostro ha 34 anni e sembra il nonno di se stesso. Capelli ricci e occhiaie nere, il figlio del mugnaio indossa una pretenziosa camicia tutta pizzi e merletti, un pomposo giubbino con colletto di pelliccia e un cappello molliccio. Camicia esclusa, il resto è tutto sui toni del marrone. Le maniche della pseudo giacca sono un disastro. A righe, bombate e con una confusa lavorazione nella parte terminale. L’impressione generale non è di ordine né di opulenza. Insomma, il nostro pittore non navigava nell’oro. Era meglio se faceva il lavoro del padre, che almeno guadagnava abbastanza da permettersi un sarto più preciso nel taglio. Sorvoliamo sulla barbetta caprina un po’ incolta e sul doppio mento, che è meglio.
Una casa piena di Rembrandt
L’uomo stranamente ha lo sguardo sereno, forse perché non sa ancora che lo aspettano lo sterminio della propria famiglia e la bancarotta economica. È destinato al fallimento totale, poveretto. Riguardo alla riuscita professionale di questo ciarlatano, il cui look non promette nulla di buono, non c’è molto altro da dire. Arrancò per tutta la vita con un pennello in mano e quando, all’età di 63 anni, trapassò, fu seppellito in una tomba anonima in una chiesa non troppo bella. Di cognome faceva Van Rijn. Ironia della sorte, dopo la sua morte si scoprì che questo disgraziato aveva la casa piena zeppa di Rembrandt.
(27/02/2012)