Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Nuova vita per l’Albero della fecondità

Si sono conclusi i restauri dell’affresco alle Fonti dell’abbondanza, noto per lo spiccato naturalismo con il quale raffigura dei falli come frutti sui rami. Diversi i significati attribuiti dagli storici all’opera, che si potrà visitare in primavera

L'affresco restaurato
L’affresco restaurato

L’affresco dell’Albero della fecondità di Massa Marittima è stato restaurato e si potrà visitare dalla primavera prossima. L’intervento sulla parete delle Fonti dell’abbondanza, l’edificio medievale eretto nel 1265, è già terminato, ora si sta lavorando a come allestire lo spazio che lo circonda, in modo da proteggere l’opera, molto delicata. C’è attesa per la riapertura al pubblico delle visite, chiuse nel 2005 e motivo di richiamo nella cittadina del grossetano.

L’albero della fecondità ha un soggetto particolare: i frutti che vengono raffigurati sui rami sono dei falli, mentre ai piedi della pianta si trovano un corteo di donne, corvi e un’aquila. L’affresco era stato scoperto poco prima degli anni Duemila, nel corso di alcuni lavori alle vasche delle Fonti dell’abbondanza. Si tratta di uno dei monumenti storici di Massa Marittima: furono edificati per convogliare e raccogliere l’acqua dal sottosuolo e comprendevano un granaio pubblico.

Messaggi cifrati dal Medioevo

Particolare dell'affresco con i falli appesi ai rami dell'albero
Particolare dell’affresco con i falli appesi ai rami dell’albero

L’Albero della fecondità è importante come testimonianza di pittura murale duecentesca e di soggetto profano: tema evidente sarebbe la fertilità, con influenze nella cultura romana antica. Negli anni scorsi, però, alcuni storici avrebbero formulato una seconda ipotesi. Le immagini dei falli, dei corvi e delle donne alluderebbero al conflitto politico tra guelfi e ghibellini. L’affresco evocherebbe le credenze di allora sui comportamenti di eretici e streghe: sarebbe un messaggio che i guelfi, sostenitori della politica di alleanza con il papato, avrebbero rivolto ai cittadini per ammonirli del pericolo di un predominio dei ghibellini, sostenitori dell’imperatore. Le donne raffigurate alluderebbero a una leggenda diffusa in Toscana, secondo la quale le streghe tagliavano gli organi sessuali agli uomini e li mettevano nei nidi degli uccelli, dove avrebbero preso vita e si sarebbero moltiplicati. La tesi non è condivisa da tutti gli storici, ma lascia tuttora un alone di mistero sull’affresco. (26/11/10)

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Info
www.comune.massamarittima.gr.it

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