Gastronomia, siti archeologici e terme
Le specialità gastronomiche tunisine sono ben note: il couscous con carne o pesce; il Brik, una sottile frittella riempita con uova, tonno, patate o carne e formaggio, piegata e fritta in olio bollente; l’insalata méchouia, fatta con pomodori e peperoni alla griglia e cipolle, condita con aglio, cumino e coriandolo in polvere, harissa, olio d’oliva e limone. A differenza di altre cucine nord-africane, la cucina tunisina è molto speziata e piccante. Esiste una leggenda che narra di una donna anziana che diceva che un uomo poteva giudicare l’amore della moglie dalla quantità di peperoncino piccante utilizzato nella preparazione dei piatti.
Se il cibo diventava blando, allora l’uomo poteva sospettare che la moglie non l’amasse più. In un viaggio nella storia e nella bellezza di Tunisi, i più bei palazzi antichi sono concentrati nella Medina come anche nei quartieri residenziali sulla costa, da Cartagine a Sidi Bou Said dove i notabili dell’800 andavano in villeggiatura. A Cartagine ci sono le ambasciate e la residenza dell’attuale presidente della Repubblica, Moncef Marzouki, tra magnifici siti archeologici di epoca romana sul mare, come le Terme di Antonino con i resti del complesso termale di Cartagine. Poco oltre l’ingresso del parco archeologico si trova un edificio, probabilmente una schola, raffigurata in un mosaico con scene di fanciulli e ghirlande di fiori. Quello che resta delle terme è solo la base del complesso che ospitava tutti i servizi. Le dimensioni però sono stupefacenti, si può immaginare come dovevano essere: il frigidarium da solo era grande circa 1000 mq e alto 30. Una delle 8 colonne alte 20 metri, che reggevano la volta del frigidarium, è stata innalzata ed è sormontata da un capitello di 4 tonnellate. Altrettanto spettacolare per le dimensioni è il sotterraneo del complesso del calidarium.
Cooperazione tra la Campania e la Tunisia
Le persone che abbiamo avvicinato nel nostro viaggio si sono mostrate fiduciose nel futuro e – anche se la situazione economica non è cambiata di molto – hanno la certezza che presto anche il lavoro avrà una svolta positiva. Le aspettative, dunque, sono tante e si basano principalmente sul capitale di simpatia che possa avvicinare sempre di più questo paese mediterraneo alla vicina Europa, riprendendo con slancio i rapporti di partenariato economico e di investimento, mai peraltro interrotti, a cominciare dal Sud d’Italia. A Napoli da poco si è tenuto il meeting “Nuove iniziative di cooperazione tra la Campania e la Tunisia”. All’incontro, organizzato dal console di Tunisia a Napoli, Brahim Aouam, è intervenuto l’Ambasciatore Naceur Mestiri che ha incontrato l’assessore regionale alle attività produttive, Sergio Vetrella, il quale ha sottolineato come il sostegno delle imprese campane non si limiterà al periodo della ricostruzione della Tunisia, ma tenderà a instaurare rapporti positivi nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e della tecnologia.
Sidi Bou Said e Hammamet
Sidi Bou Said, arroccata su un promontorio sul mare, ha conservato intatto il fascino di un villaggio d’altri tempi. Qui tutte le case sono bianche e ogni porta, imposta o inferriata è azzurra, sin dai primi del ‘900 quando il barone franco – tedesco Rodolphe d’Erlanger decise di farne la sua terra d’adozione costruendo il più sontuoso dei suoi palazzi: Ennajma Ezzahara, da alcuni anni trasformato dallo Stato tunisino in un centro per la musica tradizionale araba e mediterranea con un museo di strumenti musicali. Fu il barone a consigliare al Bey di Tunisi un regolamento per la salvaguardia di Sidi Bou Said, per fare sì che rimanesse immutata nel tempo. Altra città interessante che merita una sosta è Hammamet, situata a sud-est di Cap Bon, una delle principali località turistiche del paese circondata come è da stupende colline ricoperte da una vegetazione rigogliosa. Le infrastrutture di alto livello di cui dispone la Tunisia di oggi, a prezzi concorrenziali, consentiranno una ripresa del turismo italiano, avendo ritrovato il Paese la sua stabilità. Se prima della rivoluzione si era incentivato il turismo balneare e la talassoterapia, ora si punta sulla valorizzazione del patrimonio archeologico-culturale.
(02/05/2012)