Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

“Al Andalus”, il regale treno della Spagna del sud

Vacanze in treno, ovvero sei giorni spesi a gironzolare in una delle regioni più belle della penisola iberica, assistiti – quasi coccolati – da personale all’altezza, buoni cibi, vini e carrozze dedicate al riposo e allo svago

Attraverso le “meraviglie” andaluse

Cordoba, ponte romano
Cordoba, ponte romano

Una breve ma doverosa scheda tecnica dà l’idea dell’importanza dell’ “operazione turistico ferroviaria” programmata nel tour della più emblematica regione spagnola. “Al Andalus” misura quasi mezzo kilometro e chi passeggia dalla ‘locomotora’ (450 metri) ai ‘coches’ dei servizi supera tante carrozze riservate (7) al riposo – treno fermo nelle stazioni – dei graditi ospiti (max 64) e ai loro svaghi, vizi e relax (ristorante, bar, salone lettura, panoramico, feste, ‘recepciòn’, video e biblioteca nonché tivù e l’ormai irrinunciabile wi-fi).

Un dèpliant turistico d’antan informerebbe inoltre con sussiego che l’elegante viaggio su rotaie dura 6 giorni (5 notti, domenica-venerdì) per un tour dell’Andalusia ‘più classica’ che inizia e termina a Siviglia. Un autobus segue “Al Andalus” e conduce il viaggiatore nelle escursioni e ai ristoranti cittadini (invero buoni, ma secondo lo scrivente, cronista e goffo gourmet, ancor meglio gli eccellenti menu proposti a bordo dallo chef-cocinero asturiano Ramòn Celorio). E datosi che l’itinerario previsto è quello ‘classico’ va da sé che “Al Andalus” ferma a Cordoba (la sola Mezquita, come si usa dire “vale il viaggio”), Ubeda e Baeza (splendide gemelle ma ahimè poco noto Patrimonio dell’Umanità), Granada (l’Alhambra, “basta il nome”), Ronda (la Plaza de Toros e la sua Corrida Goyesca), Jerez de la Frontera (mitici vini e gli splendidi cavalli andalusi) e Cadice (ay ay ay quel tramonto alla Caleta e la cena al “Faro”) con gran finale anfibio all’ecologico Coto de Doñana, previo attraversamento del Guadalquivir (da Sanlucar de Barrameda, di lì partirono Colombo e Magellano).

Una vacanza diversa e gratificante

"Al Andalus", il regale treno della Spagna del sud

Fine del viaggio del Tren de Lujo , o ‘dei re’, in cui come tali si è trattati, perché al “tutto compreso” (pasti, visite ed escursioni, pochi gli eventuali ‘extra non compresi’) vanno aggiunti attenzioni, coccole e premure del personale viaggiante (musici, animatori, baristi e camerieri). E inizio della riflessione. Che fa astrazione dal costo del viaggio, ovviamente ‘non regalato’, ma in tema di soldi vige la (sto scherzando) “Teoria della Relatività” (talché 2 o 3000 euro possono costituire tanto per molti ma non molto per altri, senza contare che c’è pure tanta gente, ricca o meno ricca, che, costi quel che costi, desidera sibariticamente ‘farsela bene’ fosse solo perché del doman non v’è certezza.

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La riflessione (e chi vende viaggi potrebbe essere intrigato da questa goffa ‘mini-inchiesta’) si rivolge invece con curiosità all’esistenza di un ‘mundillo’ (un boss di marketing lo definirebbe ‘nicchia’, segmento) che tuttora ama i viaggi, il turismo in treno (e non per tema dell’aereo). Gente che (pare chiaro) con quel che spende per l’ “Andalus” (vabbè “tutto compreso”) potrebbe viaggiare più a lungo e lontano, ma preferisce prendersela calma, non sottoporsi a stripteases, perquisizioni e palpeggiamenti aeroportuali, eliminare ritmi che già lo assillano nel resto dell’anno, evitare o quantomeno ritardare il “cynariano” logorio della vita moderna (consistente financo nel solo fare e disfare valige quotidianamente). E di questi viaggiatori “aficionados al tren” (non parliamo poi se De Lujo) ne esistono ancora parecchi, sennò Josè Antonio Rodriguez Garcìa, ‘director gerente’ della Feve, non si dichiarerebbe soddisfatto del livello di richieste già pervenute.

D’altro canto, oltre a “Al Andalus” (e all’omologo “El Transcantabrico”) di Treni Turistici – di più o meno lusso – è stato (e molti son quelli tuttora vivi e vegeti)– pieno il mondo. Lo narrerò alla prossima puntata.

(010/05/2012)

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