La Tunisia ha da poco chiuso il capitolo con il regime di Zine el-Abidine Bel Ali durato 23 anni. La rivoluzione del Gelsomino ha prodotto tanti cambiamenti e suscitato molte speranze. Il paese che sta lentamente ritrovando la sua via democratica ha una storia millenaria ed è stato crocevia di culture. Il ricordo della città fenicia di Cartagine (Carthago) fondata nell’anno 814 a.C. ci accompagna dai libri di scuola. Nel sesto secolo a.C. Cartagine si impone come la più grande potenza commerciale del Mediterraneo, entrando inevitabilmente in conflitto con le città greche di Sicilia: Naxos, Siracusa, Agrigento. Con la terza guerra punica, Cartagine viene distrutta e inizia la colonizzazione da parte dei Romani, intensificata successivamente prima con Giulio Cesare e poi con Ottaviano Augusto. La “provincia” d’Africa, grazie al clima favorevole, rappresenta una zona di approvvigionamento, divenendo (unitamente alla Sicilia) il principale “frumentarium subsidium” per Roma. Quando nel 402 i Visigoti di Alarico invadono l’Italia, molti nobili romani si trasferiscono in Africa. Tracce indelebili della presenza di Roma sono testimoniate oggi dall’imponente anfiteatro di El Jem, il più grande del Nord Africa; un vero colosso ben conservato, la cui maestosità genera sensazioni di stupore e allo stesso tempo, inquietudine. Altri siti archeologici di epoca romana sono quello di Dougga, il meglio conservato e quelli di Thuburbo Majus, Bulla Regia, Maktar, Sbeitla. L’antichissima storia di questo Paese ne fa oggi un luogo di grande interesse per il viaggiatore moderno e in modo particolare per gli italiani, vicini geograficamente e culturalmente più di quanto si possa supporre.
I tesori del Museo del Bardo
Nel libro Mille luoghi da vedere nella vita di Patricia Schultz, nella sezione dedicata alla Tunisia, l’autrice si mostra assai selettiva. Segnala solo il Museo del Bardo di Tunisi e il villaggio costiero di Sidi Bou Said, nei pressi di ciò che rimane dell’antica Cartagine. Il Museo del Bardo, fondato nel 1888 e ospitato nell’omonimo Palazzo a cinque chilometri dal centro di Tunisi, racchiude la più grande e stupefacente raccolta di mosaici di epoca romana al mondo. Addentrarsi nelle sale di questo museo è un’esperienza straordinaria che aiuta a scoprire fino a quali livelli sia potuta giungere l’arte del mosaico. La tecnica musiva nella provincia romana d’Africa si sviluppa nel III e IV secolo d.C.; oggi sono circa un migliaio le decorazioni pavimentali, i ritratti (quadretti di diverse dimensioni) che ricoprono le pareti e i pavimenti del Bardo, in una tale concentrazione e varietà di disegni raffigurati da lasciare storditi. Mosaici che celebrano il susseguirsi delle quattro stagioni, scene di caccia e pesca, di allevamento, di momenti di vita nelle ville. Straordinari, anche per l’uso della prospettiva, i mosaici a tema mitologico come il “Trionfo di Dioniso”. Interessanti anche i mosaici del IV secolo che rivelano i primi influssi bizantini. Bisognerebbe concedersi almeno tre ore piene per poter apprezzare la magnificenza di questi lavori, cercando di evitare i periodi di maggior affollamento, perché ininterrotto è il flusso di turisti. Si esce da questo luogo come si esce da una esposizione fotografica: una lunga sequenza di immagini che ci raccontano scene di vita quotidiana dell’aristocrazia romana.
Vestigia romane e la Medina di Tunisi
Di gran lunga più interessanti gli altri siti archeologici già menzionati e in particolare quello di Dougga, a centosei chilometri a sud-ovest della capitale, che sorge su un colle a cinquecentocinquanta metri sul livello del mare, circondato da magnifici ulivi. Qui l’insediamento urbano originario è ancora ben distinguibile: il campidoglio, il foro, il teatro, le terme, numerosi templi e archi di trionfo. Ugualmente interessanti quelli di Boulla Regia e di Sbeitla. In quest’ultimo, straordinari sono i resti dei tre templi che si ritiene siano stati dedicati a Giove, Giunone e Minerva, edificando un tempio per ogni divinità, invece di un unico edificio dotato di tre nicchie o tre cappelle, come in genere si usava fare. Bisognerebbe dedicare almeno una mezza giornata alla visita di questi siti spettacolari, specie in prossimità del tramonto. Trunisi, la capitale, si caratterizza per la presenza dell’antico nucleo rappresentato dalla “Medina”. Un fascino misterioso, talvolta cupo e inquietante per i viaggiatori europei, rivestono i suoi “souk”, dove sembra che la vita sonnecchi in attesa dei compratori occidentali, mentre, fuori dalla Medina, il fervore della città moderna, che aspira a candidarsi a città del Mediterraneo aperta al progresso, fa sentire il suo fremito, in una fusione sapiente tra passato e futuro, tradizione e modernità.