di Dentino48
Dopo trent’anni ho realizzato insieme a mia moglie il sogno di ritornare a visitare la meravigliosa Costiera Amalfitana e nel modo più classico del viaggiare: gli autobus del servizio pubblico del posto, con autisti che non avrebbero nulla da invidiare, per capacità di guida, ai piloti di formula 1. Quattro giorni con base ad Amalfi, gioiello incastonato assieme a Positano, Atrani, Maiori, Minori e Sorrento in quel tratto di costa sublime che tutto il mondo ci invidia considerando che nel periodo post pasquale ho incontrato solo cittadini tedeschi, inglesi e spagnoli, nonostante un tempo piovoso e freddo. Tra le perle menzionate c’è Ravello perché è quella che mi ha colpito la mente e l’anima per ciò che mi è capitato di vivere tra la meraviglia e l’angoscia più struggente che, a rifletterci, poco dovrebbe stupire visto che tutto il nostro Paese sta soffrendo delle stesse pene. In quello che avevamo letto nella preparazione del viaggio, si parlava di un Auditorium appena costruito, oltre alle stupende Villa Cimbrone, Villa Ruffolo e a un panorama incantevole sul golfo di Amalfi.
Ravello: la Città delle Musica sulla costiera che il mondo ci invidia
Ravello è situata alle spalle di Amalfi e alle pendici dei monti Lattari che fanno da cornice verdissima a questi siti affacciati sul mare. E’ un paesino piccolo e, pur se tale, è conosciuto nel mondo come Città della Musica, sede di un Festival della musica internazionale che per tanti anni si è tenuto proprio nei giardini, a picco sul mare, della Villa Ruffolo già dalla fine dell’Ottocento. Ci siamo imbattuti per caso e da soli, nonostante la presenza di turisti stranieri e mancando qualsiasi tipo di indicazione, alle spalle di questo meraviglioso pezzo di architettura davvero unico e raro. Una terrazza a sfioro sul mare da una parte e la facciata d’ingresso dell’auditorium in vetro e cemento, come una donna distesa sul fianco con il riflesso del golfo sulle vetrate. La nostra curiosità di vedere di più e lo sconforto totale per l’impossibilità di visitare l’interno sono montati in un istante. C’era il deserto più completo. Ma il desiderio forte di non mancare l’occasione è stato miracolosamente soddisfatto dal caso fortuito della visita di un incaricato del comune con un manager estero il quale ci ha eccezionalmente invitato a seguirlo all’interno con nostra somma gioia.
Genio e sregolatezza, malattia tutta italiana
Sembrava di stare all’interno di un bozzolo, una grande vetrata sul mare a forma di occhio come sfondo del palco non palco, perché la struttura del pavimento si solleva in più zone per creare un grande palcoscenico, oppure in più piani per distribuire i vari componenti di un’orchestra. Un altro occhio gigantesco sull’altra parete che fa entrare all’interno il cielo. Alle pareti un sistema di pannelli assorbenti e respingenti dei suoni acuti o gravi dell’orchestra, si posizionano e si alternano con un sistema compiuterizzato. Le poltrone volute in posizione particolare dallo stesso Niemeyer e di due-tre nuance di azzurro, ognuna rsicaldata e condizionata autonomamente per non sentire qualsivoglia fruscio. Un effetto veramente vellutato e ovattato come nel ventre di una madre. Ebbene, l’opera è costata circa 18 milioni di euro totalmente finanziati dal fondo europeo e la realizzazione è durata solo tre anni, nel nostro sud! La progettazione: un miracolo della mente umana, nello specifico di Oscar Niemeyer che all’età di 88 anni ha regalato il suo progetto dirigendo i lavori dal Brasile e seguito sul posto da una squadra di progettisti di livello internazionale coordinati dal sociologo napoletano Domenico De Masi amico dell’architetto. Una perla, dicevo, ostacolata in ogni modo, ma realizzata. E la politica locale cosa fa? L’auditorium è quasi sempre chiuso; lo si apre solo in rare occasioni e … sentite … a volte lo usano come cinematografo. Inaugurato nel gennaio 2010, ha già bisogno di manutenzione causa incuria. Che delusione: finché ragioneremo di pancia la nosra mente ci renderà sempre meno umani.