Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

La miniera d’oro di Favignana

Il biondo metallo non c’entra nulla con le isole Egadi. La vera ricchezza, per secoli è stata la tonnara. Lavoro durissimo e crudele che dava da vivere a un’intera comunità

Partecipazione collettiva

Favignana
Favignana

Già lo stesso nome della tonnara fa capire l’importanza nella vita del paese. Camparia, da “campare”, cioè il luogo che fa campare (vivere) tutta la comunità. Anche se chiusa non si può permettere che sia demolita o divenga preda della speculazione e, per questo, il Circolo Legambiente Egadi ha promosso l’apertura straordinaria nell’ambito della campagna Salvalarte e il Dott. Luigi Parodi, proprietario degli impianti, ha concesso l’autorizzazione alle visite. Hanno aderito all’iniziativa ex-tonnaroti, nipoti di Rais (il “capopesca”), giovani, ma anche semplicemente curiosi venuti da fuori che hanno visitato gli ambienti e ascoltato le cialome (i tipici canti della tonnara) cantate da Zì Nino Paciorro, cantante storico delle nenie della tonnara. La partecipazione della comunità è stata al di sopra delle aspettative e l’auspicio è che questo luogo simbolo di rigoglio economico per le Egadi possa avere una rinascita e tornare a splendere come un tempo, neanche troppo lontano.

(26/11/2012)

La tonnara di Favignana ai tempi d'oro
La tonnara di Favignana ai tempi d’oro

 

La mattanza del tonno, in molte zone della Sicilia è stata per secoli l’avvenimento principale per la comunità. Il momento in cui l’attività era frenetica e lo sforzo massimo per approfittare del breve periodo di pesca al tonno. Era un’epoca in cui la cattura era selettiva, si pescava il necessario per vivere e per avere una risorsa da vendere altrove. Oggi, con la pesca indiscriminata in tutti i mari del mondo e in qualsiasi epoca, oltre a impoverire sempre più le risorse ittiche, sono andati in disuso, perché antieconomici tutte le tonnare e gli impianti di lavorazione del pescato. Le isole Egadi (TP) non fanno, purtroppo, eccezione. Anche qui, su Favignana, l’attività dei “tonnaroti” è terminata. Rimane la tonnara Camparia, ormai deserta e affidata alle cure di Nino Gandolfo, il custode, ultimo reduce di una stagione faticosa ma felice.

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