Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Venezia Suite

Il senso di “magico” che alcune città possiedono – e Venezia non è seconda a nessuno – è dato anche dalle persone che ci vivono e lavorano. Quando si ha la fortuna d’incontrarle, naturalmente

La vista laterale che si gode dalla suite del Pesaro Palace
La vista laterale che si gode dalla suite del Pesaro Palace

Tre giorni a Venezia, una sontuosa suite sul Canal Grande. L’albergo si chiama Pesaro Palace ed è di fianco alla Cà d’Oro. La stanza è sui toni del rosso, con un lampadario di vetro soffiato che altrove sarebbe fuori luogo ma qui è semplicemente perfetto.

Come tutto il resto, in una Venezia invernale lontana dal Natale e dal Carnevale. Pochi turisti, musei semivuoti, chiese deserte: finalmente si riescono a vedere le cose con calma, senza folla, senza ansia, senza nessuno che ti pesta i piedi.

Per chi ama ricordare che Venezia è sporca e puzza, c’è da dire che non c’è nemmeno quel problema.

Il valore aggiunto del Pesaro Palace, oltre alla bellezza della vista e della stanza, è chi ci lavora. Avendo segnalato all’atto della prenotazione che ci andavo per una particolare ricorrenza, mi hanno fatto trovare in stanza una bottiglia di spumante in un secchiello con il ghiaccio. Senza cerimonie, senza commenti. Con la discrezione e l’attenzione che sono la caratteristica di un albergo in cui si sta bene e si pensa di tornare. Magari poi non si torna più, ma il solo fatto di suscitare tale desiderio è il motivo per cui vale la pena lavorarci.

Comodità, sensibilità, cortesia. Che altro desiderare?

Lampadario di vetro soffiato e tappezzeria sui toni del rosso
Lampadario di vetro soffiato e tappezzeria sui toni del rosso

Cura verso il cliente e capacità di restare sullo sfondo sono grandi virtù alberghiere, oltre che umane. Tanto che uno al Pesaro Palace non si sente cliente, ma ospite, anzi persona. Non mi hanno pagato per dire queste cose. Ho regolarmente saldato il conto (non salato, altro motivo per andare a Venezia fuori stagione, e comunque il prezzo era stato stabilito in anticipo) e ringraziato. Ho potuto apprezzare la cortesia della Signora Valentina e della Signora Paola, la cui delicatezza è la miglior pubblicità per la struttura. Che tra l’altro è uno degli alberghi di Venezia ancora di proprietà di un italiano (di cui tra l’altro i dipendenti parlano, di nascosto, benissimo), considerazione che può essere ascritta a un certo sciocco sentimentalismo.

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Ma è bello essere contagiati da un po’ di sciocco sentimentalismo, almeno a Venezia. (21/01/2013)

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