Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Danimarca da visitare e imitare

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Grandi parchi, aree umide, giardini e coltivazioni floreali. Un paese all’avanguardia nella protezione della natura e dello sviluppo sostenibile

Danimarca Allegra parata al festival della bici di Copenaghen
Allegra parata al festival della bici di Copenaghen

Complice le elezioni in Italia, i media nel dibattito politico hanno spesso mostrato e raffrontato, in queste settimane, il diverso modo di intendere la gestione della cosa pubblica tra l’Italia e gli altri paesi europei. In particolare del Nord Europa. Tra questi la Danimarca (e non solo) è un modello che dovrebbe essere preso ad esempio. Per cominciare, in Danimarca l’educazione di base parte dalle scuole materne e accompagna i ragazzi nella loro crescita. Un forte senso di comunità unisce i cittadini a cui si aggiunge un’innata sensibilità ecologica è un assoluto rispetto per tutto ciò che è “bene comune”. Poiché siamo un webzine di turismo vogliamo evidenziare che la Danimarca, a livello politico, ha individuato nella protezione della natura, nello sviluppo sostenibile del territorio e delle attività industriali e commerciali, la via naturale per preservare il verde, con ricadute benefiche sulla vita di tutti.

Danimarca: essere o non essere…?
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Atmosfere shakespeariane al castello di Kronborg

La Danimarca è un Paese senza dubbio all’avanguardia sotto l’aspetto della conservazione della natura. Fra le moltissime zone protette, i grandi parchi, le aree umide e gli innumerevoli giardini e coltivazioni floreali, abbiamo scelto di presentare tre luoghi – tutti facilmente raggiungibili in treno da Copenaghen – che si trovano lungo la litoranea che collega la capitale danese a Helsingør (circa 60 mila abitanti). Nel mondo la cittadina è celebre per il castello di Kronborg, uno dei più importanti monumenti della Danimarca e tra i più bei castelli dell’Europa del Nord che, grazie al genio di Shakespeare, sarebbe stato teatro del dramma vissuto dal Principe Amleto ma è anche una località sul mare, deliziosa e dall’aspetto antico, piena soprattutto di locali e di negozi di alcolici assaltati dagli svedesi perché più economici rispetto alla madrepatria. Siamo nella zona nord-orientale del Norrsjælland, la parte danese dell’Øresund Region, la regione condivisa con la Svezia dalla quale è separata da un braccio di mare oggi scavalcato dall’avveniristico tunnel-ponte che unisce Copenhagen a Malmö. Un’opera straordinaria inaugurata nel 2000. 7.845 metri di lunghezza, realizzata in meno di cinque anni e costata 3 miliardi di dollari.

A nord di Copenaghen il Parco di Bakken
Danimarca da visitare e imitare
Il parco e i giochi di Dyrehavsbakken

Il Dyrehavsbakken si trova poco a nord di Copenhagen. Il parco è collegato alla cittadina di Klampenborg, in pratica un sobborgo della capitale. È anche un parco di divertimenti, uno dei più antichi del mondo, inaugurato quasi due secoli fa nel lontano 1830. Ma la zona dedicata allo svago è in verità molto ridotta, pur se frequentatissima dai locali e dai molti turisti.

Di fatto, l’enorme area a verde è occupata da prati immensi e da una vera e propria foresta ricca di alberi giganteschi, cespugli fioriti, piccole forre, tronchi di alberi morti per vecchiaia o abbattuti per la normale manutenzione da parte di un vero e proprio esercito di addetti. Il terreno, leggermente ondulato, è tagliato da numerosi viali e vialetti in terra battuta, pochi dei quali asfaltati e destinati alle escursioni in bicicletta. Le due ruote sono il mezzo preferito in Danimarca, reali compresi.

foto Arishine da tripadvisor
foto Arishine da tripadvisor

Nei giorni di festa, i gitanti sono numerosi e possono utilizzare l’area anche per i pic-nic; si può esser certi che, alla fine, non resterà sul terreno un solo pezzetto di carta. L’aspetto divertente del parco di Bakken è dato comunque dalle gite in carrozza. I vetturini prelevano i turisti all’ingresso del parco, quattro per carrozza, due i grossi cavalli da tiro, e compiono itinerari a scelta, più o meno lunghi, a seconda del tempo a disposizione e della spesa che si vuole affrontare. Le poche piste in asfalto vengono percorse solo quando indispensabile; vengono preferite le piste in terra battuta che si intersecano con altre piste, con altre carrozze. L’obiettivo dichiarato dei gitanti è quello di essere lasciati il più possibile vicino alle zone frequentate da numerosi branchi di daini e cervi, animali un po’ schivi, come è noto. Non si possono avvicinare troppo, sia perché è proibito, sia perché gli animali non si fanno avvicinare. Prati e boschi per allontanarsi dai visitatori invadenti, non mancano di sicuro. Meta finale d’obbligo, per spaziare con la vista sull’intera area verde, uno sguardo alla striscia di mare in lontananza, è il padiglione di caccia dell’Eremitagen, che svetta severo su una piccola altura, al centro del parco.

La casa e il parco di Karen Blixen
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Il parco e la casa natale di Karen Blixen. Foto: Ronald Jongeneel

Proseguendo verso nord, incontriamo la località di Rungstedlund, parola composta che starebbe per “bosco degli echi profondi”. Qui si trova la casa natale di Karen Dinesen (1885-1962), universalmente nota come Karen Blixen, famosa scrittrice e pittrice; diventata famosa al mondo per il suo libro “La mia Africa“, dal quale è stato tratto un film interpretato da Meryl Streep e Robert Redford.

Tornata in Danimarca dopo la lunga parentesi africana si rifugiò nella sua proprietà a Rungstedlund ancora oggi vasta e verdissima, fronte al mare. Qui terminò i suoi giorni, consumata da una lunga malattia e fu sepolta ai piedi di una grande quercia, al limite estremo del parco. Oggi la casa natale è un Museo frequentatissimo. Contiene libri, documenti, fotografie e numerosi e bellissimi quadri dipinti in gran parte in Africa. Il parco, per volere della Blixen, è divenuto nel 1958 un vero e proprio santuario per gli uccelli. Sono alcune decine le specie di volatili che vi hanno fissa dimora, protetti dalla Società Ornitologica Danese.

Il parco conserva infine numerose specie arboree, alcune vecchie di oltre 200 anni. Vi sono tre laghetti, popolati da anitre e cigni e sentieri che attraversano il parco, vera oasi di verde e di silenzio. La Blixen ha sempre amato i fiori, coltivati in grande quantità e varietà ancora oggi. Lei era solita ingentilire le stanze nelle quali viveva creando gradevoli composizioni floreali e cambiandole ogni giorno. Abitudine che il personale del museo perpetua dal giorno della sua scomparsa.

Louisiana: tra il verde e il mare…
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Il parco del museo Louisiana

Humlebæk, prossima a Helsingør, è la terza località che vi raccontiamo. Qui ha la sua sede l’IKEA ma quello che a noi interessa è il museo Louisiana. Il nome di sapore latino viene da una coincidenza. Nel 1885 Alexander Brun, maestro del corpo di caccia reale, esperto di alberi da frutta e apicoltore, acquistò venticinque acri dell’antica proprietà Krogerup Manor sui quali edificò una casa alla quale dette il nome Louisiana, in omaggio alle tre donne e spose della sua vita che avevano tutte nome Louise.

Dal 1958 al 1994 è stato riadattato a museo dedicato soprattutto alla scultura moderna. In tanti vi hanno messo mano allestendo con giudizio e buon gusto, sistemando, grazie all’apporto di esperti di botanica, le zone a verde, ricche di piante e fiori. Le opere d’arte compaiono dappertutto: dentro, appese lungo i muri; fuori, sotto gli alberi, negli spiazzi del parco e sulle terrazze davanti al mare. Le figure slanciate, accovacciate o scolpite di Calder, Moore, Giacometti si intromettono nella visuale, interrompono lo sguardo verso il bosco e verso il mare. Ma ogni opera ha comunque sempre il suo spazio vitale, come se fosse un vivente che necessita di un suo personalissimo territorio. L’area occupata dalle palazzine espositive copre 11.500 metri quadrati, dei quali 7.500 sono destinati all’esposizione di mostre.

… tempio della cultura
Danimarca giardino-sculture
Il giardino con le sculture

Un grande anfiteatro, un prato in leggera discesa verso il mare, nella bella stagione funge da ribalta per i concerti, le rappresentazioni teatrali. Louisiana, luogo di cultura ma anche di grande attrattiva. Tutto è pensato per mettere il visitatore a proprio agio: la grande sala di lettura con le finestre sul mare, il giardino dove si può stendere un plaid (li prestano all’ingresso) e rilassarsi in mezzo alle statue, le sue bellezze naturali… La “conseguenza” sono gli oltre 600 mila visitatori ogni anno.

Fra le clausole del lascito alla Fondazione, Alexander Brun aveva indicato l’obbligo di donare ai visitatori, su presentazione del biglietto d’ingresso, un germoglio di un albero da frutta (pero o melo), per successivi innesti casalinghi. Non vi sono più alberi da frutta, a Louisiana, ma la clausola che riguarda questa gentile usanza non è mai stata abrogata. Oggi gli appassionati d’arte moderna hanno però a disposizione le opere dei vari Mirò, Moore, Picasso, Giacometti, Fontana, Lichtenstein, Wharol e cento altri.

Info: www.visitdenmark.it

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