Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

BIT, Spoon River del Turismo

Ogni anno “cala” un po’. In termini di presenze di espositori e di visitatori. Tant’è che non sono pochi coloro che si chiedono se nel 2014 (in piena vigilia Expo) la Bit ci sarà ancora. Frattanto, i “vecchi” addetti ai lavori sono sempre meno…

Bit dagli spazi vuoti

Foto: Newpress
Foto: Newpress

Ahi che tristezza, massime per i Bittisti più antichi, rammentare che un tempo questi stessi capannoni albergarono lazzi e frizzi, festini e quasi bagordi; Bit festaiole in cui i sindacati rompevano le balle impedendo il trascinamento fino a tarde ore di costose allegrie. Una Bit spaziosa, ad ogni buon conto, che senza essere Abebe Bikila (mitico maratoneta, Oro olimpico a Roma ’60) te la potevi girare in un paio di orette (salvo lo stand della Libia: tanti tavolini ma poco occupati, 5” per passarci davanti e proseguivi.

Ma non tutto il male vien per nuocere, perché lo scriba, appetto a tanto poco, una volta compiute un paio di visite sul serioso ha poi pensato bene di dar vita a una sorta di amarcord, leggasi ricerca di veterani, che gli permettesse di salvare la giornata.

Allo stand dell’Etiopia conosco Lina Ranavolo della omonima Airlines e, grande scoop, la informo che pochi dì or sono quei balossi dei preti (ortodossi) di Lalibela hanno aumentato a 50 usd 50 il balzello (ma al poppolo, indagai io stesso in loco, manco gli spiccioli) per vedere le vabbè magnifiche chiese sotterranee (ma se tanto mi dà tanto quanto dovrebbe far scucire lo Ior per una visita di San Pietro?).

Vacanze all’insegna (anche) di protesi e carie

Lezione di karate allo stand del Giappone
Lezione di karate allo stand del Giappone

Ore 10,20: giungo alla Bit ma, invece di far parte della fiumana di addetti ai lavori che da sempre si incanalava nel tunnel post metrò, quest’anno contribuisco a formare soltanto un filiforme torrentello umano nemmeno tanto entusiasta (diciamocelo francamente: tra crisi, spread, corruzione, disoccupazione ci siamo rotti le balle, intristendoci forse oltre misura). Oddìo, ma che Bit del menga sarà, comincio a temere dopo tanto accurata e documentata indagine demoscopica tra corso di Porta Romana e Rho Fiera.

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E non ci vuol molto a trasformare i timori in certezze. Basta venire a sapere che il numero dei padiglioni (almeno una volta si chiamavano così) è sceso drasticamente e sarebbe poi ingiusto e più infame di Franti commentare che in una Fiera di Viaggi & Vacanze già orba di parecchi stand c’erano (pure) due intestati a Cliniche Dentali (salvo poi precisare che se le vie del Turismo sono infinite non si vede perché non possano essere comprese quelle del cavo orale). Ma a colpire gli sguardi del Bit visitor sono stati precipuamente (idem fu in Fitur) gli spazi vuoti, piazzali e slarghi (roba che sarebbe stato d’uopo dotare di un minimo di segnaletica se non di un progetto urbanistico).

 

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Vecchi amici, ancora sulla breccia

BIT, Spoon River del Turismo

Circumnavigando il chiosco dell’India rivedo (quanti anni dopo? dal paleozoico?) Basant Mitroo che dalle bollenti non meno che misteriose giungle natali andò a (felicemente) accasarsi tra i freddi della Valsesia (e aggiunge di trovarvisi sempre meglio, in grazia di dio). In un posto che non ricordo più rivedo il Bruno Colombo, mi dice che ‘ha avuto problemi’ (forse si riferisce al Ventaglio) ma io replico che, divenuti adulti, l’importante è la salute e l’incontro si chiude ricordando le tremende asparagiate del Renzo Druetto (tanto radicatosi nel suo Vej Piemont da non venire nemmeno alla Bit, e ha fatto solo bene). Faccio un salto dai miei amici terùn alla vana (ero quasi certo che non sarebbero venuti, mica pirla) Bà Foderaro e Franco De Sario (ma andare nello stand Puglia pensare a Mimì Ricapito e commuovermi è tutt’uno).

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