Domenica 10 Novembre 2024 - Anno XXII

Sulle note di “Miele” di Valeria Golino

Aneddoti e curiosità che stanno dietro alla scelta delle musiche di “Miele”, la pellicola diretta da Valeria Golino. Più che una colonna sonora, un mosaico di tracce che accompagna il delicato tema del film, l’eutanasia

Valeria Golino alla macchina da presa
Valeria Golino alla macchina da presa

Nessuna intervista a un cantautore alla scoperta dei luoghi che l’hanno musicalmente ispirato. Nessun album da mettere in valigia, prima di partire. Questa settimana, per la prima volta, la rubrica Musica per viaggiare vi invita ad andare a vedere il film Miele, pellicola che segna l’esordio alla regia di Valeria Golino (una strada che l’attrice aveva già imboccato con il cortometraggio Armandino e il Madre) per apprezzarne la storia, ma soprattutto la colonna sonora. Parte integrante del racconto, di cui noi vi sveleremo i retroscena che hanno portato alla scelta delle musiche.

Il film, con Jasmine Trinca e Carlo Cecchi, in gara al 66° Festival di Cannes, nella sezione Un certain recard, liberamente ispirato al romanzo A nome tuo di Mauro Covacich (Einaudi Editore), affronta il delicato tema del suicidio assistito. E lo fa attraverso inquadrature ricercate tra giochi di specchi, vetri, corridoi ma anche attraverso un lavoro sui suoni. Sul grande schermo si passa dalla sonorità di Io sono il vento eseguita da Marino Marini alla chanson francese Les Sabots D’Helene di George, ai ritmi elettro-pop di Found Out eseguita da Caribou.

Eterogeneità del suono

L'attrice e regista insieme al compagno, Riccardo Scamarcio alla presentazione del film. Foto: M. Gaudina
L’attrice e regista insieme al compagno, Riccardo Scamarcio alla presentazione del film. Foto: M. Gaudina

Musiche e canzoni che potrete ascoltare solo andando a vedere il film (nelle sale dal primo maggio). Non è, infatti, prevista la realizzazione di alcuna compilation contenente le musiche che accompagnano la pellicola. E da qui la nostra segnalazione. “Non essendoci un compositore – racconta Viola Prestieri, produttrice del film insieme a Riccardo Scamarcio – ma essendo una pre-list, non è così facile fare un cd per venderlo”. “Trattandosi di singoli – racconta il compagno dell’attrice riccioluta – praticamente non ci guadagna nessuno a raccoglierli in un album”. Ma scopriamo qualcosa di più sulla colonna sonora del film. “Non volevo – racconta Valeria Golino – avere una colonna sonora di commento al film, non volevo essere io a suggerire la commozione. Sia chiaro non sono contro la colonna sonora, ma in questo caso mi imbarazzava metterla fuori dal film. E, inoltre, poter far scegliere ai personaggi che cosa stanno ascoltando, mi dava la possibilità di rendere la musica più eterogenea e di contaminare le immagini di volta in volta con suoni diversi, atmosfere diverse a seconda di dove stavo andando. Questa cosa qui mi ha dato molta libertà”.

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Dal libro al grande schermo

Valeria Golino e Jasmine Trinca. Foto: M. Gaudina
Valeria Golino e Jasmine Trinca. Foto: M. Gaudina

Ma veniamo agli aneddoti che hanno accompagnato la scelta stessa delle musiche. “Le canzoni – continua la registe – sono tutte musiche che mi piacevano o che mi aveva fatto sentire lui (Riccardo Scamarcio, ndr) o che avevamo sentito da qualche parte. Oppure che scoprivo a casa di un amico. Per esempio Io sono il vento cantata da Marino Marini me l’ha fatta ascoltare il marito (Roberto Rinarduzzi, ndr) della mia sceneggiatrice una volta che sono andata a pranzo a casa loro. Ricordo ancora che mi disse, senza nemmeno aver letto la sceneggiatura “Ti voglio far sentire questa versione un po’ surf di Io sono il vento del ‘56 di Marino Marini”. E dopo averla ascoltata mi sono detta che se mai mi avessero permesso di usarla, avrei saputo in quale punto del film metterla”.

Tonadillas di Granados – aggiunge Riccardo Scamarcio – la voleva usare Sergio Rubini nel finale del film Colpo d’occhio. Ci aveva raccontato di averla scoperta una mattina ascoltando la radio mentre si stava facendo un bagno. Questa canzone è rimasta nelle nostre teste fino a quando Valeria l’ha chiamato e gli ha detto che l’avremmo usata noi”.

“Un altro piccolo aneddoto – prosegue Valeria Golino – riguarda (Nothing but) Flowers eseguita dai Talking Heads. Questa è l’unica musica che già veniva citata nel libro e che uno dei pazienti sentiva. Fortunatamente abbiamo avuto l’ok per usarla pagando una cifra simbolica. Questa canzone è costata meno alla fine di tutto film”. “No – interviene il compagno della Golino – quella che è costata meno di tutte è Distratta e Cinica di Francesco Sarcina della Vibrazioni che ce l’ha data gratis!”.

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