Una destinazione turistica raramente riesce ad assommare tante e differenti motivazioni che attraggano viaggiatori di differente censo, età ed esigenze. Accade alla Costa del Sol, gli ultimi 140 chilometri di costa mediterranea dell’Andalusia orientale, da Malaga alle leggendarie Colonne d’Ercole, di fronte all’Europa: le coste africane. La Costa del Sol è una costante del turismo mondiale, un fenomeno consumistico e del tempo libero protratto nel tempo, senza alcun cedimento o appannamenti di immagine. La stessa Majorca, altro mostro sacro del turismo mondiale sbocciato, in qualche occasione ha tirato il fiato.
Marbella: miti del passato e ‘moderne’ presenze
Ma ecco Marbella e la sua dorata costola nautica, Puerto Banùs, in un cocktail di miti e nobiltà, petrolio e sceicchi, voglio ma non posso, mondanità, lusso vero e finto, moda, sostanza e apparenza, speranza di vedere il vip e politica. Niente paura, comunque, Marbella non è soltanto il Marbella Club divinato qualche lustro fa dal principe Alfonso di Hohenlohe (in coproduzione con la moglie Ira von Furstenberg) per le frivolezze di don Jaime de Mora y Aragòn alias Fabiolo (in quanto fratello della sposa di Baldovino re del Belgio). A Marbella c’è posto anche per i tanti signori Rossi o Garcìa o Smith, nei curati ristoranti della Plaza del Ayuntamiento e in calmierati hotel “3 stelle”, oltre che al canonico Mercadillo (fianco allo stadio Utrera Molina). E dopo aver passato in rivista gli yachts degli sceicchi (un tempo il top ammirato fu quello di Kashoggi) nello stesso Puerto Banùs si può mangiare senza doversi fermare a lavare i piatti (conto non tragico scegliendo un menu del dia ma c’è pure un almuerzo-seconda colazione à la carte, e la sera i meno sciur possono sfangarla con il menu degustaciòn) alla Taberna del Alabardero. Dopo Marbella la Costa del Sol prosegue – attraverso San Pedro de Alcantara ed Estepona – verso il Peñon, la Rocca di Gibilterra per terminare, almeno geograficamente, ad Algeciras. Ma la carretera ha perso il suo grande appeal, c’è più natura che mondanità e tra i monti e il mare si ammirano bei golf. Sempre di posti per ricchi, si parla, ma sportivi, generalmente meno votati al Culto di Mammona.
(25/07/2013)
Torremàdena, paradiso dei bagnanti
Solo 14 chilometri – incluso l’aeroporto e il Parador del Golf – separano Malaga da Torremolinos (ormai tutt’uno con Benalmàdena, anzi, sarebbe più saggio dare vita a un’unica Torremàdena…). Descrivere questo enorme centro balneare è problematico. E’ invece sicuro che se si organizzasse il ritorno alla Carihuela – la spiaggia più in e frequentata, villaggio di pescatori nemmeno tanto tempo fa – di un emigrante che la abbandonò prima del boom turistico, il buon uomo non saprebbe riconoscerla. Ed è altrettanto certo che a Torremolinos – in un giusto rapporto qualità-prezzo dei prodotti turistici corrisposti – tutti si divertono: la turista tedesca in shopping nella Calle San Miguel o al Mercadillo del giovedì (dietro il Mercato Municipale); il cassintegrato inglese che con gli stessi importi vive meglio al sole andaluso che tra le piogge di Newcastle; il riccotto sudamericano, multiproprietario di uno degli apartamentos ‘Melià’ sulla spiaggia del Bajondillo; la coppietta tedesca in viaggio di nozze che cena teneramente in uno dei tanti ristorantini della Carihuela. Superata Benalmàdena (Mercadillos all’Arroyo de la Miel) l’hotel con casinò e golf di Torrequebrada costituisce l’anticamera della Costa del Sol capitalista, ma non ancora blasonata. E prima di pervenire alla Milla de Oro occorre lasciare alle spalle la collinare Mijas (5 stelle il “Byblos Andaluz” con ovvio golf, civettuola ma sa di finto la postmoderna miniPlaza de Toros) e Fuengirola (la fortezza di Suhayl, costruita dagli Almoravidi nel X secolo, non sfuggì certamente ai reportages geografici di Al-Idrisi).