Paraguay, nel tumultuoso andirivieni di una popolazione attiva e simpaticamente effervescente, al punto di aver adottato un motto divenuto biglietto da visita del Paraguay (Che roga, tory raity, in lingua Guaranì – Mi casa, cuna de la alegrìa, in spagnolo-castigliano).
La frattura evidente è rappresentata dal coesistere di due zone completamente diverse: a nord-ovest il Chaco, immenso e poco abitato (un abitante per kmq.), a sud-est il resto del Paese, che accoglie il 98% della popolazione, i più importanti centri abitati, le industrie, i commerci, i traffici intensi sulla direttrice Asunción-Ciudad del Este.
Da non dimenticare le bellissime vestigia delle Misiones gesuitiche dell’estremo sud, che tanta parte hanno avuto nella storia della nazione. Ha ragione Augusto Roa Bastos, scrittore paraguaiano che ha definito il Paraguay “una grande isola circondata di terra”. La gente che la abita dimostra giorno dopo giorno, con entusiasmo e fatica, la gran voglia di vivere e di progredire che la caratterizza, specie oggi che il profumo di una timida ma determinata democrazia comincia a radicarsi negli animi, insieme ingenui e rocciosi, dei Paraguayos. Sensazioni percepite anche dai pionieri che hanno scelto di trasferirsi in una terra bellissima e difficile, abitata da genti diverse ma forti di una solidarietà altrove sconosciuta.
Il Chaco e i tedeschi del Paraguay
Nell’antica capitale il blu del cielo e dell’acqua, il verde delle immense pianure, il rosso della terra. Il marchio di identificazione è la fatica e il lavoro dell’uomo. Non a caso qui vivono i discendenti degli Alemanos Mennoniti, tedeschi del Paraguay, giunti attorno al 1930 dal Canada, dalla Russia, dall’Olanda e dalla Germania. All’insegna della vita in famiglia e nella comunità, cementate dalla preghiera e dal lavoro, questi nuovi paraguaiani si dedicano all’allevamento del bestiame, alla produzione di prodotti caseari e alla ristorazione.
Le loro vite si intersecano e si completano con quelle delle residue comunità indigene di varie etnie: Guarayos, Nivaclé, Ñandevà, Ayoreo, Guaranì. Molti di questi indios lavorano per la raccolta del cotone nelle numerose fincas (fattorie) sparpagliate un po’ dappertutto. Altri, fedeli alla loro secolare inclinazione, preferiscono cacciare (Chaco significa “luogo per la caccia”) o raccogliere ciò che la terra offre; frutti come animali. Il futuro del Chaco, nel quale tutti i paraguaiani depongono grandi speranze, è tracciato. Grandi aree sono già state vincolate a parchi nazionali o riserve integrali; il Parco Defensores del Chaco, ricco di flora e di fauna, è immenso: misura ben 780 mila ettari! L’altra grande risorsa, che necessiterà di braccia, di infrastrutture e di capitali, è l’agricoltura. Un’opportunità che non verrà trascurata, questo è certo, nel rispetto dell’assoluta unicità del territorio.
Nell’antica capitale
A un passo dal Brasile la capitale del Paraguay – Nuestra Señora de la Asunción, fondata nel 1537, è città più vecchia di Buenos Aires, edificata dagli spagnoli qualche anno dopo (1580) Accanto a non poche vestigia di abitazioni coloniali, molte delle quali ingentilite da portici come nel caratteristico quartiere La Recova, coesistono palazzi un po’ anonimi, sedi di banche, di società finanziarie, di imprese industriali e commerciali.
Il frenetico via vai di autobus vecchi e scassati, pieni all’inverosimile, che sputano fumo ma in compenso presentano fiancate multicolori “firmate” dai nomi delle compagnie che li gestiscono, si accompagna al verde che abbellisce viali, piazze, centri residenziali. Accanto ai monumenti dedicati agli eroi delle guerre seguite alla precocissima indipendenza (1811), Asunción dispone di notevoli centri culturali. La storia della capitale è ben rappresentata dalla ricca biblioteca del Museo de la Memoria de la Ciudad. Cimeli, mobili, oggetti del periodo coloniale spagnolo sono per contro conservati nella Casa de la Independencia che ha sede in un vecchio palazzo del 1772. Notevole è poi il Museo del Barro; vi si trova il meglio dell’arte indigena, contadina e urbana, dell’intero Paese, con migliaia di reperti di assoluto valore (dipinti, sculture, monili, attrezzi per il lavoro, abiti, suppellettili d’uso casalingo ecc.).
A un passo dal Brasile
Sono circa nove milioni ogni anno i brasiliani che attraversano a piedi o con ogni mezzo (auto, pulman, camion, moto, bici ecc.) il ponte dell’Amistad (dell’Amicizia). I pedoni lungo i due camminamenti esterni e i motorizzati sottoponendosi alla tortura di alcune ore di fila, percorrono i pochi chilometri tra Ciudad e la brasiliana Foz do Iguassù. Avanti e indietro, dall’alba al tramonto inoltrato.
Naturalmente per comprare di tutto, in uno dei mille negozietti e nei grandi magazzini protetti da vigilantes armati. Molta di questa merce, in particolare quella più costosa, è naturalmente di dubbia provenienza. I contrasti di questo bellissimo Paese emergono ancora una volta visitando due realtà, entrambe prossime a Ciudad del Este: le grandiose cascate di Iguassù, meta di un turismo cosmopolita e ricco e l’altrettanto grandiosa diga binacional (Paraguay e Brasile) di Itaipù, che fornisce energia a mezzo Sud America. Ed è “anche” alla diga e alle ricchezze che produrrà che il Paraguay affida il proprio futuro. Infine, ecco il sud del Paese, contornato dallo scorrere del Paranà. Colline e terre coltivate e verdissime, piccoli centri attivi e vivaci, regno dei campesinos. Sino a giungere a Encarnación, nell’estremo sud, di fronte all’Argentina. Ma questa, dicono qui, è un’altra terra e un’altra storia.
Toccare con mano il “confine”
Emblema del Paese è il Palazzo Presidenziale, affacciato sul fiume e “protetto” da una vecchia corvetta in ferro costruita a Taranto! Ma la vita di Asunción ha ancora altro da offrire. Cibi, bevande e divertimento, ad esempio. Per apprezzare todo el sabor de la Comida Paraguaya, sono disponibili un’infinità di locali. Qui si mangia qualcosa, si discute, si programma il resto della giornata e l’inizio della successiva da trascorrere nei diversi locali notturni, tutti molto frequentati. Dopo una giornata di studio o di lavoro, la gente pare voglia dimostrare che il futuro del Paese è già iniziato. I sintomi, questo è certo, sono tutti positivi. Ciudad del Este e il sud del Paraguay – Ciudad del Este, circa 400 km a oriente di Asunción, è la vera porta d’ingresso del Paraguay. Qui, più che altrove, si tocca con mano cosa significhi un “confine”.
Paraguay: info utili
Capitale: ASUNCION
Fuso orario: la differenza oraria con l’Italia varia da meno 4 ore a meno 6 ore a seconda dei tempi d’introduzione dell’ora legale e/o di ristabilimento dell’ora solare in Paraguay o in Italia
Moneta: Guaranì-Gs (PYG)
Ambasciata d’Italia/Embajada de Italia
Calle Quesada n.5871 c/Belgica – Asunción
sito web: www.ambassunzione.esteri.it
(L’Ambasciata è l’unica Istituzione italiana con sede in Paraguay)
Visto d’ingresso: non è richiesto alcun visto per soggiorni turistici fino a 90 giorni;
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