Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

L’Universo di Fortunato Depero

Creatività, energia, ottimismo. Esprimono tutto questo le opere di uno degli artisti più interessanti del futurismo italiano. Depero è in mostra al Museo Archeologico Regionale di Aosta che continua l’indagine sulle avanguardie del Novecento, dopo le grandi rassegne dedicate a Paul Klee e Wassily Kandinsky

Fortunato Depero: Se la pioggia fosse di Bitter Campari, 1926-1927
Fortunato Depero: Se la pioggia fosse di Bitter Campari, 1926-1927

Apre al pubblico oggi, venerdì 13 dicembre, la mostra “Universo Depero” al Museo archeologico regionale di Aosta. Le opere di uno degli artisti più interessanti del futurismo italiano attraversano il Nord Italia e dal Mart di Rovereto, in provincia di Trento, dove sono custodite in gran numero, approdano in valle d’Aosta. Il prestito del Mart, oltre a quello di altre collezioni, pubbliche e private, tra le quali la Campari, richiama l’attenzione sul lavoro di Depero dal 1910 sino alla fine degli anni Quaranta. E’ la storia di una ricerca artistica che muove dai principi del futurismo, la voglia di nuovo, l’attenzione all’evoluzione della tecnologia e della società industriale moderna, per spaziare in diversi campi: dalla pittura al design. Per questo Campari, per la quale Depero disegnò la bottiglia “monodose” nel ’32, partecipa all’iniziativa con documenti d’archivio e con un’installazione. Si tratta di cento esemplari giganti di Camparisoda, assemblate in ricordo del design di Depero e presentate nel 2012 in occasione degli anni Ottanta della Campari.

Desiderio di sperimentare

Fortunato Depero: Il taglialegna, 1912
Fortunato Depero: Il taglialegna, 1912

L’intero corpus delle opere in mostra vuole presentare la varietà di tecniche e generi affrontata da Depero per interpretare il pensiero futurista. Vi si respira creatività, energia, ottimismo. Nel 1915 Depero scriveva, insieme a Giacomo Balla: “Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo (…)Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell’universo, poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto”. A partire da queste motivazioni Depero realizza dipinti ma anche opere di artigianato artistico, come arazzi e tessuti; disegna mobili, lavora a sculture e disegni, studia l’applicazione del futurismo al teatro e alla danza. La voglia di sperimentare porta Depero a farsi pittore, scultore, ma anche scenografo, costumista, pubblicitario, designer e maestro nelle arti applicate.

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Il nuovo del futurismo

Fortunato Depero. Fulmine compositore, 1926
Fortunato Depero. Fulmine compositore, 1926

Raccolto in un’interpretazione personale e non ripetitiva, Depero firmava una delle intuizioni più felici del futurismo, non troppo diversa dall’esperienza, che oltre oceano e qualche anno dopo, un signore con gli occhiali dal nome di Andy Warhol avrebbe creato con la Pop art. La rivoluzione industriale aveva catapultato il mondo in una dimensione completamente diversa rispetto al passato. Ciò che decide delle emozioni e delle idee delle persone sta sul mercato, un mercato di oggetti di uso comune, frutto dell’evoluzione della tecnologia. Se questa è la direzione, l’arte non può trascurarla ma deve farla propria. Scriveva Depero: “Rispetto ad una mostra di quadri, è più bello un negozio scintillante; un ferro da stiro elettrico è più bello di una scultura; la macchina per scrivere è più importante d’una tronfia architettura”. La mostra è aperta fino all’11 maggio 2014.

(13/12/2013)

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