Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Quando asfalto e cemento violentano il paesaggio

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L’altopiano delle Murge e la Valle d’Itria, nel cuore della Puglia, racchiudono tesori unici. Molti stranieri hanno scelto questi luoghi per il paesaggio e le eccellenze enogastronomiche. Ora il paesaggio potrebbe essere deturpato da una strada, un vecchio progetto degli anni ’70, che cancellerebbe ulivi secolari e rarissimi fragni e lecci

Cisternino Ostuni, la città bianca
Ostuni, la città bianca

Il National Geographic ha messo la Puglia nella classifica dei best trips di quest’anno, come una delle venti destinazioni al mondo “da vedere assolutamente”.
E nel cuore della Puglia, sull’altopiano delle Murge che sovrasta l’Adriatico, si apre la Valle d’Itria. Un gioiello: qui siamo nel mondo magico dei trulli, degli ulivi e delle querce centenari, della preziosa macchia mediterranea che sopravvive quasi solo qui, e infine della cultura agropastorale che si sviluppa attorno alle masserie, col suo reticolo di tratturi e antichi muretti a secco. E qua e là, alte sui colli, le sue città bianche: Martina Franca, Ceglie Messapica, Ostuni, Cisternino, ognuna coi suoi tesori di chiese e palazzi  barocchi, le facciate delle case tirate a calce, le stradine lastricate di pietra resa lucida dai secoli e, perché no, i piccoli ristoranti e le famose “bracerie” che ripropongono i piatti della straordinaria cucina locale insieme a quei vini, specie i rossi, che ormai guidano le classifiche dell’italico buon bere…

Cisternino, il sogno infranto da una auto-strada

Cisternino
Cisternino

Alt. Un bel pezzo di questa realtà di sogno sta per essere spazzato via. Come al solito? Come al solito. Per le solite ragioni? Per le solite ragioni. Eccole qua.
La città di Cisternino è collegata a Ostuni, “la città bianca” per antonomasia, da quattro strade: due provinciali, una statale e un’altra più secondaria. Dovrebbero bastare per coprire una distanza  di una quindicina di chilometri. E invece no. Ecco che su un fianco della collina, il più intatto, se ne vuole aprire un’altra. Più che una strada, uno stradone largo dai 12 ai 15 metri, con tanto di guardrail, piazzole di sosta, rotatorie. Dove passerà, questo serpente di asfalto lungo più di cinque chilometri, spazzerà via tutto: verranno abbattuti oltre un migliaio tra ulivi secolari, i rarissimi fragni e lecci, mentre venti preziosi ulivi “monumentali”, essendo protetti, saranno trapiantati altrove (e quindi destinati a morte lenta…), e verranno abbattuti almeno sei chilometri di muretti a secco (che nessuno oggi è più capace di ricostruire), e espropriati 130 proprietari di terreni agricoli, con la conseguente  distruzione di queste  ultime vestige di un’economia, una società e una cultura agropastorale. È un disastro annunciato. È una vergogna. È una vecchia storia.

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“Strada dei Colli”, asfalto a tutti i costi

Cisternino

Vecchia perché la prima idea di costruire questa cosiddetta “Strada dei Colli” risale addirittura agli anni Settanta. Si può capire: il Bel Paese viveva allora in pieno delirio del cemento e del suo parente più stretto: l’asfalto. Eppure, nonostante ciò, vinse il buon senso e il progetto venne  abbandonato dopo che erano stati “stesi” un paio di centinaia di metri. Abbandonato ma non dimenticato. Passano quasi quarant’anni e, anno 2009, ci riprovano. Un nuovo alt, questa volta dettato da una sentenza del Tar che diede ragione al ricorso di un proprietario di terreno destinato all’esproprio. Un momento per riprendere fiato e l’anno scorso, 2013, tornano alla carica. Ma chi sono questi  seguaci dell’asfalto a tutti i costi? Sempre gli stessi: la giunta comunale di Cisternino che, tanto per sfatare un certo luogo comune, non è in mano alla destra ma è Pd, Partito Democratico, con l’aggiunta di un sindaco targato Psi. Come già nel 2009, contro questo scriteriato progetto di una strada così palesemente inutile e dannosa, si sono erette  le barricate.

Una petizione a salvaguardia di ambiente e territorio

Cisternino

Lo stesso Comitato per la Salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio è tornato sulla scena, ha raccolto migliaia di firme sotto due petizioni “No Asf”, ha guidato cortei di protesta sugli stessi terreni che dovrebbero essere devastati dallo stradone, ha chiesto e ottenuto l’appoggio di personalità varie, politici, giornalisti, scrittori, e anche gente del cinema, e si è dotato di un blog “No Strada dei Colli Cisternino”. Infine, ha chiamato in causa la Regione Puglia, quella guidata da Nicki Vendola e che ha, come vicepresidente e assessore al Territorio, Angela Barbanente. Il risultato è stato che il prossimo giovedì 6 febbraio, a Bari, vi sarà un incontro tra Assessore e Comitato.

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Il Piano di protezione della Regione Puglia

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Sarà un incontro che potrebbe risultare decisivo, per la buona ragione che appena qualche mese fa la Regione Puglia si è dotata di un Piano di protezione del territorio esemplare, per quanto è rigoroso nel dettare le nuove norme di salvaguardia dell’ambiente. Altro che abbattere gli storici muretti a secco, tirare giù ulivi vecchi di secoli, spazzare via la macchia, modificare il paesaggio a uso e consumo degli automobilisti. Tutto questo fa ben sperare. Ma non bisogna illudersi più di tanto.
Al comune di Cisternino in fondo governa il Pd, che a Bari, in Regione, è alleato di Sel, il partito di Vendola. E la posta in gioco, al di là degli accordi politici, è grossa. La strada è detta dei colli ma passa su una montagna di soldi. I terreni che le passano sopra, lungo i fianchi della collina, offrono una spettacolare “vista a mare” e i progetti sono pronti da anni: lotti di due ettari di uliveto e al centro tante belle “ville stile masseria con vista a mare” (sic). E il tutto comodamente accessibile in automobile lungo la nuova Strada dei Colli.

La Puglia scoperta dai turisti della mobilità dolce

Cisternino

I turisti, specie quelli che hanno scoperto la Puglia senza aspettare la classifica del National Geographic e che sono in gran parte di un genere speciale che fa ecoturismo, si sposta spesso a piedi, in bicicletta e persino a cavallo, va per chiese e palazzi barocchi, fa turismo enogastronomico “a km zero” (la Valle d’Itria ne ha l’eccellenza), e sono per lo più stranieri, moltissimi inglesi, tedeschi, francesi, canadesi, dovranno solo fare attenzione a non farsi arrotare dalle automobili che sfrecceranno lungo la Strada dei Colli. Se mai la si farà.

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