Vacanze in tonnara andalusa
E vedendo un grosso tonno squartato e tagliato in uno stand Fitur da professionisti quasi chirurghi, mi sono informato sulle almadraba/tonnare tra Tarifa e Cadice venendo a sapere che tuttora tra aprile e giugno sono operanti; i clienti? i soliti japs/giapponesi ordinanti centinaia di tonni a botta. Una bella idea per chi vuole andare in Andalusia e nel contempo ama un certo folclore ancorché violento e nel Belpaese scomparso, tranne rari casi, e per di più mantenuti per fini turistici, sembra che molte nostrane tonnare siano state chiuse solo perché a fronte di incerti e faticati guadagni si fanno più soldi con i contributi regionali, ottenibili motivando qualche scompenso ecologico impedente l’arrivo dei tonni.
Nella capitale, ‘palato’ estasiato e (un po’) di cultura
A Madrid. Unendo nella giusta (2 a 1) misura palato e cultura ho visitato un Mesòn (magnare), un museo e un Bar & Vinos (tapas, restaurante e quant’altro). Al Mesòn “El Lacon” (Calle de Manuel Ferandez y Gonzalez) berenjenas/melanzane fritte con miele (piatto di chiara origine ebraica) habitas/fave con chopitos/calamaretti, due bei vasos/bicchieri di tinto/rosso e un Chinchòn, un anice secco a me caro. Mentre al El Anciano Rey de Los Vinos (Bailèn 19, vicino al Palazzo Reale) Huevos Rotos (da inginocchiatoio) rabo/coda di toro (Regalitos de Torito) e pezzi di pollo fritto da insaporire nel Cabrales (grande formaggio asturiano tipo gorgonzola) e su tutto tanto bel Vermouth (quello del grifo/spillato mi fa impazzire).
Ah, la cultura: visitare il Monastero delle Descalzas Reales: è (certamente) uno dei più bei musei di Madrid, tanto interessante quanto poco decantato.
(30/01/2014)
Alla Feria, novità vacanziere (pata negra a parte)
Queste le motivazioni che ogni anno, a metà gennaio, mi convincono a trasferirmi alla Fitur di Madrid (volando sugli arancioni aerei targati Easyjet, datosi che Iberia, anticipando Alitalia nel processo di decadenza di compagnie un tempo gloriose, mi riferisco alla sudditanza pro British, costa di più e non è che ti tratti ‘a lo grande’).
E come se non bastasse, ai suesposti piaceri goduti durante il faticoso lavoro nel Recinto Ferial della Fitur (curiose passeggiate tra gli stand e in sala stampa degustazione di Jamòn de Pata Negra de Bellota, quest’anno, poi, che bello: io che gliela contavo su al “cortador” e lui che tagliava e mi porgeva lonchas/fette à gogo, una goduria) vanno poi aggiunte le piacevolezze non solo culturali cercate e trovate a Madrid. Laddove, oltre a rivisitare i soliti posti (per riprovare piaceri ma anche per vedere se ancora esistono: le mode e la plastica, si sa, fanno sparire tante cose belle) mi spingo financo a cercare novità. Qui giunti, nel timore di sforare l’usuale spazio gentilmente concessomi da questo baldo magazine, e datosi che le cose, viaggiatorie e non, viste e assaggiate alla Fitur e a Madrid, sono tante oltre che potenzialmente interessanti il lettore, passo a brevemente elencarle.