Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Viaggio d’amore con i Blein

Intervista corale ai quattro giovanissimi cantanti-musicisti del gruppo Blein. La band pop-rock ha pubblicato il suo primo album. Un omaggio all’amore in tutte le sue sfaccettature, vissuto nel periodo più intenso della vita, quello della giovinezza. Una fresca colonna sonora per un viaggio di primavera

Viaggio d'amore con i Blein

La primavera è iniziata e si moltiplicano le occasioni per regalarsi una gita romantica fuori porta. Per la colonna sonora da ascoltare in viaggio, vi aiutiamo noi: Blein. Perché l’album d’esordio dell’omonima band pop-rock del Lago Trasimeno sia indicato ad accompagnarvi in questo viaggio ce lo spiega il gruppo. “Una volta selezionati i pezzi – ci racconta la band – per l’album siamo rimasti piacevolmente colpiti nel vedere che, inserendoli in un determinato ordine, questi davano vita a una vera e propria storia d’amore in tutte le sue sfumature, dall’apice della passione allo sconforto più profondo, che si prova quando l’amore finisce”.

Tutte e sei le canzoni del primo disco della band parlano infatti  d’amore, in tutte le sue sfaccettature. E non sarebbe potuto essere altrimenti vista la giovane età (tra i 19 ai 24 anni) dei quattro ragazzi: Tony Gargiulo (chitarra e voce), i fratelli Francesco Papalini (chitarra e voce) e Simone Papalini (basso e voce), Gabriele Panariello (batteria e voce). Lo stesso si può dire del loro pop-rock fresco e accattivante, che ricorda i più famosi Modà, e del look che strizza l’occhio ai gruppi pop degli anni ’80 come Duran Duran e A-ah. Ma a rendere particolari i Blein è soprattutto il fatto di essere una band senza un frontman. I Blein sono quattro cantanti, quattro musicisti e quattro “leader”. La conferma l’ho avuta nel corso di questa intervista corale.

 

Quando è nata la band?
Ufficialmente nel 2012 ma ci conosciamo da sempre. Due di noi poi sono fratelli e già da quando eravamo piccoli strimpellavamo e cantavamo assieme. La nostra è una vera e propria lunga convivenza.

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Toglietemi una curiosità: che significa Blein?
Nulla. Ce lo siamo inventato durante un viaggio a Madrid nell’estate del 2011. A ispirarci il nome sono state le opere dadaiste dell’artista Yves Klein che ci aveva incantato durante la visita al museo Reina Sofia, con il colore che lo ha reso celebre: il blu. Il nostro nome non è altro che la crasi  delle parole Blu e Klein: Blein.

Viaggio d'amore con i Blein

La vostra vita è cambiata con l’uscita del primo album?
È cambiato l’approccio verso il progetto che ora ci coinvolge a 360 gradi. Ci siamo presi un impegno e iniziamo a pensare che questa possa essere la nostra vita. Ma non ci montiamo la testa. Sono le nuove responsabilità che ci fanno stare coi piedi per terra.

 

Mi sembra di capire che siete dei musicisti full time.
Siamo passati dal far musica part-time a farla a tempo pieno. La musica oggi è il nostro impegno primario anche se c’è qualcuno di noi che cerca di andare ancora a seguire qualche corso all’università. Ma è dura.

 

Il 18 marzo Blein è uscito nei negozi. Come vi sentite?
Siamo sicuramente emozionati (l’album è disponibile anche in digital download, ndr) perché si tratta del nostro primo album di inediti. Ora inizia il lavoro duro. Dovremo girare l’Italia per la promozione del disco e preparare il live. Siamo e saremo sempre in sala prove.

 

Dove potremo venire ad ascoltarvi?
Il 4 aprile apriremo il concerto del chitarrista dei Pooh Dodi Battaglia al club Orion di Roma. Poi partiremo per la tournée primaverile-estiva. Ma è ancora tutta da definire.

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A Perugia suonate mai?
Ci abbiamo suonato e ci suoneremo ancora, ma è una città underground.

 

Che pubblico sperate di avere?
Sicuramente il più ampio possibile. Anche se le nostre canzoni si addicono a un pubblico giovane.

 

Ovvio, parlate soprattutto di temi come l’amore.
Le nostre canzoni nascono da un sentimento di uno di noi che poi viene plasmato dal gruppo. Il risultato finale è una canzone dove ognuno ci ha messo del suo.

 

La canzone a cui siete più affezionati?
Sei tu perché rappresenta tutte le nostre sfaccettature. È un pezzo molto particolare, diverso. È il più orchestrale dei sei. Abbiamo pensato di scrivere una canzone che non rispondesse ai canoni della musica pop italiana, cercando di inventare una struttura che potesse rispecchiare quello che volevamo dire nel pezzo. È stato scritto in un momento particolare perché stavamo scegliendo il brano da portare per le selezioni di Sanremo giovani. Durante la stesura ci siamo resi conto che il brano richiedeva qualcosa di nuovo, che non avevamo ancora sperimentato. Ed ecco che ci è venuta l’idea di inserire una parte rappata, eseguita da Simone.   

Viaggio d'amore con i Blein

La canzone più faticosa?
Viverti perché è la canzone più fisica, più dinamica e potente del disco. È una corsa incessante, vivere la storia al massimo delle proprie possibilità. Un flashback continuo e la voglia irrefrenabile di averla sempre tra le braccia. Musicalmente rispecchia molto le nostre origini, le chitarre belle presenti, la batteria e il basso molto ritmati permettono di percepire perfettamente il senso di questo pezzo.

 

Emozionati per i live che vi aspettano?
Non vediamo l’ora di far sentire a tutti il nostro album. È una gioia pazzesca creare qualcosa e farla sentire a tutti. Sul palco poi noi siamo molto “animali”.

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Sanremo o The Voice?
È dura. Ma tra i due vince sempre il Festival di Sanremo perché è il palcoscenico più prestigioso d’Italia. Per noi sarebbe un onore  parteciparvi. 

 

Il prossimo viaggio tutti assieme?
In passato ne abbiamo fatti. Ora però andare in vacanza è solo un sogno: abbiamo un sacco di cose da fare. Partire per un viaggio, in questo momento, sarebbe solo controproducente.

 

Cosa vi augurate?
Nonostante l’uscita dell’album rimaniamo sempre coi piedi per terra. Tony è il “gufo” del gruppo. Ogni volta dice: “Tanto va male”. Nella vita dire: “Ce l’abbiamo fatta”  è molto pericoloso. Dovremmo sempre rimboccarci le maniche. Quando riempiremo San Siro o l’Olimpico e porteremo la nostra musica all’estero, solo allora, magari diremo: siamo arrivati!

(21/03/2014)

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