Venerdì 8 Novembre 2024 - Anno XXII

Salento tra riti, storia e tradizioni

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Mondointasca ha compiuto un viaggio breve ma intenso in un territorio che sta diventando sempre più importante a livello mondiale grazie alla ricchezza dell’offerta e all’azione coordinata delle autorità locali

Salento La teca che contiene le spoglie di Santa Lucia
La teca che contiene le spoglie di Santa Lucia

Il Salento è quella parte della Puglia che si trova tra due mari: l’Adriatico, a Est e lo Jonio a Ovest e comprende tutta la provincia di Lecce ma anche parte delle province di Brindisi e Taranto. Qui il mare, l’architettura barocca, la cultura, la storia, i sapori e le tradizioni sono la formula vincente che, in pochi anni, ha fatto crescere in maniera massiccia il numero di coloro che vi si recano per le vacanze o per dei fine-settimana lunghi. In questo servizio raccontiamo il Salento attraverso un importante evento religioso a cui abbiamo assistito e che ha visto protagonista il comune di Erchie (BR) e il suo Santuario di Santa Lucia.

Erchie tra mille luci colorate e fuochi d’artificio

Salento Colorate luminarie in omaggio alla Santa patrona di Erchie
Colorate luminarie in omaggio alla Santa patrona di Erchie

Dal 23 aprile al 1° maggio scorso, gli erchiolani hanno visto il loro paese letteralmente invaso da pellegrini provenienti non solo dalla Puglia e dalle regioni limitrofe. In oltre 100mila sono arrivati per pregare e venerare le spoglie di Santa Lucia presso il Santuario dedicato proprio alla santa patrona di Erchie e a bagnarsi alla fonte miracolosa che sgorga nella cripta della chiesa. È la prima volta che la reliquia della martire, morta sotto Diocleziano il 13 dicembre del 304 d. C., viene spostata dalla Chiesa dei Santi Geremia e Lucia di Venezia dove si trova e portata a Erchie. Il piccolo centro salentino ha ottenuto questa particolare concessione dal Patriarcato di Venezia proprio per la particolare devozione a “Santa Lucia e gli occhi suoi belli”. La cerimonia di venerazione si è conclusa il 1° maggio con la messa, la processione, a cui hanno partecipato le delegazioni del Patriarcato di Venezia e i rappresentanti di Siracusa dove è nata e morta la santa. Non sono mancate le mille luci colorate delle luminarie che si ispirano al barocco leccese, e non potevano mancare la banda e i fuochi d’artificio. Perché il Salento è anche questo.

Oria e la cultura  della civiltà messapica

Salento Festa e folclore nelle vie di Oria
Festa e folclore nelle vie di Oria

Anche la città di Oria (BR) vanta una storia che trae origine dagli antichi Messapi, il popolo dei due mari che abitava il Salento. Nel centro storico si può visitare il Museo della Civiltà messapica nel seicentesco Palazzo Martini con reperti archeologici unici. Una tappa obbligata è al castello federiciano che, sorgendo nel punto più alto della rocca, domina i due mari, lo Jonio e l’Adriatico, peccato che sia chiuso e non visitabile. Il castello fu ampliato all’inizio del XIII Secolo dal re svevo di Sicilia Federico II Hohenstaufen che indisse per la prima volta il Torneamento dei rioni: giochi e sfide tra i quartieri cittadini che ancora oggi si svolgono il secondo week-end di agosto.

Nel centro storico attraverso la Porta degli Ebrei

Salento

Se non si è facilmente impressionabili si può visitare la cripta sotto la maestosa cattedrale barocca, nel centro storico di Oria che conserva i corpi mummificati dei membri dell’Oratorio della Confraternita della Morte. Entrando nel centro storico dalla Porta degli Ebrei ho trovato interessante e suggestivo quello che un tempo era un fiorente quartiere ebraico. Proprio nelle vicinanze della Porta il 2 maggio scorso Silvia Godelli, Assessore Regionale al Turismo della Puglia e Cosimo Pomarico, Sindaco di Oria hanno inaugurato un altorilievo in onore del famoso medico, farmacologo e astrologo ebreo, Shabbatai Ben Abraam Don(n)olo, che nacque a Oria nel (913-982 d.C), famoso per essere stato il primo autore di un libro di medicina nell’Europa Medioevale. La sua opera, Sefer HaMirkachot [Libro dei rimedi], fu scritta in ebraico, la lingua che utilizzava comunemente per i suoi scritti. Per i suoi meriti, a lui è stato dedicato un ospedale di Tel Aviv.

A Manduria vino, archeologia, mare

Salento Il Museo della Civiltà del Vino a Manduria
Il Museo della Civiltà del Vino a Manduria

Il nostro viaggio è continuato a Manduria (TA) sulle sponde dello Jonio, conosciuta nel mondo per il suo nettare, il vino Primitivo a marchio docg. Al Museo della Civiltà del Vino dove ha sede l’Associazione dei Viticoltori produttori del Primitivo, siamo stati introdotti alla conoscenza di questo vino con una lezione su come va versato, assaporato, gustato e infine bevuto. Deliziosa la degustazione, oltremodo interessante il museo.
Se tutti identificano Manduria come la città del Primitivo pochi sanno che tra le distese del vitigno autoctono a bacca nera che si vendemmia a fine agosto, sorge una città la quale, in età preromana fu la capitale della Dodecapoli, la lega delle dodici città messapiche alleate di Atene che si coalizzarono contro la nemica Taranto, unica colonia spartana nella Magna Grecia. I resti della sua antica storia si possono ammirare nel grande Parco Archeologico dove sono visibili le tre cinte murarie e la necropoli. Da non perdere il fonte pliniano, dove Plinio il Giovane, nelle sue Historie Naturalis raccontò il principio dei vasi comunicanti.
Il Salento è anche mare. La spiaggia selvaggia dalla sabbia caraibica permette piacevoli passeggiate. A Torre Colimena, nel Parco Regionale, alte dune incorniciano la spiaggia e si possono ammirare le antiche saline dei Greci, sfruttate fino all’800 e che oggi fanno parte della Riserva Naturale rifugio di uccelli migratori e di fenicotteri rosa. Si prosegue poi fino a San Pietro in Bevagna con la tipica Torre di Guardia innalzata contro i pirati saraceni, per ammirare le spiagge dorate che percorrono il litorale per 15 chilometri e dove si trovano solamente due stabilimenti balneari.

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