Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Gli ingredienti di questa storia sono l’amicizia, la curiosità e una divorante passione per il cinema. Un diario di viaggio divertente che ci conduce nei luoghi dei film in questa terra magica di aneddoti e leggende. Da Braveheart a Local Hero, con tanto di soundtrack d’accompagnamento e filmografia dettagliata, vi anticipiamo l’introduzione del libro “Filo di Scozia”, EpiKaEdizioni

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“Filo di Scozia” di Maurizio Barilli & Massimiliano Zerbini, EpiKaEdizioni, pag. 280, Euro 18,00

Si narra che, tanto tempo fa, uno sconosciuto fabbricante di calze inventò il nome “filo di Scozia” per un tipo di filo di cotone fabbricato con un procedimento speciale. Il filato doveva essere prodotto unicamente con cotone egiziano o di pari caratteristiche. Il nome, comunque non si riferiva alla provenienza del cotone ma ne definiva la qualità.
Si racconta anche che questo misterioso fabbricante di calze avesse origini italiane; forse inventò il nome “Filo di Scozia” in ricordo di un suo viaggio nelle Highlands, nelle Southern Uplands o nelle Lowlands e forse l’esplorare queste terre gli fece pensare all’armonia che le pervadeva, tanto da voler celebrare la Scozia in quel cotone così fine e pregiato: a fantasticare ci si mette poco.
Il mistero dunque rimane: se la Scozia, al contrario di ciò che molti pensano, non è l’origine di quel filato, perché l’inventore decise di chiamarlo “Filo di Scozia”? E cosa ha a che fare questo con i racconti di viaggio che seguono? Pur agendo istintivamente nella scelta, un gioco di parole, abbiamo collegato questa vicenda direttamente alla nostra vita accorgendoci di come la Scozia sia sempre presente nei nostri pensieri. Qualcosa di imprevisto che continua a mantenerci collegati a quella terra.

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Il castello di Dunnottar, Stonehaven, dove Franco Zeffirelli ha ambientato la trasposizione cinematografica dell’Amleto (1990)

La Scozia è un territorio magico. Un’oasi naturale e culturale di straordinaria bellezza. Una terra diventata famosa per il tartan, il buon whisky, le cornamuse, i castelli, ma che ha la sua forza principale negli scozzesi stessi. Persone orgogliose della loro terra, della propria storia e delle tradizioni. Non entra nella tua testa in maniera roboante o immediata ma si insinua dolcemente, passo dopo passo, catturandoti nelle sue leggende o ambientazioni tanto da dimenticarsi, a volte, di essere nel presente.
Questo è ancora possibile in queste regioni che compongono un’unica bandiera. Sì, perché le abbiamo provate le diversità sostanziali che caratterizzano le regioni del Regno Unito, e possiamo assicurare con forza che questi luoghi si differenziano enormemente pur nella loro vicinanza, perché per gli orgogliosi scozzesi è importante sentirsi gli unici conoscitori della propria identità.

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Una cosa è certa: ci siamo accorti che una sensazione particolare attraversava la nostra quotidianità e si ripresentava continuamente sotto forma di intensi ricordi. Quei ricordi sono un filo invisibile ma nettamente percepibile che ci lega alle nostre passioni, al nostro modo di vivere un viaggio e assaporare un luogo.
Quando quella trama di pregiato filato ci ha avvolti non abbiamo più avuto dubbi sul nome da fotografare, da filmare, da scrivere: era il nostro Filo, la nostra probabile qualità. Viaggiando tra le pagine di questa storia scorgerete due personaggi che iniziano a percorrere diverse miglia: siamo noi, Max e Mauri, ma osservati da un viaggiatore invisibile che ci segue, ci osserva e percepisce l’emozione di ogni viaggio, i nostri pensieri, conosce i soggetti e la sceneggiatura. Ed è intento a riprenderci con la telecamera, come se noi fossimo all’interno di una pellicola lunghissima.
Un film nel film che non ha mai fine perché è parte della vita stessa. Il viaggiatore diventa il nostro regista di riferimento e anche il narratore di questo libro. Ci vedrete filmati nei nostri viaggi orizzontali attraverso quelle meravigliose Lands, nelle nostre avventure verticali di menti e cuori in subbuglio, proprio come se ci guardaste attraverso l’obiettivo di una telecamera che cambia spesso inquadratura durante le riprese di un film dall’unico titolo per noi possibile: “Filo di Scozia”.

Edimburgo, la Capitale
Edimburgo, la Capitale

Il filo magico che lega noi, la Scozia e il cinema, ci avvolge in un tessuto sottile e intenso, pronto ogni qualvolta lo si voglia indossare. La Scozia moderna è affascinante in questo suo connubio tra vecchio e nuovo e noi siamo entrati nel cuore di questo territorio da una porta secondaria ma attrezzati con uno zaino carico di gioventù, speranze, voglia di scoperta e passione cinematografica.
La nostra passione per la settima arte ha saputo evolversi e alimentarsi di diversi generi in tutti questi anni. Siamo diventati cinema e abbiamo provato a fare cinema sin dall’adolescenza con le prime telecamere a nostra disposizione, e pur mantenendo gusti e pareri diversi su molte opere e pellicole, c’è un’idea ben delineata su quale tipo di cinema piace a entrambi o quale racconto può essere proposto all’amico tentando una sortita verso i gusti dell’altro.

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La nostra avventura ha avuto inizio nell’istante in cui toccammo terraferma in un agosto del 1998, pur mantenendo la nave volante ancorata sopra i cieli di Edimburgo, la città che da allora lega le nostre vite a quel Filo che viene raccontato nelle pagine di questo libro. Scrivendolo ci siamo ricordati di noi stessi, in primo luogo.

Il trailer del libro è su www.youtube.com/watch?v=T41-qnezGYI

 

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