Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Cosa vuol dire viaggiare…

L’esperienza di un cooperante in Africa Occidentale, in terre difficili e affascinanti tra la meraviglia di questi popoli, delle loro tradizioni, dei rituali, dei simboli, alla scoperta di grandi uomini. Ma anche la denuncia dell’estrema povertà e delle ingiustizie. I diritti d’autore del libro “Diario di un viaggio nella bellezza”, Ouverture edizioni, lo scrittore li devolve alla Fondazione Bras Ouvert per la realizzazione di una biblioteca itinerante in Burkina Faso

Stefano Sabatino insieme ai bimbi africani
Stefano Sabatino insieme ai bimbi africani

Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa.
Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che
mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio,
pervaso di nostalgia

 

Ernest Hemingway

 

Qual è il vero significato del viaggio? Me lo sono chiesto tante volte; ho passato notti intere, nel silenzio della mia stanza, a pensare e ripensare per trovare una soluzione ad una domanda che evidentemente non ha risposta… o non ha una sola risposta.

Alcuni viaggiano per rifuggire da se stessi, dai propri incubi, dalle proprie incertezze, altri, invece, per conoscere se stessi e i propri limiti; c’è chi viaggia per amore, per un ideale, per un sogno, chi lo fa per scoprire e comprendere l’altro diverso da sé. Per me il viaggio rappresenta probabilmente tutto questo insieme e anche di più.

La mia stessa vita è un viaggio che, devo dire, non è stato affatto semplice. Sono caduto, mi sono perso ed ho perso per sempre persone a me care, mi sono rialzato e riaggrappato alla vita, alla speranza e ricominciato tutto da capo.

L’esistenza di ogni essere umano non è altro che la somma delle idee, delle scelte, degli errori, delle speranze che ognuno di noi porta con sé, come un bagaglio a mano e che ad un certo punto ti obbliga a scegliere una strada da per-correre. Allora decidi di iniziare il viaggio che non è solo fisico, alla ricerca spasmodica e continua del senso della felicità, della bellezza, dell’infinito.

Ritratto di una splendida bambina
Ritratto di una splendida bambina

Per questo, perdonate la mia “grave patologia”… ma me ne faccio una ragione. Questa visione della vita liberticida, fondata solo ed esclusivamente sul consumo sfrenato e sull’egocentrismo sociale, ha di fatto creato e continua a creare le più terribili aberrazioni e diseguaglianze nei confronti dei più deboli della Terra, dei secondi e degli ultimi del Pianeta ed oggi, è sotto gli occhi di tutti, sta minacciando la nostra stessa società capitalistica. Aiutare questi popoli, dunque, per me significa aver dato un senso alla mia esistenza e alla ricerca di giustizia.

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Salvare un bambino, realizzare progetti che possano cambiare in meglio la vita di altri esseri umani è qualcosa d’indescrivibile, di un’estrema bellezza. È come salvare ogni giorno se stesso; è un fuoco che ti attraversa il corpo e sprigiona una forza, una volontà che ti sorprende e ti spinge a fare sempre di più, a ricercare nell’altro il tuo io, la tua ragione di vita. Che meraviglia! Lo stupore che si prova guardando un paesaggio, un tramonto, una danza tribale, i colori della terra, gli occhi di un bambino, il sorriso di una madre; l’incredulità di trovarti dentro tutta questa bellezza ed esserne par-te è qualcosa che ripaga ogni sforzo, ogni difficoltà che in-contri lungo la strada. Il viaggio diventa, quindi, la tua stessa vita e ragione di esistere.

È un atto egoistico, certo, ma è anche un gesto di grande altruismo e umanità. Aiutare e aiutarsi, ascoltare ed ascoltarsi, conoscere e conoscersi, amare e amarsi… tutto è racchiuso in queste paro-le. Il Mondo siamo noi stessi, le nostre esperienze, i nostri sogni, le nostre idee, le nostre azioni. Siamo tutti, siamo unici e irripetibili, SIAMO UN VIAGGIO.

Info: www.ouverturedizioni.it

(25/07/2014)

Cosa vuol dire viaggiare...

Conoscere altri luoghi, altri popoli, altre culture, altre religioni, distanti dalla tua conoscenza cognitiva e dalla tua formazione concettuale, è come scoprire un’altra parte della tua esistenza che fino a quel momento non riuscivi a percepire, ma che improvvisamente si svela in tutta la sua grandezza.

Constatare, con la propria esperienza diretta, che ci sono interi popoli che vivono nella miseria, che muoiono per mancanza di cibo, per una semplice influenza, per una puntura di un insetto, ti scuote dal torpore mentale nel quale sei abituato a vivere e che fino a quel momento ti obbligava a seguire un ordine di cose prestabilito e determinato dalla squilibrata “società del benessere”.

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Quello che qui affermo farà storcere il naso a qualche benpensante, che potrà sostenere che le mie idee somigliano tanto a delle ideologie e rimproverarmi di voler fare della facile retorica anti-liberista e anti-capitalistica, ma, detto proprio francamente, questa critica non mi turba minimamente. I disastri perpetrati dai vecchi e nuovi colonizzatori, dalle multinazionali, dalle banche, dalla grande finanza e da uomini d’affari senza scrupoli, in Africa e in generale nel Terzo Mondo, li ho visti con i miei occhi, sentiti sulla mia pelle e vissuti di persona.

È una tragedia immane che tutti noi occidentali dovremmo condannare e porvi rimedio. Ancora oggi, invece, assistiamo al saccheggio e all’impoverimento d’intere popolazioni, delle loro terre, delle loro materie prime, delle loro ricchezze.

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