Giovedì 7 Novembre 2024 - Anno XXII

La Rupe di Leucade nell’isola di Lefkas

Isola del Mare Ionio, magnifica tra le sorelle (Cefalonia, Itaca, Zacinto, Skorpios e mille altre) a impreziosire un mare che condividiamo. Isola carica di storia e di leggende, tra le quali spicca quella che del suicidio per amore della poetessa dell’isola di Lesbo

 L'isola di Lefkas con la sua rupe, foto Grèce-bleue.net
L’isola di Lefkas con la sua rupe, foto Grèce-bleue.net

Lefkas

o Lefkada è una meravigliosa isola antica come la nostra storia, boscosa come non si crederebbe, trattandosi di Grecia. Ha di bello che per raggiungerla non ci vuole il traghetto, perché a congiungerla con la terraferma c’è un ponte. Il suo nome antico è Leucade, da leukos, bianco, dal colore delle sue rocce, delle sue spiagge, dei suoi fondali. Il mare, salatissimo, infrangendosi sulla riva crea una spuma bianca e, per via del bianco e del cielo, diventa di un azzurro che non è facile incontrare nel Mediterraneo. La punta all’estremo sud dell’isola, chiamata Capo Lefkas, finisce con un alto sasso, anch’esso bianco, dominato da un faro. C’è un precipizio spaventoso, dove una leggenda racconta si facessero sacrifici umani e un’altra leggenda racconta si fosse gettata la grande poetessa Saffo per causa di un amore infelice.

Lefkas: una rupe per morire o una spiaggia per nuotare?
Lefkas Turisti in arrivo al Porto Katziki
Turisti in arrivo al Porto Katziki

Va bene che era un’artista (nel suo caso con l’apostrofo) e gli artisti sono bizzarri, ma suona strano che una signora di quasi settant’anni si getti in un precipizio in spregio alla bellezza di un luogo come questo, che, 26 secoli fa, all’epoca della signora di Lesbo, non doveva essere molto diverso da oggi. Forse la strada (che fa un po’ paura, affacciata com’è sul vuoto) non era asfaltata e c’era un tempio di Apollo che oggi non se la passa molto bene (non si riesce a trovarlo), ma il posto è rimasto unico e magico. No, Saffo non può aver deciso di abbandonare la vita proprio qui, da questa rupe selvaggia, davanti a questo mare meraviglioso inondato dal sole. Per colpa di un tizio che oltretutto pare fosse un personaggio mitologico. Mah. Meglio pensare che all’ultimo momento la nostra poetessa avesse cambiato idea, propendendo, invece che per il suicidio, per un bagno a Porto Katziki, una delle più belle baiette che si possa immaginare di trovare in un’isola greca. No, la Rupe di Leucade e Porto Katziki non sono posti dove morire, ma da cui rinascere come una Venere del Botticelli, come un Efebo di Maratona. Qui, anche 26 secoli dopo, quello che la natura chiede al viandante non è di morire, ma di vivere. (01/08/2014)

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