Il Castello di Leonardo…
Edificato su un’acropoli affacciata sulla Loira, il castello di Amboise divenne il principale luogo di residenza dei re Valois e cuore del potere reale nel Rinascimento. Fortezza medievale dotata di un fossato difensivo del VI sec, vi risiedettero alla fine del ‘400 Carlo VIII e la consorte Anna di Bretagna (il cui matrimonio portò la Bretagna in dote al regno), che aggiunsero alla fortezza vari alloggi e la cappella di Saint Hubert, patrono dei cacciatori, in stile gotico fiammeggiante, che accoglierà le spoglie di Leonardo da Vinci.
Al ritorno dalle sue guerre in Italia, da cui riportò vari artisti, Carlo VIII modificò il decoro degli interni e dei giardini ispirandosi al Bel Paese e aggiunse due enormi torri. Alla sua morte prematura, Anna dovette sposarne il cugino Luigi XII, a cui succedette Francesco I, il quale divenuto mecenate (e ancor più fervente ammiratore del nostro Rinascimento) ospitò ad Amboise gli artisti Andrea del Sarto e Benvenuto Cellini oltre a Leonardo, giuntovi nel 1516 a 64 anni. Il re gli aveva messo a disposizione anche il vicino castello di Clos Lucé (allora chiamato Cloux), dove morì nel 1519, e lo aveva nominato “primo pittore, ingegnere e architetto del Re”, con una pensione annuale di 700 scudi.
Dopo un periodo di abbandono quando la corte tornò a Parigi, nel 1611 Amboise vide il passaggio di d’Artagnan, capitano dei moschettieri di Luigi XIV con le sue guardie nobili. Durante la Rivoluzione il castello venne in parte demolito e passò ai duchi di Orleans; oltre alle diverse stanze visitabili, spicca nella torre dei Cavalieri un’ingegnosa rampa elicoidale che permetteva ai cavalli di raggiungere il castello dalla sottostante città. Nei vasti giardini un busto di Leonardo si erge al posto della collegiale di St. Florentin, dove Leonardo fu inizialmente inumato per sua volontà, poi demolita a inizio ‘800.
… e quello di Riccardo Cuor di Leone
A sud di Amboise, sulla riva dell’Indre, la cittadella reale di Loche è uno dei rari nuclei fortificati medievali a conservare ancora la totalità delle mura del XII sec. Al complesso, dall’atmosfera di mille anni orsono, che si affaccia con terrazze sul villaggio rinascimentale sottostante, si accede dalla quattrocentesca Porte Royale. Sul tutto si erge maestoso il torrione rettangolare (colossale per quel tempo: 36 m. di altezza e mura spesse 3 metri), di cui resta solo la struttura esterna in pietra, progettato nel 1013 da Folco Nerra, conte d’Angiò: figura leggendaria del medioevo francese, signore feudale, condottiero e stratega, che edificò molte torri fortificate, specie in quest’area allo scopo di stringere d’assedio il suo principale nemico, il conte di Blois.
Vi risiedette brevemente Riccardo Cuor di Leone quando Loche era in mano agli Inglesi. Agnes Sorel, consigliera di Carlo VII e prima amante reale ufficiale della storia francese, visse a Loche tra il 1444 e il 1450, quando morì a soli 28 anni (forse per avvelenamento da mercurio di cui si sospetta Luigi XI, che la detestava). È visitabile la torre del XIV secolo oggi a lei intitolata, con il suo camminamento; immortalata da Jean Fouquet ne ‘La Vergine col Bambino’ visibile (in copia) nel castello, fu soprannominata la «Dame de Beauté» e divenne leggendaria. Fu sepolta nella collegiale di St.Ours, chiesa romanica all’interno di Loche, dal portale ornato di ricchi rilievi nel portico-campanile. Il suggestivo monumento funebre voluto dal sovrano, affranto per la sua scomparsa, la riproduce circondata da angeli e agnelli.
A Loche, i ‘fatti’ della Storia
A Loche sono anche legate le figure di Giovanna d’Arco e di Anna di Bretagna. La prima, dopo aver condotto a 17 anni le truppe francesi a Orléans per liberarla dall’assedio degli Inglesi, incontrò a Loche il futuro Carlo VII nel 1429, per esortarlo a farsi incoronare re a Reims, dove lo accompagnerà (il re metterà poi fine alla guerra dei Cent’anni nel 1453).
La condottiera verrà però catturata dai Borgognoni e venduta agli inglesi che la faranno processare per eresia a Rouen e condannare al rogo nel 1431. Più tardi, Anna di Bretagna, regina due volte (sposò Carlo VIII e poi Luigi XII), fece ampliare il castello, trasformandolo in residenza di caccia (da cui le varie sculture di cani da caccia all’ingresso). Quest’anno si celebra il cinquecentenario della sua morte, con iniziative culturali presso i diversi castelli legati alla sua breve ma intensa vita. Da vedere il suo piccolo oratorio, un capolavoro del gotico fiammeggiante, ornato di code di ermellino in rilievo, simbolo della Bretagna.
A Loche, infine, morì prigioniero nel 1508 l’ex duca di Milano Ludovico il Moro, catturato dalle armate di Luigi XII durante le guerre d’Italia. Il re lo rinchiuse per quattro anni in una delle cupe celle scavate nella roccia di tufo sotto la torre Martelet. Preso da depressione, lo Sforza vi lasciò commoventi affreschi ancora visibili. Interessanti le sale delle torri-prigione create da Luigi XI, che sulle pareti recano graffiti lasciati da soldati e prigionieri di tutte le epoche e dove si trova una delle terribili gabbie di ferro progettate dal re. (1 – continua lunedì 6 ottobre)
(01/10/2014)
Info: www.rendezvousenfrance.com/it