Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Padova d’amare

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Weekend nella città veneta tra bellezze architettoniche e uno Spritz, a piedi sotto i portici e in bici lungo i canali. Una Padova per tutte le stagioni

Padova, Prato della Valle
Padova, Prato della Valle

Visitare una nuova città e sentirsi come a casa, anzi meglio. È quello che ho provato dopo un weekend a Padova. Partita da Milano con la scusa di andare alla (ri)scoperta dei beni dell’Unesco (dal 19 al 21 settembre il Palazzo della Ragione ha ospitato la prima edizione padovana del World Heritage Tourism Expo, il salone dedicato alla promozione e alla valorizzazione dei siti patrimonio dell’Umanità), ho finito per apprezzare “la capitale della pittura del ‘300” (così Padova è stata definita dal critico d’arte Vittorio Sgarbi), fino al punto da spingermi a dire, a vacanza terminata: “Qui ci vivrei molto volentieri”. Parte del merito è sicuramente da attribuire a chi mi ha accompagnato alla sua scoperta (grazie!).

Uno sguardo ai monumenti principali

La magnificenza della Cappella degli Scrovegni
La magnificenza della Cappella degli Scrovegni

Questa città vanta infatti numerose testimonianze di un glorioso passato culturale e artistico, che nulla hanno da invidiare a Milano. Come la Cappella degli Scrovegni, illustrata agli inizi del Trecento da Giotto, oggi uno dei più straordinari e rivoluzionari capolavori dell’arte medioevale, che da sola basterebbe a giustificare una visita in città. Fanno poi il resto la Basilica di Sant’Antonio, vero scrigno di fede e arte, che conserva i resti del famoso francescano portoghese nato a Lisbona che qui visse per alcuni anni e vi morì, da sempre meta di numerosi pellegrini da tutto il mondo nonché uno dei monumenti padovani principali; e il Duomo con annesso il Battistero dove è possibile ammirare uno straordinario ciclo di affreschi di Giusto de’ Menabuoi.

Città universitaria

Palazzo della Ragione
Palazzo della Ragione

Bellissimo anche Palazzo della Ragione. Il più importante edificio, simbolo di Padova, il cui interno lascia senza fiato non solo per le sue dimensioni (un ambiente unico lungo 80 metri e largo 27, da cui il soprannome “Il Salone”), ma anche per gli affreschi: uno dei più grandi cicli pittorici al mondo a soggetto astrologico completati tra il 1425 e il 1440 basati sugli studi di Pietro d’Abano. Quelli di Giotto andarono distrutti durante un incendio nel 1420. Anche l’Università regala un salto nell’illustre passato cittadino. Nelle aule di Palazzo del Bo passarono infatti personaggi del calibro di Leon Battista Alberti, Galileo Galilei, Niccolò Copernico. Tra le sale più importanti da vedere: il Teatro Anatomico, uno straordinario teatro in legno di noce, voluto da Girolamo Fabrici d’Acquapendente nel 1594, che permetteva agli studenti di assistere, dall’alto, alle autopsie sui corpi; l’Aula Magna, dove Galileo, a causa del forte afflusso di studenti, teneva le sue lezioni e la Sala dei Quaranta dove si conserva la cattedra di Galileo. Vicino al Bo, Caffè Pedrocchi nel secolo scorso celebre ritrovo di letterati e teatro dei moti risorgimentali studenteschi del 1848.

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