Si chiama Museo di Archeologia per Roma, ma il suo segreto è nascosto nel sottotitolo: ‘Dal Centro Storico alla Citta’ Storica’. “Una grande sfida e un segnale importante che dovrebbe servire da esempio per tutto il Paese”, ha detto il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, inaugurando l’esposizione all’Universita’ di Roma Tor Vergata. Per Franceschini “questa è la prova concreta di quanta potenzialità ci sia se si fa un investimento vero come sistema Paese nella riqualificazione delle periferie urbane. Non ci sono solo il museo, fortemente voluto, ideato e curato da Andreina Ricci, sorge infatti lontano dai luoghi che abitualmente vengono associati all’archeologia di Roma”.
Il museo di Tor Vergata punta a rendere comprensibili resti e rovine che, a Roma, sono distribuiti un po’ ovunque fuori dal centro storico, e poggia sulla convinzione che è necessario ricomporre l’impropria separazione tra ‘centro’ e ‘periferia’ e restituire a tutta la citta’ importanti frammenti di storia che i piu’ estremi margini urbani conservano e possono raccontare.
Roma fuori dai Fori
Il museo da 400.000 euro, finanziato da Arcus S.p.A., società controllata dal Mibact, attraverso il progetto “Roma fuori dai Fori”, e ideata da Andreina Ricci, docente di Archeologia classica dell’ateneo. Insieme a lei, anche Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, Ettore Pietrabissa, dg di Arcus, e Stefano De Caro, dg dell’Iccrom, il centro internazionale per lo studio e la preservazione e il restauro del patrimonio culturale. Cruciale il ruolo del Cester (Centro per lo studio delle Trasformazioni del territorio) di Tor Vergata, che da oltre 20 anni lavora sull’archeologia romana e il rapporto tra i resti del passato e la città contemporanea. “Morte” e “vita domestica” i due grandi temi del museo, rispettivamente frutto di indagini su necropoli e ville risalenti a periodi compresi fra l’età repubblicana e il tardo antico.
Info: http://museoapr.it
(21/10/2014)