Mons sarà Capitale europea della Cultura del 2015, assieme alla ceca Plzen. Con più di 300 eventi e 1000 attività culturali e artistiche, Mons 2015 vivrà una festa durante tutto l’anno. Con la collaborazione degli architetti Daniel Libeskind e Santiago Calatrava, la città confida nell’opera di una giovane generazione di imprenditori creativi per creare i suoi 5 nuovi musei che valorizzeranno le collezioni d’arte esistenti, il turismo di memoria e i suoi 4 gioielli iscritti al Patrimonio Unesco. La capitale della cultura 2015 unisce passato e presente, non dimenticando artisti che qui hanno vissuto e che hanno influenzato l’arte e la cultura come Van Gogh e Verlaine, ma dando spazio alle nuove generazioni di creatori ed artisti.
Mons, cittadina della Vallonia, capoluogo della regione belga dell’Hainault a sud-ovest di Bruxelles e non lontana dal confine francese, ha un’origine antica: il nome deriva direttamente dal latino “monte”, in quanto il nucleo storico fu fondato su una piccola collina. È anche sede universitaria, vivace per il via vai di studenti a tutte le ore ed è ricca di testimonianze storiche con molti piccoli tesori artistici come la collegiata gotica brabantina di Sainte-Waudru dai poderosi inconfondibili contrafforti, che risale al 1450, poi interrotta nel 1686, con all’interno un vasto tesoro, una preziosa collezione di oreficeria e solenni statue di alabastro.
Vero e proprio simbolo della città di Mons è il beffroi, alto 87 metri affettuosamente chiamato “el catiau” dagli abitanti, eretto nel 1673 dopo il crollo della precedente torre dell’orologio: dallo stile sobrio e dalla decorazione classica, con mura in grès di Bray ed elementi decorativi, colonne e pilastri in pietra azzurra, questa torre campanaria barocca riconosciuta patrimonio mondiale dell’Unesco suona le ore con le sue 49 campane del carillon.
Mons in tasca
Si può visitare il palazzo dell’Hotel de Ville, il municipio del XV secolo costruito per ordine di Carlo il Temerario da Matheus de Layens, il più celebre architetto del Quattrocento. A sinistra del portale del municipio si può ammirare la curiosa scimmia di guardia in ferro battuto realizzata nel XV secolo: secondo la leggenda locale, porta fortuna a chi le accarezza la testa con la mano sinistra. Nell’area tutta pedonale della piazza è stata ricavata anche un’originale fontana a spruzzo. Fra le istituzioni culturali vanno ricordati i 13 musei cittadini, ristrutturati e rinnovati di recente, con ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese. Da segnalare anche l’edificio in mattoncini rossi degli antichi mattatoi, che accoglie oggi manifestazioni ed esposizioni temporanee dedicate principalmente alle arti plastiche.
Mons è teatro ogni anno di una delle più popolari manifestazioni folcloristiche di tutto il Belgio, classificata patrimonio immateriale dell’Unesco: è la festa del Doudou, dove San Giorgio combatte il drago, a cui è dedicato anche un museo che aprirà le porte nei primi mesi del 2015. Appena fuori città si trova l’antico sito minerario del Grand-Hornu, anch’esso patrimonio mondiale Unesco, dove all’archeologia industriale si uniscono esposizioni a rotazione del Museo delle Arti Contemporanee, nonché il Parco di Avventure Scientifiche un originale museo di scienze per tutta la famiglia.
Mons è inoltre un’ottima base di partenza per escursioni in Vallonia, la parte francofona del Belgio, terra di ondulate colline e campi coltivati, dove pascolano grandi mucche di razza blu belga, con paesini graziosi, una passione per la buona tavola e numerosi centri di produzione di famose birre.
Spazio anche alle città italiane
Una destinazione da non mancare a una ventina di km da Mons è lo scenografico Chateau di Beloeil con il suo grande parco, una piccola Versailles belga. Molto interessante per chi ama le arti decorative e gli interni sontuosi che decorano ancora questo castello ricostruito a seguito di un incendio nel 1906 nelle forme del precedente castello del XIV secolo, questa proprietà privata dei discendenti dei principi di Ligne racchiude una camera da letto con baldacchino che Maria Antonietta volle identico per la sua dimora parigina, una vasta biblioteca in legno con 20.000 volumi e un parco con giardini alla francese disegnati dall’architetto Chevrotet.
Intanto, dal 2016 fino al 2019, in cui potrà esserci la città italiana di Matera, le altre candidate sono: per il 2016 Donostia-San Sebastián, Spagna e Wrocław, Polonia; per il 2017: Aarhus, Danimarca e Paphos, Cipro; 2018: Paesi Bassi e La Valletta, Malta; per il 2019: Italia e Bulgaria. Sul versante italiano buone notizie di consolazione per le cinque città escluse, a beneficio di Matera, dalla corsa per vedersi assegnato il titolo di Capitale europea per il 2019. Infatti, i sindaci delle città italiane finaliste per la Capitale europea delle cultura 2019 hanno incontrato, nei giorni scorsi, al Mibact, il ministro Dario Franceschini. Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena – secondo quanto si è appreso – saranno le 5 capitali italiane della cultura 2015. Franceschini avrebbe dunque confermato la proposta fatta il 17 ottobre scorso, quando fu scelta Matera per rappresentare l’Italia. Il riconoscimento prevedrebbe anche un sostegno economico del governo finalizzato a portare a compimento l’importante progettualità acquisita durante il percorso di candidatura a capitale europea della cultura. La proposta dovrebbe essere portata all’attenzione del Consiglio dei Ministri entro il mese di novembre.
Info: www.mons2015.eu