Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Urbino, in mostra “La Bella Principessa” di Leonardo da Vinci

Nella capitale del Rinascimento, verrà esposta dal 6 dicembre al 18 gennaio 2015 “La Bella Principessa” di Leonardo. Il suo viaggio proseguirà per Milano in occasione di Expo 2015. Vittorio Sgarbi, a cui va il merito per essere riuscito a portarla a Urbino, considera la pergamena un’opera “schiettamente leonardesca, profondamente autentica”

La città di Urbino
La città di Urbino

Il ritratto in pergamena La Bella Principessa, attribuito a Leonardo da Vinci, che raffigura una dama, di proprietà del collezionista canadese Peter Silverman, ritorna in Italia e verrà esposta nel Palazzo Ducale di Urbino dal 6 dicembre al 15 gennaio 2015.

Non aveva neanche quattordici anni quando morì eppure oggi gli occhi del mondo sono su di lei: Bianca Sforza. Per cinquecento anni non è stato dato un nome né a lei né all’artista che l’ha ritratta, entrambi chiusi nel mistero a tal punto che quando, nel 98, Christie’s la mise all’asta, a New York, la presentò come una pergamena tedesca di inizio Ottocento. La acquistò Kate Ganz, per 21.850 dollari e la tenne per sé per dieci anni cioè fino a quando un collezionista canadese, Peter Silverman la vide nella galleria della Ganz e la comprò. Silverman aveva capito che l’opera potesse essere di epoca rinascimentale. Pensava a Leonardo, ma erano 75 anni che non si trovava più un quadro realizzato da lui. Questa poi non è una tela ma una pergamena dalle misure di un blocco per appunti, 33 x 23,9 centimetri. Senza dubbio Leonardo di appunti ne ha presi davvero tanti: sono arrivati fino a noi più di quattromila fogli di disegni e annotazioni, sciolti o raccolti in codici oggi sparsi in musei e biblioteche di tutto il mondo.

I dubbi di Peter Silverman

Bianca Sforza
Bianca Sforza

Leonardo portava sempre con sé taccuini per annotazioni veloci dove inseriva le parole negli spazi lasciati liberi dagli schizzi: era il disegno, più che le parole, il mezzo principale per rappresentare la realtà e le idee. Quasi tutti sono databili dopo il 1480, con una particolare incidenza a partire dal suo soggiorno milanese. E poi aveva fascicoli più ordinati dedicati agli argomenti più svariati, dall’ottica all’anatomia, dalla meccanica al volo degli uccelli. Come poteva Silverman sciogliere il dubbio sulla pergamena che aveva acquistato? Aveva tra le mani un Leonardo o stava sognando? Decide di fotografare il ritratto per mandarlo via mail ad un grande esperto di Leonardo, Martin Kemp, docente di arte a Oxford. Quando Kemp riceve la mail vola a Zurigo a vedere la pergamena di Kemp. Forse quello di Silverman non è un sogno.
Kemp si rivolge dunque alla Lumière Technology di Parigi per studiare l’opera attraverso la scansione multispettrale ad alta risoluzione effettuata da Pascal Cotte. Voleva capire i diversi strati del disegno, dai primi tratti agli ultimi restauri.

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Indizi che fanno la prova

Urbino, in mostra "La Bella Principessa" di Leonardo da Vinci

Piano piano si componeva un mosaico di indizi che disegnavano uno scenario possibile ma mancava una data. Era stato realizzato nell’epoca di Leonardo? Cinquecento anni dopo, la scienza dà una mano al più universale artista rinascimentale e cosi, grazie al radiocarbonio, si arriva ad una datazione possibile: l’ultimo decennio del Quattrocento. Inoltre, l’acconciatura della donna ritratta indica un altro indizio: doveva appartenere alla corte milanese. Leonardo, in quegli anni era proprio a Milano per realizzare, su commissione, ritratti a corte. Ma chi poteva aver ritratto? In quegli anni ci fu un matrimonio importante: la figlia illegittima del duca di Milano, Bianca Sforza, sposa, all’età di tredici anni, il mecenate di Leonardo, Galeazzo Sanseverino. La ragazza morì pochi mesi dopo il matrimonio. Kemp decide dunque di chiamare il ritratto La bella principessa. Ma da dove arrivava quella pergamena a forma di blocco di appunti? Su questo altro interrogativo arriva in soccorso a Kemp un professore, Edward Wright, addirittura dalla University of South Florida. Wright ha un’illuminazione: il ritratto potrebbe arrivare da un libro conservato nella Biblioteca Nazionale polacca a Varsavia e dedicato appunto alle nozze di Bianca Sforza.

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