Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Turismo, quante vaccate si commettono in tuo nome…

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Improvvisazione, incapacità, incompetenze. In tanti hanno scoperto il valore dell’industria senza ciminiere però non si trova la ricetta per farla crescere. Il Turismo è “fare arrivare la gente” che va anche al Colosseo. Turismo è “anche” controllare e suggerire una valida politica dei prezzi, studiare l’allargamento della stagionalità, promuovere le località minori

Turismo, quante vaccate si commettono in tuo nome…

Scimmiottando la celeberrima massima (con la sola sostituzione di Libertà con Turismo, e di Delitti con Vaccate) spero di non fare la stessa fine della autrice della versione originale, Marie-Jeanne Roland de la Platiére, meglio nota come Madame Roland alias “La Musa dei Girondini”, ghigliottinata durante la Rivoluzione Francese. Tanto per far lacrimare quei pochi fortunati che ancora giurano sull’esistenza dell’amore coniugale preciso pure che – alla notizia che la moglie aveva perso la testa – il di lei marito pensò bene di suicidarsi.
Non si preoccupi la mia balda aficiòn lettrice: dando alla stampa un così sfidante titolo non corro rischi di finire ghigliottinato, non tanto perché dalla Rèvolution i tempi sono cambiati (in peggio, ‘allora’ qualcuno pagava, adesso finiscono ai domiciliari con donna di servizio, menu à la carte, giornali e tivù dopodiché patteggiano e/o vanno a contare barzellette a qualche coetaneo) quanto per il semplice fatto che gli Addetti ai Lavori Turistici sono fin troppo impegnati a commettere (appunto) vaccate à gogo  per pensare ai J’accuse di un pover pirla come me.

Turismo Matteo Marzotto
Matteo Marzotto

Pover pirla (e ormai tutti sanno, isole comprese, quanto di meschino designa ‘sta parola milanèsa) dopodiché spunterà pure chi mi accuserà di falsa modestia (che a mio modesto parere è più condannabile della franchezza fosse pure un filino esagerata) commentando che di Turismo, potrebbe anche intendersene un vecchio signore che – se si parla di viaggi – per quasi 6 decenni li ha, prima, accompagnati (in tal modo imparando 4 lingue anzi quasi 5), poi organizzati, poi ancora (da oltre quarant’anni) descritti in più di 1000 articoli, non senza essere stato in tutti i 6 continenti dell’orbe terracqueo fino a sommare circa 140 (dei 193 facenti parte dell’Onu) Paesi visti; beninteso abbastanza approfonditamente, mica come quel signore milanese che vantava “di essere stato all’estero” solo perché era andato a comprare le sigarette a Chiasso. E, aggiungerebbe, per concludere, il mio lodante incensatore, uno che ha girato il mondo (mica come mozzo di navi cargo né come cameriere di bar o albergo) non potrebbe forse forse saperne – non certo di più ma almeno – quanto un avvocato (tanto per dire, di Ferrara) o un peraltro ottimo manager di moda (e qui, vengo allo scoperto, mi riferisco a una polemichetta, beninteso civile e subito chiarita, che sostenni antan col Matteo Marzotto a quel tempo Capo dell’Enit)? Mah, vai a sapere.

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Le tre mosse per mettere in vetrina l’Italia del Turismo

Turismo Il Colosseo
Turismo Il Colosseo

Eccomi pertanto titolato (vedi sopra) a dire la mia (oltretutto sfruculiato da quanto scritto sul Corriere della Sera del 27/12: “Le tre mosse per mettere in vetrina l’Italia del Turismo”, Lorenzo Salvia). E commento contestualmente (in corsivo) quanto esposto nell’articolo.

1 – “Vendita di immobili pubblici da convertire in hotel”. Ma mi faccia il piacere! Vabbè vendere muri dello Stato, ma “metter su” un hotel (e poi gestirlo) è roba troppo seria (e complicata) da essere lasciata a gente che non è del mestiere (notoriamente professato dalla “iniziativa privata”, gente con la testa “tutto il contrario di quella degli statali”).

2 – “Integrazione di Enit, Commercio Estero e parte di Invitalia – Ministero dell’Economia che si occupa di investimenti” (e l’autore sentenzia: “In Italia, oltre al Colosseo c’è soprattutto da valorizzare il Made in Italy”). Ma quando mai???? Vabbè l’arte e la storia (ma lo sanno ormai tutti cos’è com’è dov’è il Colosseo e perché andare a vederlo), vabbè le magliette Armani e/o di D&G (ma lo sanno ormai tutti che sono carissime e quindi fanno “chic”). Monumenti e mutande, sia chiaro, “Importantissime” e quanto mai valide per una (ulteriore) buona immagine di un Paese, ma, ma, ma il Turismo “è un’altra cosa”!!!!

Il Turismo è un’altra cosa!

Turismo Varigotti
Varigotti

Il Turismo è “fare arrivare la gente” che magari non compra mutande però va anche al Colosseo ma solo una volta e invece tornerebbe altre 2 o 3 o 4 volte alla Pensione Conchiglia di Torre Pedrera o Varigotti. Turismo è “anche” (virgolettato, così gli addetti ai lavori di  Roma e il Solone del Corriere sono contenti) controllare e suggerire una valida politica dei prezzi, studiare l’allargamento della stagionalità, suggerire ‘offerte’ intriganti, promuovere le località minori (“vendere” Roma o Venezia o Firenze, bella forza!). Tutte cose (le suesposte a proposito di Turismo) che vanno lasciate a chi “le fa” di professione. Fare mutande o slip che siano, è invece un’altra cosa….

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Pompei chiuso a Natale e Capodanno

Turismo

P.S. Il TG Sky (del potente Gruppo Murdoch, roba che fa il giro del mondo) del 27/12 fa vedere Pompei (una delle principali mete turistiche del Belpaese) ma ‘da fuori’ perché (informa) a Natale e Capodanno questo sito archeologico unico al mondo è “chiuso” (e commenta: “per mancanza di soldi e decisione sindacale”) dopodiché si ammirano tanti bei turisti delusi (e si presume umanamente incazzati) disperatamente  vogliosi di scattare – tra le maglie della rete di recinzione – almeno una foto ricordo della loro triste vicenda viaggiatoria in Italia. In considerazione di quanto suesposto si evince che il Turismo nostrano vorrà/dovrebbe:
1) Chiedere scusa agli incazzati tour operators stranieri che “hanno mandato in Italia” i succitati “turisti pompeiani” ricavandone gravi danni di immagine professionale (ma perché mai ci hai mandato in un Paese così del menga?) e di sostanza (lavoro contabile, ridare i soldi della mancata visita a Pompei compresa nel ‘pacchetto di viaggio’).
2) Ringraziare i “Turismi concorrenti”, dei Paesi con potente appeal turistico (Spagna, Francia, Stati Uniti, Grecia….) qualora fossero così cortesi e gentili da non pubblicizzare la “faccenda pompeiana” nei più importanti “mercati viaggiatorii” (sai che bella figura ci farebbe l’incoming italiano?).

 

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