Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Foibe, la Casa del Ricordo nel cuore di Roma

Foibe, la Casa del RicordoE stata inaugurata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la Casa del Ricordo delle Foibe, per ricordare la tragedia delle foibe e l’esodo istriano, fiumano e dalmata. Le attività della Casa saranno gestite dall’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La struttura sarà aperta al pubblico dagli inizi di marzo per quattro giorni alla settimana ma ospiterà già da questo mese incontri, mostre, convegni. L’apertura di questa struttura è un altro importantissimo passo per continuare a pagare quel tributo di verità. Sarà fondamentale non solo per i tanti eventi che ospiterà, ma anche per l’organizzazione e la … Leggi tutto

Foibe, la Casa del Ricordo
Foibe, la Casa del Ricordo

E stata inaugurata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la Casa del Ricordo delle Foibe, per ricordare la tragedia delle foibe e l’esodo istriano, fiumano e dalmata. Le attività della Casa saranno gestite dall’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La struttura sarà aperta al pubblico dagli inizi di marzo per quattro giorni alla settimana ma ospiterà già da questo mese incontri, mostre, convegni. L’apertura di questa struttura è un altro importantissimo passo per continuare a pagare quel tributo di verità. Sarà fondamentale non solo per i tanti eventi che ospiterà, ma anche per l'organizzazione e la catalogazione degli archivi cartacei, fotografici e filmografici delle Associazioni, che attualmente sono dislocati in diversi luoghi della Capitale e d'Italia.

“Inauguriamo un luogo che arricchisce il patrimonio culturale di Roma”, ha esordito la delegata comunale alla Cultura, aggiungendo che “tutti i cittadini potranno accedere e dialogare con chi gestisce questa Casa. La priorità è conservare il ricordo ed è per questo che la Casa si propone anche come punto di raccolta di archivi documentali e quindi luogo di studio”.
“La brutalità e l’orrore – ha detto invece Zingaretti – sono anche utili per capire quanto sia congenito nell’uomo il sentimento di repressione delle minoranze e il Paese ha bisogno della memoria per non essere fragile e insicuro”.
“Noi esuli abbiamo assorbito le storie, il distacco dalla terra, le ostilità – ha spiegato Micich – ma abbiamo trovato a Roma anche tanta solidarietà, in particolare dal mondo ebraico. Fu una scelta forte quella di mantenere la propria identità italiana, e molti rimasero lì. Furono coinvolte 300 mila persone – ha aggiunto – per questo lo chiamiamo ‘esodo’. Ma è stata anche una pulizia etnica, ideologica”.

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(11/02/2015)

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