Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Valence, fra Rodano e Provenza

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Chi ama la Francia non può non visitare Valence. Mondointasca vi porta alla scoperta della città dove sono nati i “fidanzatini” di Peynet e dove si trova il Museo di arte e archeologia che custodisce 20mila opere sulla storia di Valence. In bicicletta nei vigneti della Valle del Rodano

Office du turisme de Valence
Office du turisme de Valence

Valence è stata per decenni una classica ville étape. I francesi del nord che si spostavano verso il Mediterraneo per le vacanze facevano tappa per una notte in questa città a sud di Lione, prima di approdare sulle spiagge della Costa Azzurra, della Provenza, del Languedoc-Roussillon. Stiamo parlando di un’epoca in cui il principale asse di collegamento che attraversava la Francia, da Parigi a Nizza, era la mitica N7, la National 7 cantata da Charles Trenet, “route des vacances, qui traverse la Bourgogne et la Provence, qui fait d’ Paris un p’tit faubourg d’Valence et la banlieue d’Saint-Paul-de-Vence.
Poi è stata costruita la A7, l’autostrada, e attraversare la Francia da nord a sud è ormai questione di meno di una giornata. Ma i motivi per far visita a Valence rimangono tanti. Uno è squisitamente emotivo, almeno per chi ama la Francia. È a Valence e nei suoi dintorni che si supera uno di quei confini non scritti, ma che in fondo fanno percepire al viaggiatore le diversità di culture, di abitudini, di stili di vita, a volte di civiltà. In pochi chilometri, appena a nord di Valence, si passa dalle tipologie di costruzione che caratterizzano tutta la Francia centro-settentrionale, con le coperture degli edifici in ardesia, alle coperture in tegole.

I “fidanzatini” di Peynet, simbolo dell’amore romantico

Tain-L’Hermitage
Tain-L’Hermitage

A Tain-L’Hermitage si passa fra vigneti dove nascono vini che hanno fama mondiale. In lontananza si scorgono le falesie di calcare del Vercors, la vegetazione comincia a diventare di tipo più mediterraneo e compaiono i campi di lavanda e gli ulivi che caratterizzano il paesaggio delle dolci colline della Drôme, a sud di Valence. Insomma, è l’atmosfera provenzale, del Midi, che si affaccia e dà il benvenuto al viaggiatore attento, anche se dal punto amministrativo siamo ancora nella Regione Rhône-Alpes.
Valence deve il suo fascino a questo mix di influenze, adagiata placidamente sulle rive del Rodano, qui già imponente dopo aver ricevuto le acque dell’Isère. Di là dal fiume, le colline dell’Ardèche si alzano più decise e ospitano, in primo piano le rovine del castello di Crussol. Prima di inoltrarci nel centro storico, facciamo una sosta al Parco Théodore Jouvet che assieme all’Esplanade du Champ de Mars e all’Esplanade J. Pic costituiscono una meravigliosa area verde di 7 ettari nel cuore della città. Fiori, alberi, canali, fontane, ma soprattutto un chiosco per le orchestrine in stile liberty costruito su progetto di Eugène Poitoux nel 1890.  Se ne incontrano molti nei parchi delle città francesi, ma è qui – davanti a quello di Valence – che il pittore e illustratore Raymond Peynet, una notte del 1942, vide un violinista che suonava per la sua unica, estasiata, spettatrice. Così è nata la prima immagine dei “fidanzatini” di Peynet, un simbolo dell’amore romantico alla francese.

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Valence e Napoleone Bonaparte l’Imperatore!

Valence, Statua Napoleone Bonaparte
Valence, Statua Napoleone Bonaparte

Quando si attraversano le Allées Jacques Pic e il Boulevard Désiré Bancel all’altezza di Place Porte Neuve, ci si imbatte nella piccola statua di un giovinetto seduto con aria pensosa, intento alla lettura di un libro. È Napoleone Bonaparte, rappresentato sedicenne nel 1785. All’epoca era sottotenente di artiglieria, di stanza a Valence, appena uscito dalla prestigiosa Ecole Militaire di Parigi, primo corso a diventare ufficiale dell’esercito francese. A Valence, per la prima volta dopo sette anni d’internato e di sofferenze dovute alla sua origine isolana in mezzo al fior fiore dell’aristocrazia francese, Napoleone si sente libero: “Libre, je suis libre!” sono le sue parole sulla strada che lo porta verso il Midi. A Valence, Napoleone arriva bambino e ne riparte uomo: qui imparerà a stare in società, a ballare, a giocare a scacchi, a migliorare un po’ la sua conversazione di uomo taciturno, a intrecciare relazioni e a lanciarsi in qualche corteggiamento, non troppo fortunato, con fanciulle della nobiltà locale. Il giovane gracile, con i capelli lunghi, dal colorito pallido non ha ancora il carisma del futuro Imperatore e con le donne di Valence non ebbe grande successo. Comunque, il futuro vincitore di Austerlitz, si ricorderà sempre dei suoi amici della Drôme e una volta sul trono per loro avrà un occhio di riguardo. È a Valence, sulla strada dell’esilio verso l’isola d’Elba, alla fine dell’aprile 1814, che Napoleone sentirà per una delle ultime volte dei francesi gridare “Vive l’Empereur!” Anche nella disfatta, i valentinois non lo rinnegarono.
Chiedendo all’ufficio del turismo, si avranno indicazioni per seguire un “itinerario napoleonico”, inseguendo i luoghi dove Bonaparte soggiornò o ebbe incontri con i notabili locali nelle 18 volte che ebbe occasione di ripassare a Valence.

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