Nel 2019 Matera è stata designata a ricoprire il ruolo di capitale europea della cultura. Una grande responsabilità per una città che ha collegamenti ferroviari insufficienti per un appuntamento che dovrebbe portare turisti da varie parti d’Europa. L’evento però è anche foriero di iniziative e progetti per arrivare come nel caso della mozione “Basilicata 2019 – Scaviamo il Futuro” che sarà discussa nel prossimo consiglio regionale.
La proposta parte dal dato reso noto dall’Azienda di promozione turistica, che rileva che nel 2014 la Basilicata è stata visitata da 81.000 stranieri, con un incremento rispetto all’anno precedente del 15 per cento e con una prospettiva di crescita per i prossimi anni visto il riconoscimento di Matera quale Capitale Europea della Cultura per il 2019. Il progetto “Scaviamo il futuro”, come si legge nel testo della mozione, rappresenta un’occasione per definire e programmare attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, assetti insediativi, beni culturali e paesaggi pensando all’archeologia come ‘vagoni’ di un treno culturale da legare alla locomotiva di Matera che porta verso la crescita strutturata di tutto il territorio regionale. In altri termini, l’archeologia del territorio lucano come offerta per i potenziali turisti. Non solo, lo studio e la conoscenza del patrimonio archeologico e culturale regionale permette di valutare il livello di vulnerabilità attuale e di programmare forme di tutela, fruizione e promozione adeguate.
La mozione proposta dai componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale, qualora venga approvata, impegnerà il presidente della Giunta regionale “ad aprire un confronto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con le competenti Soprintendenze della Basilicata e le Associazioni di categoria” e a interloquire con le altre Regioni, in particolare Campania e Puglia, per la valorizzazione delle risorse archeologiche, attraverso progetti di valorizzazione extra regionali (Grande Progetto Pompei, Museo della Magna Grecia di Taranto), da finanziare tutti con fondi dell’Unione Europea. Tutto in una strategia più ampia di macroregione dove le politiche culturali, turistiche e produttive siano ridisegnate complessivamente nel loro rapporto con l’intero territorio regionale e con quello delle regioni limitrofe.