«Treccani 1925-2015 – La cultura degli italiani» a 90 anni dalla istituzione della famosa enciclopedia voluta dal regime fascista, che sopravvive nonostante gli anni, conservando il fascino della cultura che si rinnova. “Un’enciclopedia non è un libro scritto da una sola persona. E neppure una biblioteca. Ha della biblioteca la molteplicità, anzi l’universalità della materia e degli autori, ma deve avere in qualche modo anche l’unità del libro”, così scriveva il filosofo Giovanni Gentile. Il 18 febbraio 1925, su iniziativa dell’industriale tessile e senatore Giovanni Treccani, nasceva a Roma l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato con l’ambizioso progetto di contribuire in modo determinante alla crescita culturale italiana con quella che diventerà per tutti l’Enciclopedia Treccani.
Una mostra ospitata a Roma dal primo aprile fino al 24 maggio nella gipsoteca del Complesso del Vittoriano, vuole conservare l’idea principe dei suoi ispiratori, ideatori e fondatori. Riflettori puntati, dunque, sulle voci e le pubblicazioni dell’Enciclopedia Treccani, uno dei principali strumenti del sapere dell’Italia moderna. Fino ai giorni nostri. Tutto iniziò nel 1925, quando Giovanni Treccani degli Alfieri, con il contributo di Giovanni Gentile, creò l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana che si proponeva di costruire un’opera editoriale che doveva essere in grado di contribuire in modo determinante alla crescita culturale italiana anche attraverso la collaborazione straordinaria di studiosi internazionali. Negli anni attorno all’Enciclopedia si costituì una fitta rete di rapporti: da Giovanni Gentile a Enrico Fermi, da Filippo Tommaso Marinetti a Federico Chabod, da Claude Lèvi Strauss a David Ben Gurion, da Lionello Venturi a Rita Levi Montalcini.
Come nasce la cultura enciclopedica
La mostra è suddivisa in tre sezioni
e un prologo che racconta la nascita della cultura enciclopedica e della biblioteca della Treccani attraverso i preziosi volumi che ne fanno parte. La prima sezione, dagli anni della fondazione al 1945, illustra la nascita dell’Enciclopedia e il dibattito culturale e scientifico che ne fu alla base. Visibili rari documenti d’archivio come le lettere di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile. Nella seconda sezione (dal 1945 al 1970) i protagonisti sono l’Italia della Liberazione e il ruolo dell’Istituto come luogo di un’erudizione anti-ideologica, il Dizionario Biografico degli Italiani e l’Italia del boom, con il racconto delle vite, il lemmario ancora risorgimentale, il metodo di lavoro degli otto tempi, con materiali che esemplificano le fasi in cui erano suddivise la stesura e la redazione definitiva delle voci dell’Enciclopedia. La terza sezione, che va dal 1970 a oggi, è incentrata sulle scienze dure e biomediche, sul vocabolario e la lingua italiana, sulla Treccani tra arte e paesaggio seguendo tutti i passi della rivoluzione digitale. Qui trova spazio un focus sul lavoro artigianale: un singolo volume diventa esempio di una lunga tradizione manuale che vede al lavoro tipografi e legatori, ancora impegnati in una delle eccellenze del fare italiano.
La storia d’Italia in un chilometrico itinerario del sapere
La mostra è stata curata da Loreta Lucchetti, Alberto Melloni e Marco Pizzo e non è un’occasione solo per rivivere il percorso della cultura italiana, ma anche per ripercorrere la storia del nostro Paese. Come un chilometrico itinerario nel sapere, le pareti della gipsoteca del Vittoriano saranno scandite dalle parole chiave che hanno accompagnato la cultura italiana e mondiale dal 1925 al presente. Una voce per ogni anno, un filo rosso che si intreccia ai libri editi dalla Treccani e che accompagneranno il visitatore nel suo viaggio nella storia dell’Enciclopedia Italiana. ”Nelle tre sezioni – racconta Melloni – si scopre che l’idea dell’Enciclopedia nacque ben prima dell’intervento di Treccani. Che è stata sempre autonoma nella libertà di giudizio, come dimostrano le lettere della polizia”, che l’accusano di essere antifascista, poi modernista e anche filo-ebraica”. Soprattutto, accanto ai ”leggendari 8 tempi” in cui si scandiscono ancora le voci, si scoprono i tanti illustri esperti che hanno collaborato a scriverle, dal contratto per la stesura di ”Atomo” firmato da Enrico Fermi, agli appunti di Benito Mussolini su ”Fascismo” e poi l’autografo della voce ”Umberto Boccioni” di Filippo Tommaso Marinetti. ”Tutti passibili di revisioni e correzioni – precisa Melloni – come è accaduto per David Ben Gurion alla voce Sionismo”. Oltre all’assoluto rigore scientifico, tra i meriti dell’Enciclopedia, ricorda Pizzo, ”anche l’aver scelto sempre grandi esperti, prima ancora che diventassero i nomi celebri che abbiamo conosciuto tutti. Accadde per Levi Strauss come per Rita Levi Montalcini, che negli anni ’90 per l’Enciclopedia delle Scienze formò una squadra con sei futuri premi Nobel”. Fu lei, aggiunge Lucchetti, ”a dare impulso all’ingresso delle donne nei comitati scientifici dell’Istituto”. Tra gli acquarelli originali di Carlo Lorenzetti e Mimmo Paladino per i volumi d’Arte, ecco anche la prima versione a stampa del Dialogo di Galileo Galilei, un focus sul lavoro artigianale per la rilegatura di ogni volume e le postazione multimediali per ”navigare” in 90 anni di Enciclopedia. Il futuro della Treccani? ”Oggi abbiamo anche un portale on line con 5 miliardi di segni e 400 mila utenti singoli al giorno – risponde Melloni – tantissimi per un’opera di cultura, ma non abbastanza rispetto ai 7 milioni di ragazzini con un tablet in mano”.