Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Firenze vista attraverso tre segreti

Miti e leggende hanno sempre suscitato interesse e curiosità. A Firenze, nella culla del rinascimento, alle meraviglie dei capolavori custoditi si accomunano anche curiosità e leggende popolari

Santa Maria del Fiore, Firenze
Santa Maria del Fiore, Firenze

Firenze, culla del Rinascimento, è una delle rare città al mondo dove le nuvole, le piante, le colline che la circondano, sono le stesse che si trovano raffigurate nei dipinti conservati nei musei. Le cose da vedere in città sono davvero molte e forse una sola visita non basta. Però anche solo salire su due gemme come la Torre di Adinolfo (quella di Palazzo Vecchio) e il Campanile di Giotto, magari in giorni differenti e ammirare dall’alto il profilo della città e il panorama che la circonda toglie il fiato.
Spesso per chi non dispone di grandi risorse deve trovare un compromesso tra le cose da vedere, il tempo che ci si deve fermare e i costi degli alloggi. Perché Firenze non ci si stanca mai di vederla e di scoprire angoli nuovi, curiosi e a volte anche segreti. In questo servizio vogliamo raccontare proprio tre piccoli segreti, leggende popolari,  sconosciuti ai più. Nelle vicinanze di questi luoghi, in perfetto clima artistico fiorentino, a pochi minuti a piedi si può alloggiare negli ostelli come all’Hostel Archi Rossi, al Plus Florence o all’International House Florence oppure scegliere tra altre alternative cliccando qui.

La testa del bovino
La testa del bovino

La testa di bovino. Tornando alle curiosità e leggende popolari iniziamo con la quella di Piazza del Duomo con la enorme Cattedrale di Santa Maria del Fiore e il Campanile di Giotto. Lungo la fiancata sinistra della Cattedrale, su un cornicione, si trova una testa di bovino. Esistono due storie che spiegano il perché fosse stata posizionata lì. La prima racconta di una testa di mucca posizionata lì per rendere omaggio a tutti gli animali che erano stati impiegati per la costruzione del Duomo. La seconda, maturata col trascorrere degli anni, secondo le dicerie popolari, ha assunto toni un po’ più piccanti. La testa sarebbe di un toro che uno dei mastri carpentieri che lavorava alla costruzione del Duomo decise di posizionare lì. Si narra che il mastro carpentiere avesse una relazione con la moglie di un panettiere che lavorava in una bottega nelle vicinanze, una volta scoperti i due dovettero chiudere la relazione, il toro fu messo lì per beffeggiare il marito (cornuto) e in una posizione dove lui stesso potesse vederlo.

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Perseo in Piazza della Signoria
Perseo in Piazza della Signoria

Autoritratto nascosto dietro la nuca di Perseo. Altro interessante segreto da scoprire è la storia della famosa scultura bronzea in Piazza della Signoria, all’interno della Loggia dei Lanzi, che raffigura il Perseo con la testa di Medusa, realizzata da Benvenuto Cellini. Tra le molte opere ospitate nella Loggia, spicca il meraviglioso Perseo trionfante che tiene per i capelli la testa recisa di Medusa e con l’altra impugna la spada. Seci sii pone alle spalle della statua e si guarda verso l’alto la nuca del Perseo, si svelerà chiaramente un volto umano che è appunto il volto di Cellini. Bisogna ricordarsi che l’autoritratto è poosto in una zona d’ombra e senza il sole è difficile da vedere. Si crede che ciò sia dovuto alle difficoltà incontrate dall’artista nella creazione dell’opera, oppure, che lo stesso Cellini abbia voluto raffigurare proprio il suo volto in una sorta di autoritratto.

La finestra sempre aperta di Palazzo Budini-Gattai. Una storia di fantasmi e di amore e fedeltà eterni. La leggenda che avvolge Palazzo Budini-Gattai, o meglio l’ultima finestra di destra dell’ultimo piano, non poteva non entrare tra i segreti della città di Firenze. La storia vede coinvolta una nobildonna perdutamente innamorata di un Grifoni, una volta sposatasi con l’amato, i due andarono a vivere a Palazzo Budini – Gattai. L’amato fu chiamato a combattere e l’innamorata lo salutò per l’ultima volta proprio dalla finestra dell’ultimo piano, dove lo attese fino alla morte. Il marito non fece mai ritorno. Quando i parenti portarono via il corpo dalla stanza, tentarono di chiudere la finestra, ma si scatenò un putiferio che costrinse i familiari a tenerla sempre aperta per non privare lo spirito inquieto e devoto, della vista sulla piazza e della speranza del ritorno.

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