Napoli è la città più bella d’Italia
. Lo hanno deciso e stabilito i lettori inglesi del quotidiano britannico The Telegraph. Per il 65 per cento dei lettori è Napoli la città più bella d’Italia: Roma, è seconda con solo il 13 per cento delle preferenze, Firenze, terza, con un magro 9% ma il sondaggio è ancora aperto. A ribadirlo ancora con più forza è stato, nel lungo reportage sull’edizione online dello stesso quotidiano, il reporter Stanley Stewart, il quale, tra i dipinti di Pompei e i vicoli del centro storico di Napoli, si è letteralmente innamorato della città tanto da rimanere quasi stupito dall’apparente mancanza di un adeguato numero di turisti, in quella che considera un “gioiello sottovalutato” dell’Italia.
Una debolezza che è al tempo stesso un punto di forza: “Per chiunque conosca Napoli, la mancanza di visitatori è al tempo stesso uno dei misteri e delle gioie della città”, scrive Stewart. Il quale torna su questa apparente contraddizione pensando a tutte le bellezze che è possibile visitare nel capoluogo campano: il gabinetto segreto del Museo archeologico con l’arte erotica pompeiana, i capolavori di Caravaggio e di El Greco custoditi a Capodimonte, la scultura del Cristo velato nella cappella Sansevero e il Caravaggio del Pio Monte della misericordia.
“A Roma, Venezia o Firenze ci sarebbero code, biglietti e folla”, dice Steward. Il reporter inglese non si limita alle opere d’arte: anche i muri della città, con le loro scritte e le dichiarazioni d’amore, raccontano molto di Napoli, della passione dei suoi abitanti. Il centro storico ha una sua bellezza oscura, e la città possiede una teatralità e un caos orientale che hanno affascinato il giornalista forse più dei consueti cavalli da battaglia, rappresentati dal cibo, pure menzionato inevitabilmente tra le attrattive che fanno di Napoli un luogo da visitare.
Quello che però ha colpito di più il reporter inglese è la resistenza della città alla “gentrification”: “Ci sono quartieri fashion come Chiaia, dove belle persone passeggiano tra boutique costose ed eleganti bar. Ma il cuore pulsante della città, i vecchi quartieri del centro storico, i palazzi fatiscenti e le strade anarchiche, non sono state sterilizzate con wine bar di tendenza o filiali di Zara”, spiega Steward, che, alla fine, non può fare a meno di citare Goethe e la meraviglia provata non solo di fronte al suo golfo, ma all’intera città.
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