Saranno restaurati ma anche studiati come la Sindone, per la prima volta, i ‘calchi’ delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., custoditi negli Scavi di Pompei. Il lavoro di restauro avverrà nel laboratorio della Soprintendenza, dove è appena iniziato il trasferimento dagli attuali ambienti espositivi. Il restyling è stato inserito nell’ambito del Grande Progetto Pompei. Sono in tutto 86 i calchi di Pompei. Sono tra i reperti più affascinanti e «terribili» del patrimonio di Pompei: i calchi delle vittime dell’eruzione saranno al centro di interventi di restauro previsti per il Grande Progetto Pompei: venti saranno nuovamente esposti dal 27 maggio nell’ambito dell’esposizione «Pompei e l’Europa. 1748 – 1943».
Gli ottantasei calchi, presenti in alcuni degli edifici più rappresentativi della città romana (Macellum, Granai, Terme Stabiane, Villa dei Misteri), saranno momentaneamente trasferiti presso il laboratorio di restauro della Soprintendenza per gli interventi di restauro e studio. Oltre alla sede principale del laboratorio, saranno allestiti alcuni cantieri anche presso l’area dell’Insula Ocidentalis, l’Orto dei Fuggiaschi e nelle vicinanze di Porta Nocera. L’intervento, primo a riguardare contemporaneamente tutti i calchi pompeiani, oltre a consentire la ricomposizione di alcuni ritrovati in frammenti, come quelli presso via di Nola, sarà anche un’occasione di studio: raggi X, studi specifici sul Dna, ricostruzioni con laser scanner ed anche la ricomposizione di alcuni calchi ritrovati in frammenti. Contemporaneamente proseguiranno i lavori all’Anfiteatro che sarà riaperto in occasione dell’inizio della mostra.
(08/05/2015)