Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Pompei e Caserta potrebbero sparire per incuria e degrado

La Reggia di Caserta

La Cnn ha stilato una classifica di luoghi “Last chance to see”, luoghi destinati a “scomparire” per svariate ragioni, tra cui figurano degrado, incuria, e abbandono. Tra questi ci sono anche Pompei e la Reggia di Caserta

Tokio
Tokyo, le tradizionali case ‘Michiya’

La Cnn ha stilato una classifica di luoghiLast chance to see“, luoghi destinati a “scomparire” per svariate ragioni, tra cui figurano, purtroppo, non solo guerre e cambiamenti climatici, ma soprattutto degrado, incuria, e abbandono. Ci sono isole che verranno sommerse dall’oceano. Ghiacciai che si scioglieranno e scompariranno, inghiottiti dalle acque artiche. In molti di questi casi probabilmente non potremo farci nulla, anche riuscissimo a fermare il global warming. Ci sono poi monumenti, palazzi storici, siti patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco o ancora piccoli gioielli di arte e architettura sparsi per il mondo che sono ‘sull’orlo dell’estinzione’, scrive la Cnn.

Reggia di Caserta e Pompei sono destinate a scomparire
La zona archeologica di Pompei

Tra questi, due sono in Italia: Pompei, appunto, e la Reggia di Caserta. Il sito archeologico romano è al centro di polemiche e preoccupazioni, soprattutto da quando sono crollati parte del Tempio di Giove e della Casa dei Gladiatori, due delle principali attrazioni dell’antica città romana sommersa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C, cristallizzata e preservata nei secoli da un’improvvisa pioggia di cenere e lapilli. “Senza un lavoro di messa in sicurezza dell’intera area e un sistema di drenaggio dell’acqua piovana, Pompei è destinata a crollare”, ha detto il capo della Commissione Nazionale Italiana dell’Unesco, Giovanni Puglisi. Per ora, però, fa ancora il pieno di visitatori.
La Reggia di Caserta invece vede un’emorragia continua di turisti. Degrado e sporcizia non aiutano quella che viene considerata la nostra ‘Versailles’. Una sezione del soffitto è crollata nel 2014: ha ceduto una trave due piani sopra gli appartamenti storici che potrebbe subire danni da eventuali infiltrazioni.

Gerusalemme
Gerusalemme

Prima di inoltrarci per mari ed oceani oltre l’Europa, il Paese che compare più volte in questa lista di 25 posti è la Gran Bretagna: ci sono i contenitori del gas vittoriani; la stazione degli autobus di Preston nel Lancashire; la città marittima e mercantile di Liverpool, la centrale elettrica di Battersea, a Londra; i cosiddetti “Giardini di Robin Hood”, sempre nella capitale inglese, esempio di architettura brutalista. A Londra c’è anche la strada georgiana di Kentish Town, che risale al 1780. Chiamata “Piccola strada verde”, il gruppo musicale rock dei Kinks le hanno dedicato un video per la canzone “Dead End Street” del 1966.
I lampioni a gas della Berlino di fine Ottocento. Sono oltre 40mila, risalenti alla Belle Epoque e sono da proteggere. Verranno sostituiti da un’illuminazione più efficiente ma gli appassionati del patrimonio urbanistico culturale vorrebbero trovare una soluzione per non farli scomparire.
Nella Gerusalemme sacra per tre religioni diverse, stritolata dall’infinita guerra israelo-palestinese, a rischiare è la cupola della Roccia che svetta al centro del monte del Tempio.
In Medioriente c’è anche la parte antica di Beirut, in Libano. Quello che resta dei suoi palazzi, dilaniati da bombardamenti e decenni di guerre civili, è ora nelle mire di costruttori e immobiliaristi che vorrebbero trasformarli in appartamenti di lusso.   

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Monastero-di-Petra
Il Monastero di Petra

A Petra, ‘città rosa’, in Giordania, dove la superficie esterna del a rischiare è  il tempio di Al Khazneh, dove la superficie esterna si è ridotta di quasi quattro centimetri nell’ultimo secolo, e non solo a causa di pioggia e vento. Milioni di mani che lo toccano contribuiscono alla sua erosione.
In Turchia è una diga a minacciare l’antica città sul fiume Tigri, Hasankeyf. Nonostante le controversie, sembra che il governo sia intenzionato a perseverare nel progetto che rischia di inondare completamente la zona. Il sito verrà letteralmente ‘spostato’ da un’altra parte e i 50mila abitanti risarciti in qualche modo: questo sarebbe la soluzione.
In Giappone le tradizionali case ‘Michiya’ stanno scomparendo per lasciare spazio a palazzi moderni e non se ne possono costruire di nuove (il divieto risale alla seconda guerra mondiale).

Mozambico
L’Isola di Mozambico

L’isola di Mozambico, davanti alle coste africane dell’omonimo Stato, è nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità dal 1991. Dopo il tifone del 1994, questo caratteristico fazzoletto di terra, ex colonia portoghese, è minacciato da un turismo sempre più aggressivo, in assenza di un piano di conservazione ambientale.
In Bolivia c’è la città coloniale più alta del mondo: Potosì si trova a 4900 metri di altitudine nella montagna di Cerro Rico ed è minacciata da cinque secoli di estrazione mineraria. Ricca di argento grezzo, la montagna è stata rosicchiata ed è in pessime condizioni: porosa e instabile rischia di collassare con una parte dell’estremità che si sta letteralmente sbriciolando.
Non i picconi, ma le bombe di Al-Qaeda. Nell’antica città di Timbuctù, in Mali sono state responsabili del crollo di una parte della Moschea di Djingareyber: come se la desertificazione e i cambiamenti climatici non bastassero, due tombe sono state distrutte in un attacco terroristico di un gruppo islamista affiliato di Al-Qaeda nel 2012.
Anche la Russia e gli Stati Uniti non se la passano bene. La prima con la “casa di Melnikov” a Mosca, un edificio cilindrico costruito nel 1929 dall’architetto d’avanguardia Kostantin Melnikov. Abitata dalla nipote, oggi è a rischio crollo per gli scavi dovuti alla costruzione di un parcheggio sotterraneo in una zona adiacente. A Cincinnati c’è un’antica stazione dei treni risalente agli anni Trenta che necessita di una ristrutturazione, come è spiegato nel sito dei luoghi storici considerati più in pericolo negli Stati Uniti.

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