Nella piccola Montinelle, incantevole frazione di Manerba del Garda c’è, in una (ovviamente) piccola corte, un piccolo ristorante, la Corte Antica. Con un grande chef, che prepara ottimi piatti siciliani, più o meno rivisitati ma sempre buoni. In sala c’è un cameriere che è un tesoro. Prima che ordini, come vuole la cortesia, arriva un assaggino di caponatina ed è un peccato che sia così pochina, perché uno ne mangerebbe volentieri un cucchiaio in più.
Il re degli antipasti è l’arancino nero, che all’esterno è proprio nero, fatto con il nero di seppia. Sopra ci sono dei calamaretti così morbidi e bianchi e delicati che, appoggiati al sontuoso croccante arancino, creano un piacevole contrasto.
E chi lo sapeva che bisognava andare nel bresciano per trovare un signor pesto alla trapanese o specialità come il pistacchio di Bronte, la colatura di alici di Cetara, la ricotta di bufala affumicata?
La calamarata, il branzino alle mandorle, la cotoletta di pesce spada con la salsa tartara al pistacchio sono gustosi e pure i dolci sono preparati con grazia.
Corte antica e poi arriva Biagio
E poi al tavolo arriva Biagio. Biagio Bondi è il giovane chef della one-man-band che è la sua cucina. La cucina di Biagio è il risultato di un ricordo, di una sensazione, di un’emozione. Il confine tra tradizione e innovazione è labile. L’essenza della tradizione è la base del suo lavoro, l’indispensabile tela su cui, poi, dipingere il quadro. Nella sua arte culinaria, in cui regnano piatti della tradizione siciliana «rivisitata in chiave gourmet». Un aroma, una spezia, un ingrediente segreto fanno la differenza per esaltare i gusti, colorandoli di sfumature inaspettate. Praticamente alla Corte Antica, fanno tutto lui e il suo aiuto, cosa che fa apprezzare ancora di più quello che si è mangiato. Perché non è facile preparare piatti di questo livello e fare tutto da soli, dal pane alla pasta frolla alle salse eccetera. Bisogna essere proprio ben organizzati. Certo un po’ si deve aspettare, ma non sempre l’attesa delle pietanze è un dispiacere.
Il bello di Biagio è che, quando viene al tavolo a domandarti se la cena ti è piaciuta, non lo dice tanto per fare, ma perché gli interessa davvero. E, se vuoi, con il suo accento siciliano e i suoi modi teneri ti spiega nel dettaglio il come e il perché di tutto quello che hai mangiato. Biagio è magro, forse perché, facendo tutto in casa, non ha molto tempo per mangiare. Praticamente vive nella sua cucina e sa fare tutto, ma proprio tutto, quello che serve (a parte le stoviglie e il vino, che acquista altrove). In tempi di chef improvvisati o settoriali non è cosa da poco. E bravo Biagio.
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