Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Valencia, la città tra futuro e passato

Valencia panorama delle citta

Innovazione e vivibilità, la Valencia futurista ha saputo reinventarsi conservando lo spirito antico. Il turista e il visitatore di ogni età può goderla pienamente girandola a piedi. La città li accoglie con l’ordine e la puntualità dei mezzi pubblici ma anche con menù anticrisi e poi arte, architettura e tanto divertimento…

Valencia, la città tra futuro e passato

Dopo Barcellona e Madrid, Valencia per numero di abitanti (circa 800 mila) è la terza città della Spagna. Il bello di questa città è che ha saputo reinventarsi, conservando l’anima antica, ma abbinandoci aspetti che hanno saputo “tinteggiarla” di nuovo. E così scopri che fuori dalla città vecchia c’è un mondo nuovo che ti aspetta. Una spettacolare Marina Real Juan Carlos I rimessa a nuovo nel 2007 per la partenza dell’America’s Cup e un circuito cittadino per la F1 che fa concorrenza a quello di Montecarlo… E poi ancora una spiaggia di sabbia fine come quella di La Malvarrosa che è colore, incanto e accoglienza. Valencia ti riceve con l’ordine e la puntualità dei mezzi pubblici. Autobus e metro che ti portano ovunque con la frequenza di chi non deve perdere la giornata nell’attesa. Valencia è il sole e l’azzurro della Spagna, è un’area pedonale sicura e “monumentale” ed è il verde di parchi infiniti. Non c’è bisogno di fare indigestione di musei (anche se ce ne sono ben 34) a Valencia. In questa città ci vivi e ci “mangi” dentro.

Valencia scoperta e amata dagli italiani

Uno sorso di
Uno sorso di “horchata” da Santa Catalina

Sempre più italiani hanno imparato non solo a scoprirla, ma anche a tornarci, invogliati dai voli low cost (l’aeroporto de Manises è a 10km e 20 minuti dal centro a cui è collegato dalla metro, con due linee, la 3 e la 5) che ti tolgono l’inverno e ti assicurano, perlomeno, la primavera eterna. Prendetevi un break e in meno di due ore volate a mangiare paella (rigorosamente di marisco) e bere horchata (bevanda rinfrescante con acqua, zucchero e il latte estratto dalle radici di una pianta simile al papiro). Fatelo con calma e gustatevi ogni secondo, senza rincorrerlo. L’intera città si suddivide in distretti, mentre il centro storico si compone di tre quartieri: il barrio del Carmen, il centro historico Nord e quello Sud. Li girate tranquillamente a piedi, con la vostra digitale compagna fedele. Vi accorgerete che, nonostante la crisi che non ha certo fatto sconti alla Spagna, questa è una città di grande dignità. Non ci sono clochard, non ci sono questuanti neppure davanti alla Cattedrale.

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Valencia e la sua Cattedrale: romanico, barocco e gotico

La cattedrale simbolo della città
La cattedrale simbolo della città

Da lì è una godibile camminata (un paio di chilometri) arrivare fino in centro attraverso il verde che oltrepassa il fiume Turia. Un balzo dal futuro al passato, di cui Valencia è orgogliosissima. Il cuore storico risale in buona parte al ‘400, quando era il più grande insediamento dell’Europa cristiana e la sua Cattedrale, costruita originariamente nel 1262, e restaurata nei secoli successivi, resta un gioiello per varietà di stili: romanico, barocco e gotico. Stupende le vetrate e l’imponenza delle navate. A soli 200 metri dalla Cattedrale, la basilica della Vergine, chiesa barocca del XVII secolo: è il simbolo della città ed è al centro della festa più importante, quella di “Las fallas”, che saluta l’arrivo della primavera. Sotto il profilo religioso c’è l’offerta di fiori alla Vergine degli Abbandonati, patrona di Valencia. Migliaia di falleros e falleras in abiti tradizionali giungono da ogni parte della Comunitat Valenciana e, con una particolare coreografia, portano l’offerta della loro città alla Vergine.

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