Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Oriolo, la primavera arriva con l’antico rito dei “Lòm a Mêrz”

Oriolo Lom a Merz 2015

Sabato 27 febbraio nel parco di Oriolo dei Fichi, nei pressi di Faenza, appuntamento sotto le stelle. Si rinnova il rito del grande falò propiziatorio. Una festa per la primavera con la riscoperta del pane e dei prodotti tipici del territorio, musica e divertimenti per tutte le età

Oriolo la torre
Dalla Torre di Oriolo dei Fichi si estende lo sguardo sulle colline faentine

Oriolo dei Fichi è un piccolo nucleo abitato a circa 9 km da Faenza. Attorno al borgo e all’antica torre si estendono le colline faentine. Come da tradizione, ogni anno per celebrare l’arrivo della primavera, tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, viene riproposto l’accensione di falò, la recita degli scongiuri propiziatori per invocare un buon raccolto, la condivisione dei prodotti della terra. Una festa popolare romagnola condita con musica e balli sotto le stelle. Quest’anno, l’appuntamento nell’affascinante parco di Oriolo, per fa rivivere i “Lòm a Mêrz”, è sabato 27 febbraio.
Il programma è stato messo a punto dall’Associazione Torre di Oriolo, e prevede il ritrovo alle ore 17 di sabato a Oriolo dei Fichi. Prevista una visita con una guida l’antico fortilizio costruito nel corso del Quattrocento dai Manfredi, i signori di Faenza, ammirando dall’alto della torre il panorama circostante; mentre nel parco sottostante saranno proposti cibi e vini tipici del territorio.

La riscoperta de pane

Oriolo Lom a MerzL’edizione 2016 di Lòm a Mêrz avrà come protagonista il pane, alimento sacro e intimamente legato all’agricoltura. Un alimento che nella società opulenta rischia di essere relegato a semplice elemento di contorno.
A Oriolo si potrà gustare il pane tradizionale prodotto con le farine dei grani antichi Ardito, Senatore Cappelli e Gentil Rosso, riscoprendo i gesti semplici e sapienti della sua preparazione e della conservazione.
A partire dalle ore 18.30 ci sarà l’accensione di un grande falò dove si bruceranno i rami secchi, i resti delle potature e, simbolicamente, i rigori dell’inverno per risvegliare la terra e invocare l’arrivo di una primavera favorevole per il raccolto nei campi. A seguire inizieranno i canti e le danze attorno al fuoco con la musica dei Quinzan, mentre alle ore 21 l’appuntamento è con Roberto Amadio e le sue zirudele, componimenti umoristici in dialetto.
All’interno della Torre di Oriolo, si potrà visitare la mostra fotografica “Metamorfosi del cibo” a cura del fotografo Mirco Villa, dalle ore 19.30 alle 21. Per il divertimento dei bambini c’è il laboratorio creativo e i giochi della Tata Fata.
In caso di maltempo l’evento sarà replicato domenica 28 febbraio con inizio alle ore 16.30.

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