Chambéry, antica capitale dei Duchi di Savoia, è una piccola città d’Arte (60 mila abitanti) con numerosi edifici storici. Situata alle porte delle Alpi tra laghi e montagne, conserva un forte legame con l’Italia. Il centro storico, perfettamente restaurato, è un invito a visitare i suoi viali misteriosi con numerosi passaggi coperti. Passeggiare nei vicoli stretti del nucleo antico è come trovarsi tra i carrugi di Genova, mentre a Rue de Boigne sembra di essere sotto i portici di via Po a Torino. Camminando e guardandosi in giro per Chambéry si ha la sensazione di fare un viaggio nel tempo. Si resta sorpresi e incuriositi davanti alla Fontana degli Elefanti (formata da quattro metà di elefanti disposti a forma di croce di Savoia) con in alto la statua del conte Benoit de Boigne (1751-1830) grande benefattore di Chambéry, che fece fortuna in India.
Il fascino del centro storico è anche nei numerosi palazzi signorili, in stile italiano, della fine del Medioevo, le facciate con trompe-l’oeil, la tecnica che gioca sulle prospettive, le materie, i colori. La Cattedrale di Saint-François-de-Sales custodisce su seimila metri quadrati il più vasto complesso con la tecnica del trompe-l’oeil d’Europa.
Il centro storico, dove tutto è a portata di piedi, è dominato dal Castello, antica residenza dei conti e dei duchi di Savoia, che scelsero Chambéry come residenza a partire dall’XI secolo, e dalla gotica Saint-Chepelle dove anticamente era custodita la Sacra Sindone prima di essere definitivamente spostata a Torino. All’interno della Santa Cappella si possono ammirare le vetrate del XVI secolo e la facciata, ottimo esempio di architettura barocca. La torre dell’orologio, chiamata Yolanda, venne dotata di un primo carillon costituito da 37 campane, sostituito poi nel 1993 con un altro di 70 campane in bronzo, il quarto più grande al mondo e il più grande d’Europa. Il carillon è una delle attrazioni di Chambéry e si può ascoltarlo il primo e terzo sabato del mese alle 17,30.
Chambéry tra modernità e autenticità
Per apprezzare quello che c’è da scoprire Chambéry va letta e sfogliata come un libro, una pagina alla volta. Innovazione e modernità si incontrano nelle architetture contemporanee come il Teatro e Casa della Cultura André Malraux, realizzata in parte dal famoso architetto Mario Botta e dalla Scuola Ticinese, la biblioteca Jean-Jacques Rousseau. Non può mancare la visita al Museo delle Belle Arti, internamente le sale sono state completamente ristrutturate, luminose e ampie, accolgono numerosi dipinti italiani. Qui è conservata la prima collezione di pittura italiana dal XIV al XVIII secolo di Francia, dopo il Louvre. Si può ammirare anche una prestigiosa collezione di dipinti di Scuola Francese, del Nord e di Chambéry del XIX e inizi XX secolo.
Chambéry e Rosseau
Questa città è stata molto amata anche dal filosofo Jean-Jacques Rousseau che vi soggiornò a più riprese tra il 1736 e il 1742 da Madame de Warens. Percorrendo le orme di Rosseau è d’obbligo la visita alla casa di campagna, dove si recava d’estate con Madame de Warens. Un luogo che rievoca la vita e l’opera letteraria del letterato francese. Nella casa di campagna a Les Charmettes, Rousseau che cercava la pace e la quiete, ha goduto della felicità pura e totale. Intento a coltivare la passione che nutriva per la botanica. Più di 80 specie di piante e di fiori lo testimoniano. Oggi la casa è stata trasformata in museo. Entrando a Les Charmettes, in queste piccole stanze, si sente l’anima di Jean-Jacques Rousseau che in una lettera scrisse: “Je ne connais d’autre musique que celle du rossignol et lers chouttes de la forêt m’ont de domagé de l’Opera de Paris….” (Io non conosco altra musica d’autore che quella del canto di un usignolo, migliore di quello che si può ascoltare all’Opera di Parigi …).