Le Cesarine sono diventate un vero e proprio fenomeno culturale per chi è in cerca di autenticità. Chi sono? Circa duecento cuoche che per passione e per diletto aprono le loro case, dal Friuli alla Sicilia, ed offrono ai turisti gli autentici sapori del territorio italiano.
Le cuoche. Ambasciatrici del gusto e dei valori delle culture regionali del territorio a cui sono legate le Cesarine sono state “adottate” oltreoceano: celebrate più di una volta dal New York Times, ospiti delle sedi americane di Google per insegnare i segreti della cucina italiana e ambasciatrici poche settimane fa, a New York, della “Settimana della cucina italiana nel mondo”.
Cuoche per passione e autentiche vestali della cucina, questa rete di signore (e signori) – una età compresa tra i 40 e i 70 anni, dislocate su tutto il territorio nazionale – dopo essersi ri-organizzate e avere aggiornato la loro piattaforma di prenotazione (www.cesarine.it) “ripartono” con nuovo slancio diventando il crocevia di tutti coloro che l’Italia la vogliono scoprire e conoscere anche attraverso sapori e tradizioni delle mille e più ricette italiane.
I piatti. Zuppe imperiali, gustosi tortelli di patate e magnifiche rose di Parma: sono gli antichi piatti, a volte quasi dimenticati, cucinati da Mario Antonio nella sua casa di Bologna in cui accoglie e organizza corsi, per insegnare a cucinare le perfette tagliatelle al ragù ai turisti da tutto il mondo. E ancora, i classici pici all’aglione, primo piatto di estrazione contadina abbinato a quattro bicchieri di Barolo in caso di anemia e due di ottimo Chianti per carenze di affetto se si capita nella casa, e nella cucina, di Barbara di Montepulciano che propone un vino per ogni malattia.
I clienti. Provengono da Francia, UK e USA i clienti tipici di questa rete di cuoche-massaie che, attraverso la loro cucina, raccontano e condividono una parte del patrimonio culturale italiano. Un modo alternativo per i turisti di apprezzare le eccellenze enogastronomiche del Belpaese e scoprire le sue storie.
L’organizzazione. Si chiama Home Food Cesarine ed è nata con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna e di Egeria Di Nallo – antropologa, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna – per tramandare di generazione in generazione la tradizione culinaria dei nostri territori, riscoprendo e salvaguardando anche i cosiddetti cibi e piatti “dimenticati”.