«La festa della Patrona SS Annunziata suscita in noi ricordi legati alla storia del nostro splendido paese e alla riscoperta delle nostre tradizioni, l’augurio per i giovani è di custodire gelosamente la storia del proprio territorio che alimenta l’identità di ognuno», così il sindaco di Castro Alfonso Capraro, presentando gli eventi legati alla più importante festa del paese del Salento. «Siamo impegnati da anni nella promozione della nostra magnifica Castro. Tanti passi avanti sono stati fatti e tanti altri ne faremo ancora per far diventare la nostra bella città meta di turismo soprattutto in bassa stagione – ha continuato Capraro -. E’ significativa, la presenza di turisti stranieri, in gran parte provenienti dalla Germania, perché gli stranieri avendo le ferie scaglionate, possono decidere di fare vacanza anche in primavera e in autunno». Gli fa eco il parroco Don Fabiano: «Quest’anno la nostra comunità vivrà la festa con una soddisfazione particolare dovuta al restauro – durato un anno – della statua di Maria SS Annunziata». Alla festa patronale partecipano tutti, ma proprio tutti, i cittadini di Castro per la devozione verso la Madonna trasmessa dagli antenati che si rinnova ogni anno con identico fervore. Basta vedere la scena commovente dell’uscita della statua dalla chiesa seguita da tutto il popolo che, ordinatamente su due fila, segue il corteo in un silenzio rotto solo dalle preghiere. Per individuare i portatori, nella stessa mattina si bandisce una vera asta per le offerte. L’arciconfraternita ha duemila soci, ricordiamo che il paesino conta poco più di 2.500 abitanti!
Lu pesce a sarsa
Molti i motivi che spingono tanti turisti a visitare Castro oltre ai pellegrini. In passato la pesca era fondamentale per l’economia della zona, ora essa si basa sul turismo balneare e i settori ad esso collegati, pertanto le strutture turistiche sono aumentate e nello scorso anno si è avuto un incremento delle presenze di un + 8%. A ricordo della principale occupazione legata alla pesca, è rimasta la sagra: “lu pesce a sarsa“, il pesce azzurro – principalmente vope – viene fritto poi lasciato a macerare per qualche giorno in una scodella smaltata, avvolto in un letto di mollica di pane raffermo, imbevuto di aceto e accompagnato dal profumo dell’aglio e della menta, viene offerto gratuitamente durante la festa. Per concludere in bellezza, uno stupendo spettacolo pirotecnico.
Castro, riapre il Museo Archeologico
Sono trascorsi dieci anni da quando parte del territorio comunale è rientrato nel parco regionale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca – Bosco di Tricase” e i riscontri non possono che essere positivi. Ma la vera novità per Castro è la recentissima riapertura del Museo Archeologico collocato all’interno del castello aragonese. L’allestimento, curato da numerosi esperti sotto la supervisione della Soprintendenza di Taranto, si sviluppa su tutto lo spazio interno del castello per quasi 400 mq. Nato nel 2009, per raccogliere i primi rinvenimenti in una piccola saletta intorno al famoso bronzetto della dea Athena ed alcune epigrafi messapiche, si è poi rivelato inadeguato all’esposizione dei numerosi reperti provenienti dalle campagne di scavo intorno alla vecchia cinta muraria aragonese e sulle aree di primo insediamento dell’Età del Bronzo.
La statua della dea Minerva
Qui si può ammirare il torso della dea Minerva scoperto nel 2015 da un gruppo di archeologi guidati da Amedeo Galati. L’opera è databile presumibilmente al IV secolo a.C., ritrovata a tre metri nel sottosuolo del centro di Castro, la statua è sprovvista della testa e di altri dettagli anatomici, ma riporta eccezionali tracce di rosso porpora. Gli archeologi hanno rinvenuto anche la falange di un dito, un braccio e una mano e si spera di poter scoprire in seguito anche gli altri elementi mancanti. Se si riuscisse a ricomporla, la statua risulterebbe alta almeno quattro metri. La scultura era adagiata su di un lato, probabilmente perché l’interramento è stato fatto allo scopo di conservare tracce della dea dopo la demolizione del tempio.
Il Tempio ritrovato
Virgilio nell’Eneide cita l’approdo di Enea a Castro Marina indicando il maestoso tempio dedicato alla dea Minerva. Gli scavi del 2007 hanno portato alla luce le tracce del santuario confermando, probabilmente, che il primo approdo in Italia dell’eroe che fuggiva da Troia fu proprio su questi lidi. Per chi vuole approfondire la conoscenza degli scavi archeologici e andare alla scoperta della storia raccontata dal territorio, potrà visitare a pochi chilometri da Castro, a nord di Otranto, le tragiche testimonianze di una battaglia del secondo millennio a.C. nell’età del Bronzo nella zona archeologica di Roca Vecchia, adiacente alla baia di Torre dell’Orso, nel tratto di mare delle marine di Melendugno.
Acqua azzurra e cristallina a Torre dell’Orso e San Foca
Comune dell’entroterra salentino che si affaccia con le sue cinque marine sulle acque cristalline del mare Adriatico. Melendugno detiene il titolo della Bandiera Blu e delle Cinque Vele Legambiente che testimoniano la qualità delle acque e del clima e la forte attenzione alla sostenibilità ambientale delle cinque meravigliose località turistiche. Torre dell’Orso e San Foca sono le due baie maggiormente frequentate da salentini e turisti, caratterizzate da acqua cristallina e mare calmo. Le scoperte archeologiche arricchiscono non solo la conoscenza del territorio ma completano, sotto il profilo culturale, l’offerta turistica di qualità. Pertanto il sindaco di Castro Alfonso Capraro conferma che sono allo studio vari progetti per la fruibilità dei luoghi, come ad esempio, il biglietto integrato per la visita al centro storico, al museo e alla grotta Zinzulusa, una delle più interessanti manifestazioni del fenomeno carsico nel territorio salentino articolata in tre parti.
La grotta Zinzulusa
Il nome deriva dalla presenza, al suo interno, di numerose stalattiti e stalagmiti che alla luce del sole ricordano tanti panni appesi (zinzuli in salentino). Suggestiva è poi la visita in barca delle altre grotte come la grotta Romanelli, posta nelle vicinanze della grotta Zinzulusa. È stata la prima grotta italiana a restituire resti d’arte parietale risalenti al Paleolitico, motivi incisi su osso e pietre con temi zoomorfi. Queste località sono state presentate nel corso di un educational organizzato da Carmen Mancarella, direttrice della rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge (www.mediterraneantourism.it), a cui hanno partecipato oltre venti giornalisti provenienti da varie nazioni, come: Germania, Francia e India e progettato dal Comune di Castro, in collaborazione con l’assessorato alle industrie culturali e turistiche della Regione Puglia, grazie al Programma operativo regionale FESR-FSE 2014-2020 “Attrattori culturali, naturali e turismo”.