Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

L’ isola delle acque: storia campana-ischitana

Ischia

In viaggio verso Ischia, leggendo vecchie guide rispolverate dall’archivio della biblioteca. Terremoti ed eruzioni non dovrebbero stupire in questa parte di mondo, che proprio dai movimenti tellurici è stata modellata. La meravigliosa bellezza dell’isola.

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Costa dei Maronti
Ischia il vulcano e Plinio il Vecchio

Lo immagino a bordo della sua leggera imbarcazione avvicinarsi pericolosamente al vulcano, troppo pericolosamente. La rabbia del Vesuvio e la curiosità lo incenerirono. Così i libri di storia mi rimandano l’immagine di Plinio il Vecchio, scrittore, ammiraglio e naturalista romano, che nel 79 d. C. sacrificò alla scienza la sua sete di sapere e il tentativo di salvare la popolazione locale dalle furie della natura.

Navigo anch’io nelle stesse acque tirreniche, ma lo spirito con cui mi avvicino è altro, seppur simile l’ardente brama di conoscere e lo stato d’animo che mi si incenerisce di fronte a tale fenomenica meraviglia.

Ischia, Procida, Capri: perle del Golfo di Napoli
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Ischia, uno spettacolo anche solo guardare

Terremoti ed eruzioni non dovrebbero stupire in questa parte di mondo, che proprio dai movimenti tellurici è stata modellata: la bellezza si paga e le cronache storiche riportano di continui aggiustamenti e ritocchi di terra e di mare. Sconvolgimenti naturali che però fin dai tempi più lontani non hanno impedito ai molteplici frequentatori del territorio campano di scegliere Capri, Ischia o Procida per trascorrere gratificanti pause durante battaglie, guerre ed invasioni.

Ischia è una stella che brilla di luce propria in questo piccolo e prezioso arcipelago, culla storica che custodisce tracce risalenti all’età della Pietra ed alla civiltà del Rame, resti di una lontana preistoria e di un genoma umano già dedito alla ricerca di Meraviglia. I coloni greci nel VIII secolo a. C. non tardarono ad individuare uno dei posti più belli al mondo allora conosciuto, il fascino delle rocce a strapiombo sul mare e le sue grotte misteriose che ospitavano divinità ed eroi.

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Ischia e Procida, sorelle che si tengono per mano, condividono da sempre l’attrazione magnetica e fortuita della loro vicinanza a Napoli ed ai territori campani, ricchissimi di eventi e soprattutto di mestieri e coltivazioni fin dalla base dell’umanità, tanto da farne una delle aree territoriali più ricche dell’Italia geografica, molto prima che fosse unita politicamente.

Ischia e l’età imperiale
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Le luci del tramonto

Onda su onda, approfittando delle dispute non sempre verbali tra Greci ed Etruschi, i Sanniti si spinsero sul Tirreno e imposero una serie di regole e di leggi che tenne duro per un paio di secoli, fino alla planata implacabile dell’aquila capitolina, che diede il via ad una ventata fiorente di commerci ed all’economia campana in generale, spingendo le navi romane a solcare l’orizzonte del mare. Rotte nautiche e reti di transiti veloci per uomini e merci, contatti reciproci e strade avvicinarono ancor più la potenza terrena alla divina provvidenza, che pareva custodirla benevola.

Ischia conobbe la mano felice di nuovi architetti, l’età imperiale abbellì le costruzioni, rinnovando le antiche linee tracciate dai primi coloni greci, sorsero le ville e i sesterzi vennero spesi a profusione per rendere questo eden ancor più paradisiaco. Troppo sfarzo attirò la cupidigia di pirati e saraceni, che piombarono sulla ormai prossima decadenza romana insieme a Barbari, Goti e Visigoti, approfittando subito della bellezza e della ricchezza dei luoghi per stabilire una serie di interventi bellici non proprio gentilissimi.

La furia distruttrice dei barbari e le dominazioni successive
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Giardini Poseidon

Senza troppo rispetto demolirono case e dimore patrizie per appropriarsi di quanto era loro più gradito, conquistando il territorio e costituendo un monopolio non all’altezza umanistica di quello precedente ma altrettanto ferreo. Non poterono immaginare che il loro agire fosse solo un preparazione storica ad un evento successivo: i Bizantini non restarono indifferenti alla notizie riportate da viaggiatori e mercanti scampati dalle man basse vandaliche, riguardo queste isole e questo territorio florido e struggente di sole e di colori.

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Alla fine del VI sec. Longobardi e Bizantini si insediarono lungo la costa, con quel loro modo ambiguo di affrontare i rapporti sociali che li rese famosi, e che influenzò non poco il successivo arrivo dei Normanni, che imbiondirono i geni sanniti dei residenti.

Ischia4Viene da chiedersi se la Bellezza non sia spesso causa di guai e grane, se anche gli Angioini nel 1370 ne furono attirati come api sul miele, non disdegnando di sostituirsi ai predecessori in tutto e per tutto. Si sa: i domini assoluti hanno breve vita, così attraversarono il Mar Tirreno gli Aragonesi (XV-XVI secolo), i Borboni e gli spagnoli.
La dominazione spagnola, sicura di aver la flotta più potente dei mari in quell’epoca, adattò le isole alle proprie esigenze, incrementando il commercio e favorendo il benessere; costruì chiese, conventi e sontuose cattedrali, secondo l’usanza barocca del periodo (XVII-XVIII secolo): avvento mistico che perdurò per un paio di secoli, avvolgendo l’aria pregna del profumo del mare con fumi d’incenso.

Inizio ‘800 i Borboni lasciarono la Campania nelle mani francesi, ma Napoleone era troppo impegnato in eterne battaglie per deporre le sue valige in una qualsiasi locanda del porto e godersi gli ozi isolani.

Turismo “Fango e Tango”

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Il turismo arrivò dopo, nei primi del ‘900, introdotto dai diari dei viaggiatori incantati, aprendo un’epoca di sguardi, eccitazioni, cure termali, svago e mondanità, cinema e jet set, personaggi famosi e storie di ordinaria notorietà. “Fango e tango” recitava lo slogan degli anni ruggenti, in cui le cure termali e l’intrattenimento delle serate musicali ischitane ravvivava la luce delle stelle, esaurendola in quella delle albe sempre troppo puntuali.

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Mi avvicino anch’io, trepidante, a bordo di una leggera imbarcazione: il Vesuvio dorme e fuma pacifico, Ischia non trema più… a sentire maremoti e scossoni adesso sono io, il mio animo si agita di fronte alla sua bellezza e l’unica cosa a crollare sono le mie difese, che mi lasciano in balia di un incanto che, vada o vengano invasori e pirati, tremi la terra o si infuri il mare, è ancora tutto qui. (2-continua)

Isole delle acque 1: venire, restare o partire

Isola delle acque 2:storia campana-ischitana

Isola delle acque 3: Ischia istruzioni per l’uso

Isola delle acque 4: Ischia l’isola che trema

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