Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Puglia, viaggio fra le Antiche vie dei Sapori della Daunia

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Perdersi fra le Antiche vie dei Sapori nel bel mezzo di campi sconfinati di grano, a cavallo fra Ascoli Satriano, Rocchetta Sant’Antonio e Lucera. Un paradiso di sapori e tradizioni da gustare e percorrere fino in fondo

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Cattedrale di Ascoli Satriano

Viaggio attraverso la Daunia in una delle numerose “Antiche vie dei sapori” immerse nel cuore del “Granaio d’Italia”. Ad  Ascoli  Satriano sorprendono le luminarie natalizie ancora accese a distanza di di due settimane dalle feste natalizie. Nella Cattedrale c’è ancora il presepe: l’acqua della piccola fontana scorre, la lucina che rappresenta il focolare di alcuni pastori è accesa e il piccolo mulino ancora in funzione. Si tratta di una stranezza piacevole, che scalda l’animo nel mese delle ripartenze. E così, di sera, le luci di un paese addobbato a festa fanno rivivere con un pizzico di nostalgia i momenti caldi del Natale appena trascorsi e allo stesso tempo trasmettono entusiasmo in attesa della festa dedicata al santo patrono. In effetti le luminarie di Ascoli Satriano, luogo celebre per la battaglia di Pirro contro i Romani avvenuta nel 279 a.C., permangono fino al 14 gennaio, giorno della festa di San Potito che è il simbolo religioso di questa comunità di circa 6500 abitanti situata nella provincia di Foggia.

Daunia: Festa e folclore

Daunia Festa patronale San Potito

Una festa caratteristica in cui, dopo la processione per le vie del paese, viene attuato uno spettacolo coinvolgente presso la piazza centrale: un ciuccio di cartapesta trainato pian piano e accompagnato dagli sguardi divertiti di chi assiste alla tradizionale cerimonia lungo il perimetro della piazza, comincia ad infiammarsi per via di alcuni botti posizionati all’interno della sagoma sino a bruciare completamente.
Nel frattempo classici spettacoli pirotecnici dall’alto e di girandole accompagnano la prestazione del ciuchino (animale strettamente connesso alla leggenda di San Potito). Si tratta del punto di partenza per una visita a 360° della Daunia, area di un’antica popolazione proveniente dall’odierna Dalmazia, sconosciuta al grande turismo ma ricca di storia, tradizione e paesaggi incantevoli.

Daunia: Ascoli Satriano, paesaggio che sa di eterno
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Campo di grano

Quello di Ascoli, dicevamo, è uno dei centri maggiori di quest’angolo di Puglia caratterizzato da distese infinite di grano (il suggestivo Tavoliere delle Puglie) che in questo periodo dell’anno si presentano di un verde così vivo da pretendere uno stop per ammirare in silenzio lo straordinario paesaggio che sa di eterno. Nemmeno le numerose pale eoliche – che tuttavia ne hanno sicuramente modificato l’aspetto – rappresentano un grosso disturbo alla contemplazione di un luogo che resta magico.
La natura è più forte di tutto, persino delle grandi costruzioni dell’uomo. Le strade che attraversano questi campi sconfinati però non consentono soste a bordo strada, allora è necessario sganciare la capote della cabriolet che avrete affittato (in realtà è un consiglio) oppure limitarvi ad aprire i finestrini dell’auto per respirare l’aria buona a bassa velocità e provando a scattare qualche foto non appena vi sarà possibile.

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Daunia: lo spettacolo del mare giallo
Daunia Busto di San Potito
Busto di San Potito

Un altro suggerimento? Percorrete queste strade della Daunia poco prima l’inizio dell’estate sulle due ruote e godetevi a pieno la vista di un meraviglioso mare giallo rappresentato dal grano ondeggiato dal vento. Attenzione però: il rischio di trascorrere pomeriggi interi ad ammirare lo spettacolo è alto, a discapito di un tour che promette tante altre soddisfazioni culturali e per il palato.
A cominciare dal centro storico di Ascoli Satriano, caratterizzato dalla sua Cattedrale edificata nel XIII secolo che spunta al termine di una caratteristica strada da percorrere a piedi e che porta alla piccola scalinata d’ingresso. Al suo interno troverete il busto di San Potito realizzato in argento con occhi di diamante e numerosi affreschi, fra cui quello che raffigura il suo martirio. Tuttavia il gioiello del paese si trova esposto al Museo Civico-Diocesano ed è rappresentato da un’opera del IV secolo a.C.: i Grifoni. Si tratta di una statua che rappresenta le due figure leggendarie nell’atto di azzannare un giovane cervo.

I due Grifoni recuperati 
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I due Grifoni

Pezzo unico ritrovato proprio ad Ascoli Satriano, i Grifoni in passato hanno abbellito una tomba nobiliare ed hanno rappresentato di recente la Puglia al padiglione Italia di Expo Milano 2015, come ci racconta Rosaria di Reda, guida del Polo Museale. A lasciare di stucco però è soprattutto la storia del suo ritrovamento, dovuto ad un tombarolo locale nel 1976 che la vendette al mercato nero dei reperti archeologici, salvo pentirsi sul crepuscolo della sua vita confessando agli inquirenti il luogo in cui questa venne ritrovata.
Da quel momento furono avviate numerose indagini che portarono al rientro in Italia dei due Grifoni nel 2007 (giunti nel corso degli anni addirittura al Getty Museum di Los Angeles), e ad Ascoli Satriano nel 2010. Le due creature leggendarie sono diventate un simbolo ricorrente quasi ovunque in giro per il borgo, tant’è che li ritroviamo persino sulla facciata di alcune case accanto al numero civico.

Daunia: Cibo e tradizione popolare
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Prodotti tipici

I Grifoni, inoltre, non poteva che essere il nome di uno dei posti raccomandati per mangiare a base di prodotti tipici e soprattutto a chilometro zero. Si tratta di un agriturismo gestito sapientemente da Peppino, ristoratore d’altri tempi che durante la giornata non è raro incontrare nel corso di una passeggiata a cavallo nei dintorni del suo locale. Troverete un gestore che non si accontenta di fornirvi semplicemente un pasto, ma ne fornisce un’accurata spiegazione avvalendosi di qualche cenno storico proprio della tradizione popolare. Tradizione che ad Ascoli Satriano è un punto fermo certo, ma che non disdegna l’innovazione prodotta da macchinari all’avanguardia che consentono – come nel caso dell’oleificio Roccia – di produrre olio extravergine d’oliva di altissima qualità: un altro dei prodotti più conosciuti e apprezzati del territorio. Naturalmente gran parte del merito spetta anche agli ulivi della zona, di cui qualcuno addirittura secolare. Ma la lavorazione al frantoio è sinonimo di metodi tradizionali svolti con macchine moderne, mix necessario per garantire un prodotto di estrema qualità. Se di Ascoli Satriano avete assaggiato tutto sia con gli occhi che con la bocca, allora potete proseguire verso la scoperta di altri borghi molto interessanti della zona.

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Daunia: Rocchetta Sant’Antonio e Troia
Daunia Castello d'Aquino
Castello d’Aquino

Pensi a questo paesino di poco meno di duemila abitanti e ti viene subito in mente un posto magico e suggestivo: il castello D’Aquino con la torre a forma di prua di una nave che affascina e cattura decine di scatti come fosse una celebrità. Mancherà il red carpet, ma in compenso (ed è molto meglio) si gode di una vista magnifica che comprende da una parte le colline dell’avellinese e dall’altro quelle lucane. Tutte ammirate da un promontorio pugliese, una rarità. La torre, che assume la forma di una prua per evitare di subire danni ingenti da eventuali attacchi durante il XIV e XV secolo, ruba completamente la scena e rappresenta un po’ la vedetta dell’intero borgo ed anche della parte nuova del piccolo centro.
Da visitare anche la Cattedrale dell’Assunta che al suo interno ospita alcuni dipinti di grande valore.

Daunia Troia-cattedrale-S-Maria-AssuntaTuttavia una giornata intera da dedicare solo a questo borgo – per quanto bello – è forse troppo. Ecco perché potreste dividerla a metà fra Rocchetta e Troia, paese di settemila abitanti distante poco meno di 70 chilometri. Qui la Cattedrale di Santa Maria Assunta rappresenta invece il punto di forza, edificata poco prima del 1125 in pieno stile romanico con un esterno di un bianco candido esaltato da piccoli fari che illuminano l’edificio dal basso. Probabilmente però la bellezza di questo antico luogo religioso non basterà a saziare il languorino del viaggiatore. Per quello potrete fare affidamento alla pasticceria Casoli, che oltre ai taralli di vari gusti fra cui spiccano quelli al nero di Troia, propone una creazione dolciaria d’autore: la Passionata. Delizie di diversi piaceri accompagnati da ricotta di bufala, mucca o pecora con mandorle pugliesi che formano una copertura di pasta deliziosa. Le parole non bastano, ma fidatevi: la sosta è d’obbligo.

Daunia: Lucera
Daunia Busto di Proserpina
Busto di Proserpina

Riposate bene prima di partire alla volta di Lucera, cittadina di 33.000 abitanti che offre molto da visitare e anche da gustare. Molto dipende anche dai periodi dell’anno. Fino al 2 febbraio ad esempio, come da tradizione della Candelora, sarà possibile assistere presso il Museo Civico “Fiorelli” all’iniziativa “Al Museo con Babbo Natale”: una rappresentazione delle stanze della casetta di Babbo Natale magistralmente addobbate a festa con pacchi natalizi che accompagneranno il vostro percorso. Percorso che conclude quello più interessante rappresentato dai ritrovamenti archeologici esposti in un piccolo labirinto composto da varie sale. Fra i più importanti non potete perdervi il busto di Proserpina, la testa di Atena e la statua della Venere pudica.

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Anfiteatro romano

Nei pressi dell’edificio, terminato il tour, fatevi catturare dall’odore del pane caldo sfornato dal panificio che troverete sulla strada (al mattino) e prendetene una piccola scorta per gustare al meglio la visita successiva all’Anfiteatro romano di età augustea (fra i più antichi del Meridione) che sorge alla periferia della città. Quello che vedrete, naturalmente, sarà solo una parte di ciò che è rimasto dalla sua costruzione nonostante l’ottimo stato di conservazione. La struttura infatti aveva una capienza di 18.000 spettatori drasticamente ridotta oggi. Scendete i gradoni e arrivate sino all’arena: le gabbie sotterranee ma visibili in cui venivano rinchiusi i feroci animali impiegati per i combattimenti, susciteranno un mix suggellato da brividi ed euforia per ciò che è stato e si è consumato su quello stesso terreno molti secoli fa.
Finita qui la visita? No, Lucera deve ancora stupirvi col suo Castello svevo risalente al XIII secolo, fatto costruire da Federico II, detto il Barbarossa, e la sua fortezza di epoca angioina dotata di un cortile interno enorme dove un tempo sorgeva una vera e propria cittadella. Dalla torre è ovviamente visibile il resto della cittadina, che amalgamata col cielo porpora del tramonto costituisce un panorama romantico di cui godere da un posto ricco di storia. Un avamposto d’eccellenza.

Daunia VinoDal Castello alla terra, un tempo coltivata dai contadini servi dei padroni e oggi terreno (è proprio il caso di dirlo) di coraggiosi e intraprendenti imprenditori come i titolari della cantina La Marchesa, che delle loro vigne ne hanno fatto una ragione di vita e una passione senza confini. La mission principale è già chiara sin dalla prima chiacchierata a proposito dei vini: la coltivazione nel rispetto della tradizione che prevedono potature a mano e il rilancio di un vino antico quanto bistrattato in passato come il Cacc’ e Mmitte di Lucera D.O.C., che merita una collocazione precisa sul mercato ed un ripristino della sua importanza perduta nel tempo. “Dove il vino nasce in vigna” è il credo di Marika e Sergio, i due proprietari di un’altra di queste bellissime realtà conosciute in quest’angolo di Puglia.

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