Dal castello Carlo V di Lecce, riaperto alla fruizione pubblica dallo scorso mese, dopo un lavoro di restauro e recupero, svolto negli ultimi anni dall’Università del Salento e dalla Soprintendenza, riaffiorano in tutta la loro bellezza nascosta e sotterranea, cunicoli e gallerie che nell’antichità ospitavano i prigionieri. Per visitare questi ritrovamenti la Soprintendenza ha predisposto visite supportate da apparati illustrativi tridimensionali e meravigliose ricostruzioni virtuali. L’itinerario di visita riguarderà le gallerie sotterranee, la cappella di Santa Barbara e prevede anche un filmato in cui una guida che veste i panni dell’architetto Gian Giacomo dell’Acaya racconterà la storia del castello cinquecentesco da lui stesso progettato per volontà dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nel 1539. La parte più esterna del castello Carlo V fu realizzata tra il 1539 e il 1549.
Nei sotterranei della fortezza cinquecentesca venivano rinchiusi persone di ogni ceto sociale, compresi personaggi di livello nobiliare, Tra le pereti infatti spiccano parecchi stemmi nobiliari, indice del gran numero di uomini importanti che dentro queste celle ci finirono. Le mura di questa prigione sono completamente ricoperte di graffiti, incisioni lavorate ad arte, che illustrano uomini e figure misteriose, scene, storie e devozione. Le pareti dove sono incise le figure sono generalmente sempre le stesse, forse perché questi uomini erano incatenati e non avevano la possibilità di fare grandi spostamenti. Fra cavalli, figure a braccia aperte, e segni non sempre chiari, si dispiega un palinsesto secolare di tristi pensieri meditati nella penombra.
Ricorrente è l’immagine di Gesù in croce, cosi come non mancano le croci, semplici o poste sul monte Calvario. Interessanti anche le scene che ritraggono torri, fortezze decorate con molta precisione, Si incontrano intere iscrizioni, nomi, date incise, navi, case, un mondo intero. Sconosciuto finora, ma da scoprire, da visitare, da valorizzare, insieme a tutto ciò che Lecce rappresenta con il suo ineguagliabile barocco; i resti di testimonianze romane e greche.