E’ lungo la “Strada dei Vini e dei Sapori” l’itinerario di eccellenze enogastronomiche di Castel San Pietro Terme, città fra Imola e Bologna lungo la storica via Emilia, proprio dove l’Emilia diventa Romagna. Fondata nel 1199 come città fortificata, dal 2005 Castel San Pietro Terme è “Città Slow” ambasciatore del “buon vivere” per qualità e stile di vita che persegue la filosofia della “lentezza”, tra tradizioni, prodotti genuini, acque termali, massaggi e paesaggi da percorrere in bici, in una natura di pace e serenità.
Castel San Pietro la fonte “Fegatella” e le Terme
L’antica fonte sulfurea, Fonte Fegatella traccia la storia di Castel San Pietro: secondo la tradizione, nel 1300 un’epidemia colpì le pecore al fegato e venne debellata proprio dalle proprietà curative dell’acqua “Fegatella”, certificate, nel 1338, dall’Università di Bologna. Da allora la popolazione ne iniziò sistematicamente l’utilizzo, non solo per gli animali, ma anche per l’uomo e le Terme di Castel San Pietro, sono un’importante riferimento nazionale per servizi di terapie termali, trattamenti riabilitativi e di fisiochinesiterapia, trattamenti estetici, di benessere, di medicina estetica e le relative attività di diagnostica medica, non solo per la cura ma anche nella prevenzione delle malattie respiratorie, osteoarticolari e vascolari, nonché benessere e riabilitazione.
Adiacente alle Terme e al parco del laghetto Scardovi c’è il Golf Club Le Fonti (18 buche – par 72 – 6480 metri), di proprietà comunale, 5 competizioni a livello internazionale e nel 2016 il Campionato nazionale open Professionisti. 800 soci e un primato nazionale per campi a 18 buche ne fanno uno dei campi più rinomati a livello nazionale.
La Strada del vino
In centro città, l’accoglienza è all’insegna del relax e del benessere al Palace Hotel Anusca, immerso nel verde, con lo Spazio Anusca, dedicato al wellness con SPA, massaggi di buon livello e il Diego Dalla Palma Professional Beauty Space, luogo per i trattamenti al Beauty Space. Annesso e fruibile anche dai non clienti, il raffinato Ristorante Gastarea, dagli interni moderni, curati, una cucina votata alla tradizione e una buona carta di vini.
Da qui, su un territorio dai bellissimi panorami di verdi colline, valli e calanchi, si snoda la Strada del Vino. Un giro tra cantine e aziende, castelli e rocche diventa ancora più entusiasmante se a bordo di belle auto d’epoca, che partecipano alla rievocazione degli anni ’50 e ’60 della Bologna-Passo della Raticosa. Dal 2017 il Comune di Castel San Pietro Terme ospita, richiamando appassionati e collezionisti da ogni parte d’Italia.
Verdi colline e vigneti
Una verdissima collina piena di vigneti sale fino all’azienda vitivinicola Umberto Cesari. Interni di legno chiari e un particolare ingresso a forma di botte alla sala degustazione è il biglietto da visita di un’azienda storica degli anni’60. Qui si trovano vitigni autoctoni Sangiovese, Albana, Pignoletto e Trebbiano e alcune varietà internazionali come Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Merlot. Vitigni autoctoni che si trovano in sei poderi: Ca’ Grande, Liano, Laurento, Tauleto, Casetta e Parolino; ognuno con caratteristiche diverse, 175 ettari di vigneti, 18.000 mq di cantina.
A breve distanza la Tenuta Dalfiume Nobilvini dal 1970 è un’azienda che vanta tre generazioni di passione per il vino, con vigneti vocati a Sangiovese, Pignoletto, Trebbiano, Albana, Chardonnay, Cabernet, Sauvignon e Barbera Dop, sia Colli d’Imola che Romagna, gestita da Annalisa Rinaldi e Silvia Dalfiume, insieme a Davide Dalfiume. Il must Scrigno Villa Poggiolo, spumante extra dry da uve Pignoletto DOP.
Sempre a Castel San Pietro, l’azienda vinicola Sgarzi Luigi, è una cantina moderna decisamente sui generis, che imbottiglia e opera, prevalentemente, per conto terzi. Nata nel 1933 ad opera del nonno dell’attuale titolare, Luigi Sgarzi, era una piccola cantina che serviva, con botti e cavalli, le osterie bolognesi.
Dolci colline e ordinati filari conducono al suggestivo borgo medievale di Dozza, un dedalo di vicoletti, stradine e botteghe dai caratteristici muri dipinti che s’inerpicano fino alla Rocca Sforzesca del 1300, al cui interno c’è l’Enoteca Regionale, oltre 1000 etichette e 200 soci, che dal 1978 promuove la valorizzazione dei vini della regione.
Varignana
Accoglienza a 5 Stelle a Palazzo di Varignana Resort & SPA, un elegante resort su vari livelli, immerso nel verde, con sale congressi e meeting, 5 piscine all’aperto, 2 vasche idromassaggio, un campo da tennis scoperto e una piscina coperta, una sala colazione in un edificio distaccato, un bar e 2 ristoranti. All’interno, VarSana SPA, propone trattamenti benessere e termali. L’edificio più antico e alto del complesso ospita il ristorante “Il Palazzo”, con interni in stile e una cucina tradizionale rivisitata.
A circa 10 km, tra boschi verdeggianti e macchie di ginestre, Varignana vanta un’antica Torre e la chiesa di S. Lorenzo, dalla suggestiva cripta preromanica risalente al VIII-IX secolo d.C., il monumento più antico di tutto il territorio castellano.
Tra Casalecchio dei Conti e Varignana, la Cantina “Fratta Minore“, è una giovane realtà nata nel 2012, gestita dai coniugi Nicola e Marianna Marrano, due professionisti con la passione per la vigna e il rispetto per l’ambiente. Producono i classici di questa zona, Pignoletto e Albana per i bianchi e Sangiovese per il rosso. Il must è Dama Bianca Pignoletto Metodo Classico 2016.
Gastronomia e prodotti tipici
L’eccellenza gastronomica si esprime con i prodotti tipici, come i savoiardi, il formaggio Squacquerone di Romagna Dop, la patata di Bologna Igp, la cipolla di Medicina, la pasta fatta in casa, a mano, con il mattarello. Sontuosi primi piatti bolognesi, ricchi di gusto e sapore. Parliamo di gnocchi al sugo di cinghiale, tagliatelle al ragù e, ovviamente, lasagna al ragù bolognese, rigorosamente “verde”. Già, perché qui la tradizione della sfoglia verde ha origini antichissime che affondano fin dall’epoca romana. Scritti di Apicio descrivevano un piatto formato da “lagane”, sottili sfoglie di pasta, farcite con carne cotta in forno.
Nel Medioevo, le lasagne erano già popolarissime, ma è nel Rinascimento, con l’avvento della pasta all’uovo, che si adottò una ricetta (Libro di cucina) del XIV secolo che prevedeva l‘alternarsi di strati di pasta e di formaggio. Nel 1660, probabilmente dall’unione di questa pietanza con le antiche lagane romane, nacquero in Emilia le odierne lasagne, con la sfoglia verde, a base di spinaci, come da ricetta depositata nel 2003, dall‘Accademia italiana della cucina presso la Camera di commercio di Bologna. Il flan di squacquerone dop e fichi caramellati è un piatto di antica tradizione locale; e poi, gli squisiti tortelloni di ricotta, burro e salvia, semplici, ma fatti a regola d’arte, con sfoglia sottilissima e prodotti di alta qualità.
Squacquerone di Romagna Dop
Lo Squacquerone di Romagna Dop è un formaggio tipico del territorio Romagnolo fortemente legato all’ambiente rurale. I contadini lo producevano per conservarlo durante il periodo invernale. Il suo nome lo si deve alla particolare consistenza deliquescente della pasta ed alle note dolci e fresche, dal finale acidulo. Se ne ha notizia già nell’800, grazie alla corrispondenza tra il cardinale Bellisomi, vescovo di Cesena, e il vicario generale della diocesi cesenate Casali, per “gli Squacqueroni non ancora pervenuti” alla sua mensa (in quel momento a Venezia in occasione del Conclave che elesse il cardinale cesenate Chiaramonti al soglio papale col nome di Pio).
Formaggio fresco di latte vaccino, caglio, sale e fermenti lattici autoctoni. La filiera di lavorazione dello squacquerone è lunga e laboriosa, oltre che delicata, a partire dal foraggio che dev’essere di prima qualità. Le vacche di razza, pregiate produttrici di latte, vanno nutrite con erba medica e orzo ceroso, alimenti ricchi di proteine e betacarotene. Nel 2011 lo Squacquerone ha ottenuto la DOP e nel 2012, quello del Caseificio Comellini di Castel San Pietro, il primo Premio Alma Caseus come migliore formaggio a latte vaccino nella categoria Gran Mercato che produce anche mousse di ricotta e il formaggio Castel di Pietro, originale e tipico formaggio molle locale, dal caratteristico cuore morbido.
Castel San Pietro, Città del Miele e dei Savoiardi
Città del Miele, Castel San Pietro Terme ospita l’Osservatorio Nazionale del Miele, diretto dalla Dott.ssa Maria Lucia Piana, una delle maggiori esperte in melissopalinologia e in analisi sensoriale di miele che, Castel San Pietro Terme ospita, per cui è anche Città del Miele. Il mese di giugno di ogni anno ha luogo Naturalmiele e Street Food Festival.
I biscotti Savoiardi compaiono già nei banchetti del 1600 e cominciano ad essere esportati in tutta Italia a partire dal 1800. Fra le prime attività di Castel San Pietro che iniziarono a produrre tale biscotto risulta esserci la famiglia castellana Gardini, che ricevette anche una lettera di ringraziamento da parte della Regina Margherita per la scatola di biscotti donatale. Molto buoni quelli teneri di Fratelli Pedini.
Ogni anno, si organizzano eventi di forte richiamo nazionale, come Very Slow Italy, Very Wine, Cassero Jazz (nel mese di aprile), Naturalmiele, Street Food Festival (a giugno) e Varignana di Notte, nel primo fine settimana del “Settembre Castellano”, una tre giorni all’insegna dell’arte, musica, vino e gastronomia, con i mitici tortelloni.
Leggi anche: